Il più bel flor della speranza mia. Fiera da te medesma disamata, Se si potesse a te chiuder l'entrata, L'Ozio. LUIGI TANSILLO. IL feroce destrier, che qual baleno L'amabil rivo, nel cui chiaro seno Rodono i tarli le riposte antenne Di Nave, che sprezzò del mar l'orrore, E mille venti intrepida sostenne. Volgi, o fanciul, a questi esempj il core, E sappi, che cosi tarpa le penne L'ozio malvagio al bel desio d'onore. GIAMBATTISTA VOLPI. FABLES. La Cornacchia. QUANDO il consiglio degli Augei si tenne Di nicistà' convenne, Che ciascun comparisse a tal novella; E la Cornacchia maliziosa, e fella E da molti altri Augei accattò penne. Perchè pareva sopra gli altri bella. Fù conosciuta. Or odi, che ne avvenne. La pelar si, ch'ella rimase ignuda; E l'un dicea or vedi la bella druda. Dicea l'altro ella muda; E così la lasciaro in grande scorno. Similemente addivien tutto giorno Di fama, o di virtù ch'altrui dischiuda ; Necessità. Dell'altrui caldo, tal che poi agghiaccia; DANTE ALIGHieri. Il Gallo e la Volpe. ANDANDOSI la Volpe un giorno a spasso E dice e' par che tu sie cosi fioco Al Gallo parve che fosse un bel gioco: Cantando questo semplice animale E dove poi mangiarsel senza sale : PULCI. Morgante Maggiore, canto X, ott. 20. I Buoi Sognati. UN boghese non ti dico quale, Anzi voleva pagarto di sogni ; Se non ch'al fin senza essi te n'andrài. Mentre che par, che in tal modo rampogni, E non sapendo solver la quistione, E Salamone, perch'era sapiente, E poi si volse con allegra fronte A quel che gli sognò, disse: pon mente, La giù nell' acque e l'ombra si vedea Disse colui: e' pajon proprio i Buoi LO STESSO, C. XIII, ott. 31. It Pero, e la Zucca. Fu già una Zucca, che montò sublime In pochi giorni tanto, che scoperse A un Pero suo vicin l'ultime cime. Il Pero una mattina gli occhi aperse, Le disse: chi sei tu? come salisti Ed io, l'arbor soggiunse, appena ascesi Ma tu, ch'a un volger d'occhi arrivi in cielo, Renditi certa, che non meno in fretta, Che sia cresciuto, mancherà il tuo stelo. ARIOSTO. Sat. VIII. Il monte della Luna. NEL tempo ch'era nuovo il mondo ancora, E che inesperta era la gente prima, E non eran le astuzie che son ora; A piè d'un alto monte, la cui cima Parea toccasse il cielo, un popol, quale Non so mostrar, vivea nella parte ima. Che più volto osservando l'ineguale |