7 1 1 NOTIZIE STORICO-CRITICHE 1.0 SORA L'ABATE DE L'EΡΕΕ. Lodato il cielo, che possiamo finalmente annunziare un dramma benefico all'umanità. L'autore lo chianta Com. media storica. E' lecito il supporre, che sia vero quanto ivi si narra. La conseguenza del dramma sarà una vera morale. Questa si sviluppa a gradi. A chi non è noto l'abate De l' Epée celebre per la sua scuola di dar favella ai muti? Quante statue si sono erette a uomini indegni! quante piazze portano il nome d'uno scellerato! Il teatro adunque risuoni almeno del nome di un ente salutare. Siam certi che questo dramma fu replicato più sere in Milano; e nel 1800 in Venezia. L'atto I ne palesa l'interesse di St. Alme per Clementina, che ha destinata sua sposa. Vuole egli assicurarsi della sua corrispondenza. Ottimo, benchè accidentale, è il mezzo che adopera, incontrandosi con Domenico Questo è un pezzo di colonnato, che si getta nell'atrio, e su cui si dovrà erger la fabbrica. Altro pezzo è la comparsa di De l'Epée col suo discepolo. Gli uditori già intendono, quali siano le basi maestre dell'edifizio. Va be. ne assai, che Teodoro sia riconosciuto non parlante, bensì intelligente, e che su di esso siano conversi gli sguardi teatrali. Bel carattere dell'abate, che riconosce da Dio la direzione delle sue fatiche nel suo allievo L'uomo onesto si presenta volentieri in pubblico colle divise della religione. Questa lo rende amabile anche presso quelli che la disprezzano. E' una moneta in oro, la qual si pregia, benchè non se ne conosca il valore Parrebbe che il dramma avesse due unità nel vedere che Platto II continua la storia del matrimonio. Conviene aspettare un po' più oltre questa frettolosa decisione. Godiamo intanto le belle sei prime scene, spieganti i caratteri. Tutto è semplicità e naturalezza. madre. Ecco una lettera alla scena VII, che fa al proposito Essa mette forte ostacolo al matrimonio. Da una lettera nascono molti accidenti. Conturba a ragione ogni disegno dei due giovani, e pare anche quello del fratello e della Il maschio è la narrazione e dell'abate. Il poeta gli fa dire; forse sarò un po' lungo. Questa officiosità gli si permette come atto di creanza all'udienza; ma diveniva superflua per la sua sorprendente bellezza. Dopo averla studiata, confessiamo ch'era molto difficile il renderla si precisa, e nel tempo stesso chiara e sminuzzata senza dar nell'asiatico. Par proprio di veder l'abate viaggiante per Parigi, e fuori di esso col suo caro Teodoro. Son pur riflessive quelle pause, e quei trasporti del muto e sordo! La Provvidenza tracciava quei passi, ma l'abate meritava molto nel farli. Questo sarà uno scoprimento di nuova idea, che si veda in scena, Diciamo il vero; noi siamo tutti sensibili verso un uomo, che sacrifica tutto sè stesso per giovare ad un infelice. Lui fortunato, che si è abbattuto in un avvocato di buona volontà! Franval è un soggetto commendevole. Tale apparisce ancora nell' offrire alloggio ai due viaggiatori. Dall' introduzione dell' atto III si comprende a maraviglia, come s'innesti la relazione della famiglia "Franval coll'abate in ragione del tutore, che finor non comparve che in lettera. Non si sospetteranno più due azioni. Una unità le abbraccia tutte. Convien perdonare all' autore francese, che si è prefisso un matrimonio. Tutti desiderano la comparsa di Teodoro. Infatti quando un bravo attore sappia espressissimo rappresentarlo, la scena IV, e le altre dell'atto III sono commoventi, cid tanto più quanto ogni suo movimento conduce all'incremento dell'azione Bravo l'autore nell'introdurre la vecchia Marianna. A poco a poco si vede crescere la fortunata agnizione, e questa con testimonj ancor vivi. Fino a quest'ora il Bouilly ha presa per guida la natura ed il cuore. , che Crediamo ben di riflettere che artificiosamente sola nell'atto IV si fa uscire l'antagonista del dramma, il Darlemont. I personaggi odiati, benchè necessari, sempre disturbano le scene d'affetto. Abbiamo perd osservato, questi, come i più facili ad essere espressi sulla scena, così più spesso vi vengono introdotti. Ciò al più si fa lecito in una tragedia, per destare maggior pietà sul protagonista. Non così nei drammi lagrimosi. Il malvagio urta il centro della compassione. Già si è fatto conoscere fin qui il Darlemont senza esser veduto. Al suo comparire fa tosto una trista figura. Tutto concorre a renderlo odioso, e il colloquio con Dupré, e la negativa di Glementina, e il tardo rimorso su Giulio. La Provvidenza oltrag giata soffre e poi si stanca. Ma e perchè non si affretta questa scoperta? Ragionatissima la scena X. Il teatro freme; e il fremi to è un applauso all' autore Tante ragioni non possono per anco trarre una confessione dalla bocca d' un tutore ingordo. Vi vuole la scena XI a compier l'opera. Il progresso di questo atto IV incalza gli affetti dello spettatore, che vorrebbe a quest'ora già castigato l'usurpatore, il ladro, l'assassino. Il cuore umano è tutto in Teodoro, lodando un ente che veglia al di sopra a punizione dei malvagi, Quanti rapaci delle altrui proprietà avranno ascoltato il dramma e in Milano in Venezia, e avran gridato contro Darlemont, ma non contro sè stessi! Il poeta ha studiati tutti i contrassegni possibili per lo riconoscimento di Teodoro. Non è certamente l'ultimo quello della cicatrice fatta dal cane. Colla fine dell'atto tutti sono al chiaro dell'esito. Dirà taluno: a che dunque l'atto V? Vi mancava lo scioglimento nella confessione di Darlemont. Questi finalmente cede nell'esser convinto. A proposito viene Dupré colla sua deposizione giuridica. Il ladro tutore restituisce . Ma questa punizione basta poi ella? Il popolo vorrebbe qualche cosa di più, che un s? strappato a forza. Lo scritto ultimo di Teodoro è figlio d'una buona educazione, e d'un cuor grato. Di tutto facciamo elogio al poeta, non così del titolo del dramma. Non s' intende, come lo abbia chiamato L' abate De l'Epée. La denominazione ne sembra impropria. I nostri comici hanno ragionato questa volta. Lo annunziarono. Il sordo e muto. Il vero protagonista in fatti è Giulio o Teodoro. Si parla di lui, di lui si tratta. Egli intreccia il nodo, e lo scioglie felicemente. Per lui nascono gli accidenti; tutti gli affetti si sfogano sopra di lui. La peripezia della storia senza di lui non ha più corso. Se l'abate vi contribuisce colle sue fatiche, non è per ciò che occupi il luogo principale. L'errore, benchè massiccio, è facile a correggersi. Si guardino i giova ni dai titoli pomposi. Una falsa gloria li adotta; un ap plauso efimero li conferma. Ma la verità soffre Quelli che si voglion chiamare riformatori del teatro italiano, son pregati a riformar prima gli autori ed i traduttori nello stile e nella lingua italiana. Questa, mercè dei nostri scrittori in prosa e verso, è più ricca che l'erario dei conquistatori. Perchè dunque si dee permettere, che una produzion teatrale resti infrascata di vocaboli o modi non nostri? Ne accenniamo alcuni della presente..... Raccomandato di scavare da Duprè. Franval è troppo penetrante per ... Vi sarà gran chiasso. Lui per egli Corretto 1 costumi in lutto. Il grido patriarcale di tutti i capi... Stringeva le sue mani contro il mio cuore. Bacia le mani a molte riprese. Il domestico (servo). Riclamare. Travagli (fatiche). Perduto espressamente. Aperse l'anima sua alla natura. Il Cielo 'm'inspirava. Mediante un estratto di morte. Non saprebbe restar solo. |