L'idea nazionale e la casa di Savoia

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U. Rocchetti, 1888 - 221 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina iii - In quel gran seggio, a che tu gli occhi tieni Per la corona che già v'è su posta, Prima che tu a queste nozze ceni, Sederà l'alma, che fia giù agosta, Dell'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia Verrà in prima ch'ella sia disposta.
Pagina 207 - NON SIAMO INSENSIBILI AL GRIDO DI DOLORE CHE DA TANTE PARTI D'ITALIA SI LEVA vERSO DI NOL Forti per la concordia, fidenti nel nostro buon diritto, aspettiamo prudenti e decisi i decreti della divina Provvidenza...
Pagina 194 - Faccia sapere a que' signori che stiano in quiete e non si muovano, non essendovi per ora nulla da fare ; ma che siano certi che presentandosi l'occasione, la mia vita, la vita dei miei figli, le mie armi, i miei tesori, il mio esercito tutto sarà speso per la causa italiana.
Pagina 103 - Quale ne' plenilunii sereni Trivia ride tra le ninfe eterne, Che dipingono il ciel per tutti i seni, Vid...
Pagina 92 - Quivi è la rosa in che il verbo divino carne si fece; quivi son li gigli al cui odor si prese il buon cammino ». Così Beatrice; e io, che a' suoi consigli tutto era pronto, ancora mi rendei alla battaglia de
Pagina 207 - Signori Senatori! Signori Deputati! « L'orizzonte in mezzo a cui sorge il nuovo anno non è pienamente sereno ; ciò non di meno vi accingerete colla consueta alacrità ai vostri lavori parlamentari.
Pagina 207 - Questa condizione non è scevra di pericoli, giacché nel mentre rispettiamo i trattati non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi. Forti per la concordia, fidenti...
Pagina 213 - La sua voce paterna che risuonerà sempre nel mio cuore, m'impone di vincere il dolore e mi addita il mio dovere. « In questo momento un solo conforto è possibile: mostrarci degni di Lui: — Io col seguirne le orme — Voi col serbarvi sempre devoti a quelle cittadine virtù per cui Egli potè compiere l'ardua impresa di fare grande ed una l'Italia. « Io custodirò l'eredità dei grandi esempi...
Pagina 152 - In mezzo all'universale allegrezza il re fece chiamare il Carasale, e pubblicamente lodandolo dell'opera, gli appoggiò la mano su la spalla come segno di protezione e di benevolenza ; e quegli, non per natura modesto, ma riverente, con gli atti e con le parole rendeva grazie alle grazie del re. Dopo le quali cose il re disse che le mura del teatro toccando alle mura della reggia, sarebbe stato maggior comodo della regal famiglia passare dall'uno all'altro edifizio per cammino interno. L'architetto...

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