Immagini della pagina
PDF
ePub

MAR. Il mio povero marito vi fu portinaio trenta. cinque anni.

ABA. Vi ricordate voi di avervi veduto Giulietto,

sordo e muto dalla nascita ?

MAR. Se mi ricordo?.. L'ho portato tante di quel le volte nelle mie braccia!.. La sua morte ci è costata troppo cara, perchè io possa dimenticarlo.

ABA. [conducendola in faccia di Teodoro che contempla Marianna colla maggior alterazione]. Ebbene, os

[blocks in formation]

Osservate questo giovane.

MAR. [fissando Teodoro vicinissimo] Che vedo?.. Ma... FRA. Fissatelo bene.

TEO. (Dopo di av re rimossi i capelli che coprono il suo volto che offre a Marianna, le fa segna ch'ella lo ha portato da bambino nelle sue brac cia).

MAR. E' egli!.. Egli, che noi amavamo tanto... che abbiamo tanto pianto... , lo riconosco. [cade ai piedi di Teodoro, che la rialza immediatamente, e la stringe nelle sue braccia].

Dom. Ed io m'ostinava a non lasciarla entrare!
ABA. Preziosa e singolare scoperta!
FaA. Che ci condurrà, non v'ha dubbio, a pruo-

ve importanti. MAD.E confonderà l'insolente Darlemont Sono

così contenta!..

[ocr errors]

GLE. [con entusiasmo] Ed io lo sono ben di più! Assisto in segreto una sventurata; e con questo mezzo procuro il primo testimonio...

MAR.Ah! se il mio povero marito vivesse ancora!.. Ma come mai questo caro ragazzo che si è detto morto, si ritrova in questa città? Per qual disposizione del Cielo che non posso comprendere ?..

[ocr errors]

ABA, Saprete tutto buona donna ... Ma ditemi: siete voi convinta che sia Giulio d'Harancour per attestarlo in giustizia?

MAR. Lo sosterrd dinanzi a Dio e dinanzi agli uos mini.

FRA. (a Marianna] Non potreste procurarci la testimonianza di alcuni antichi domestici, che, come voi, avessero conosciuto Giulio nella sua infanzia ?

MAR. Senza dubbio: la vedova del cocchiere è ancora viva

Dom. Pietro, l'antico palafreniere, è venuto a trovarmi l'altro giorno con sua moglie; stanno qui vicino di casa.

MAD. [vivamente] Bisogna cetcarli tutti, e subito.
Дом. Vado.
FRA. [trattenendo Domenico] Un momento... [a De

Epée] V'ho già detto che l'amicizia che mi unisce a St. Alme, m'imponeva il dovere di agir con riguardo; io vi propongo dunque di andar noi prima di tutto al palazzo d'Harancour. Là, noi attaccheremo Darlemont, voi coll' arma irresistibile d'un interprete della natura; io col linguaggio delle leggi, con tutta la fede che ispira una causa sì bella; e quest'uomo, per quanto sia audace, sarà ben abile se resiste ai nostri sforzi.

ABA, Adotto il vostro progetto, ed immagino un mezzo che potrà assicurarne il successo. [si allontana con Teodoro, a cui spiega, per mezzo di segni, il partito che si è preso]

FRA. [agli altri] Raccomando a tutti il più profon do silenzio su di quanto è accaduto.

MAR. Ve lo prometto.

DOM. Dormite sul mio conto. [raggiungono tutti e tre

De PÉpée e Teodoro]

MAD. In quanto a me, io non m'impegno in niente. CLE. [dandole il braccio] Ma, signora madre... MAD. [con asprezza partendo] Ma, signora figlia... Voi direte tutto ciò che vi piace; io non cesserò di gridare altamente contra questo Darlemont. , egli è un ambizioso che bisogna punire; egli è un insolente che bisogna amiliare... [raggiungono gli altri e partono]

[graphic]

:

FINE DELL' ATTO TERZO.

:

ATTO QUARTO·

Sala nel palazzo d'Harancour riccamente addobbata. Da un lato, alla sinistra, è una porta che conduce nel gabinetto di Darlemont.

SCENA I.

DARLEMONT, DUBOIS, dalla porta laterale. DUPRE dietro ad essi; è melanconico.

DAR. [a Dubois] Tu dici che il mio figlio non d

ancora tornato a casa?

DUB. No, signore.

DAR. E che ti ha proibito di seguirlo?

DUR. Sì, signore.

DAR. Sarebbe mai da Franval?

DUB. Non pare: il signor avvocato ha mandato a

domandarlo un momento fa.

DAR. [a Dubois] Aspettalo dunque giù dal portinaio; come entra, digli che venga da me immediatamente. Hai capito? Immediatamente.

DUB. [parte dalla porta del fondo]

SCENA

DARLEMONT, DUPRE.

DAR. E così? Che vuoi, Dupré?

[ocr errors]

DUP. [cavando di tasca une borsa, , e mettendola set di un tavolino] Vengo, o signore, a rendervi quei venticinque luigi che mi avete fatti dare questa mattina.

DAR.

DAR. A rendermeli? E perchè? E' il pagamento de'primi sei mesi della rendita vitalizia che t'ho assicurata l'altro giorno in ricompensa de' tuoi servigi; voglio che ti sia pagato ogni termine anticipatamente con esattezza.

...

Dur. Ripigliatevi quest'oro, vi dico Non posso ricevere il prezzo d'un'azione, la cui ricordanza mi starà sempre sul cuore..

DAR. [di cattivo umore] Non ti uscirà mai dalla mente questo rampollo dei d'Harancour? Dur. Io l'ho sempre presente... io veggo ancora gli ultimi sguardi che getto sopra di me quando voi me ne separaste.

DAR. [bruscamente) Io non poteva sopportare la vista di quel sordo e muto, di quel noioso au

toma.

Dup. Confessate però con me, che tutto annunziava in lui le disposizioni le più felici, e so. prattutto un buon cuore Benchè ragazzino, quando veniva meco alla passeggiata, non incontrava mai un povero, che non mi facesse segno di assisterlo. Egli non aveva maggior piacere di quello di divider cogli altri tutto : ciò che possedeva. - E quel giorno, in cui solo salvò la vita del signor vostro figlio, la cui irriflessione e vivacità?.. Il signor St. Alme eccita a colpi di sassi un grosso cane che si slancia sopra di lui, e lo atterra. Giulio, spaventato dal pericolo che minacciava il suo cugino, si precipita pronto come un fulmine sull' animale furioso, e riceve al braccio di. ritto una larga ferita, la cui cicatrice gli re. sterà finchè vive.

DAR. Tu non cessi mai di ricordarmi quest'avven

tura.

Dup. Perchè essa prova che Giulio era tanto co. raggioso, che buono. E chi ha potuto coL'abate De l' Epeé, dram.

d

« IndietroContinua »