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be ancora, e là, dopo d'esserci abbracciati
invocammo l'Eterno, e ci mettemmo in cam.
mino sotto i suoi auspici. Abbiamo succes-
sivamente trascorse molte città considerabili.
Teodoro, trasportato dal desiderio di ritrovar
la sua patria, mi conduceva spesse volte in
luoghi ch'egli non riconosceva più
mie forze cominciavano a mancare, e la spe-
ranza sembrava abbandonarmi per sempre,
quando questa mattina arriviamo alle porte
di Tolosa

FRA. [con avidita] Ebbene?

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Le

CLE. [si alza, si avvicina a De l'Epée, e s'appoggia sul dorso della sedia a bracciuoli di madama]

ABA. Nell' entrare in questa città, Teodoro mi prende per mano, e mi fa segni che la riconosce. C'innoltriamo; ad ogni passo il suo volto si anima, i suoi occhi si riempiono di lagrime, Attraversiamo il Corso; tutto ad un tratto egli s' inginocchia, stende le mani al cielo, si rialza, e mi accenna che ha ritrovata la sua patria. Ebbro di gioia, com'egli, io dimentico le fatiche del viaggio. Passiamo per molte contrade; e nel vedere quel gran palazzo che d'incontro alla vostra casa, Teodoro manda un grido, cade quasi soffocato nelle mie braccia, e m'indica il soggiorno de' suoi antenati. Prendo informazioni, , e so ch'è l'antico palazzo dei d' Harancour, di cui il mio allievo è l'unico rampollo; che quel palazzo e tutti gli altri suoi beni sono tra le mani d'un certo signor Darlemont, suo tutore e suo zio materno, che se n'è fatto mettere in possesso, mediante un estratto di morte, di cui tutto annunzia la falsità Domando allora qual è l'avvocato di questa città che possa dirigermi in questo affare importante; voi mi siete indicato come il più celebre; ed io vengo, o signore, a confidarvi ciò che ho di più caro, il frutto di otto anni di fatiche e la sorte del mio caro Teodoro. Dio l'aveva depositato nel mio seno per finir di crearlo; io lo deposito in questo mo mento nel vostro per fargli restituire ciò che v' ha di più prezioso per l'uomo, un nome legittimo e rispettabile, e i diritti imprescrittibili che gli assicurano la natura e le leggi. FRA. [con tutto il fuoco dell'entusiasmo e del sentimen. 10; si alza, come pure madame) Contate su tutto lo zelo che ispira la confidenza di un uca mo quale voi siete. Oh! se mai io fui felice e fiero della mia professione, vi giuro ch'è ben in questo momento... No, voi non arriverete mai a concepire il trasporto, in cui sono di potervi esser utile. [ouol baciare le mani di De l'Epée che gli stende le braccia. Egli vi si precipita]

ABA. [con molia commozione, stringende le mani di Frandal] Io sono ben sicuro di voi ... veggo cadere le vostre lagrime.

MAD. [con dignitd] Chi non sarebbe commosso, signore, al racconto che avete fatto? CLE. [nella più viva agitazione] Voi avete penetrato sino al fondo de' nostri cuori.

FRA. E' doloroso per me il trovare un colpevole nel padre del mio amico, e anticipatamente domando che mi sia permesso d'impiegare con Darlemont tutto ciò che potranno suggerirmi la prudenza e la delicatezza. Se ciò non riesce, smaschererò senza pietà il falsario, e gli fard restituire in nome delle leggi tutti i beni ch'egli possiede, e dei quali non sarà più a' miei occhi che un vile usurpatore.

MAD. Che smania ho di vedere quel Darlemont a

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discendere nella mediocrita, dalla quale era sortico!

CIE. (Preme ben più a me di vedervi anche suo figlio.)

FRA. [a De Epée] Ma dove avete lasciato il vostro caro Teodoro?

ABA. Ad un albergo, ove senza dubbio mi aspet.

to con impazienza

FRA. E perchè non l'avete condotto con voi?
CLE. Lo vedrei volentieri.

ABA. Un sordo e muto è sempre poco o molto

fastidioso ed ho temuto che la sua pre

senza...

,

FRA. Non iscemasse l'interesse che ispira?
ABA. [stringendo una mano di Franval) Non sempre

si ritrova un cuore come il vostro.

FRA. Bisogna condurcelo assolutamente: voglia conoscerlo. Ardisco anzi esiger di più: questo giovinetto non saprebbe restar solo; e a noi converrà far molte pratiche insieme senza di lui. Accertate un appartamento in mia casa: io non avrò mai conosciute meglio le dolcezze dell'ospitalità.

ABA. Siete troppo obbligante; io temerei ...
MAD. [sempre con dignità) Voi non potete farci che

onore e piacere.

CLE. [colla maniera la più insinuante e naturale] Dopo un così lungo viaggio, voi dovete avere gran bisogno di riposo, non troverete altrove quelle cure... che noi prenderemo di voi.

ABA. Non ho, lo confesso, la forza di resistere ad istanze così gentili: vado da Teodoro, e ve lo conduco a momenti.

FRA. Intanto io penserò ai preliminari delle nostre operazioni. Esse saranno difficili, non posso dissimularvelo. Far annullare atti autentici, strappare una fortuna considerevole dalle ma

ni

ni d'un usurpatore ambizioso e potente, con
vincerlo di falsità; tutto ciò domanda le mag
giori precauzioni.

ABA. Io mi riposo interamente su i vostri talenti e sulla vostra prudenza. Qualunque poi sia il risultato di questa grande impresa, l'aver fatto il mio dovere, sarà la mia consolazione; [stringendo le mani a Franval] e l'avervi conosciuto, o signore, sarà la mia ricompensa. [parte accompagnato da tutti]

FINE DELL' ATTO SECONDO.:

L'abate De l'Epée, dram.

1

C

:

ATTO TERZO.

4

SCENAL

CLEMENTINA, DOMENICO.

Dom. No, signorina, no; il signor St. Alme non

è ancora ritornato in casa sua.

CLE. Qual contrattempo! La sua presenza qui non fu mai più necessaria.

DOM. [sorridendo maliziosamente] Verra, non temete; verrà. Se avesse saputo d'essere atteso con tanta impazienza, si sarebbe ben guardato dall'assentarsi in questa maniera. Oh! sa cercar troppo i momenti di stare con voi, perchè...

CLE. [con vivacitd] Ditemi, Domenico: avete ese guita la mia commissione con Marianna? Dom. Non sarei perdonabile di averla dimenticata CLE. Ha accettato ?..

Dom. Entro; era seduta al filatoio. - Buon giorno, mamma. Vostra serva, signor Domenico: come sta la mia bella e buona ?.. vi chiama sempre così. - Benissimo, Marianna; e voi? - Oh! ed io sempre lo stesso; il mio reuma non mi lascia mai in pace; eppure bisogna far stringhe della nostra pelle per guadagnarsi questa povera vita. - Prendete, le dico, eccovi di che tirarla innanzi.Come! un luigi doppio? - Dalla parte della padroncina. - Io la riconosco bene a questo tratto! grida la povera vecchia; e lì, baci e poi baci al luigi, e preghiere al Cielo

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