La Divina commedia, Том 1

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Presso Tommaso Masi e comp., 1807
 

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Стр. 38 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca me baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse! Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Стр. 240 - Da questa parte cadde giù dal cielo: E la terra che pria di qua si sporse, Per paura di lui fe...
Стр. 52 - Ed io, che di mirar mi stava inteso, Vidi genti fangose in quel pantano, Ignude tutte, e con sembiante offeso. Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, e col petto, e co' piedi, Troncandosi co
Стр. 304 - A' miei portai l'amor che qui raffina. O, dissi lui, per li vostri paesi «*» Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch'ei non sien palesi ? La fama che la vostra casa onora, •*« Grida i signori, e grida la contrada, Sì che ne sa chi non vi fu ancora. Ed io vi giuro, s'io di sopra vada, •*> Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada.
Стр. 147 - Io vidi già cavalier muover campo, E cominciare stormo, e far lor mostra, E talvolta partir per loro scampo : Corridor vidi per la terra vostra, O Aretini ; e vidi gir gualdane, Ferir...
Стр. 75 - Tal , ch' ogni vista ne sarebbe schiva. Qual è quella ruina, che nel fianco Di qua da Trento l' Adice percosse, O per tremuoto o per sostegno manco; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano è sì la roccia discoscesa, Ch'alcuna via darebbe a chi su fosse, Cotal di quel burrato era la scesa. E in su la punta della rotta lacca L...
Стр. 286 - Venimmo a lei: O anima Lombarda, Come ti stavi altera e disdegnosa, E nel muover degli occhi onesta e tarda! Ella non ci diceva alcuna cosa; Ma lasciavane gir, solo guardando A guisa di leon, quando si posa.
Стр. 34 - Io venni in luogo d' ogni luce muto, Che mugghia come fa mar per tempesta, Se da contrari venti è combattuto. La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina ; Voltando e percotendo gli molesta. Quando giungon davanti alla ruina, Quivi le strida, il compianto e '1 lamento ; Bestemmian quivi la Virtù divina. Intesi eh' a così fatto tormento Eran dannati i peccator carnali, Che la ragion sommettono al talento. E come gli stornei ne portan l...
Стр. 231 - M' avea mostrato per lo suo forame Più lune già, quand' io feci il mal sonno, Che del futuro mi squarciò il velame. Questi pareva a me maestro e donno, Cacciando il lupo ei lupicini al monte, Per che i Pisan veder Lucca non ponno. Con cagne magre, studiose e conte, Gualandi con Sismondi, e con Lanfranchi S' avea messi dinanzi dalla fronte.
Стр. 10 - 1 concede? Io non Enea , io non Paolo sono ; Me degno a ciò né io, né altri crede. Perché se del venire io m'abbandono, Temo che la venuta non sia folle. Se' savio, e "ntendi me

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