PoesieG. Barbéra, 1861 - 544 pagine |
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Parole e frasi comuni
affetto alfin allor alma altar amor appo aprica arpa aura Austria baci bella brando O morte cangiar canto Chè ciel ciglio Clori Cracovia crin d'amor diè dispotismo dolor dritto duol Ecate Eleusi empi empireo età eterno EURISO fiamma figli fiori gemiti genio divino genti gigli gioia giorno GIOVANNI PAISIELLO Giuriam giuriam giuriam sul brando gloria grido guardo idra Imene immenso intorno istesso Italia l'alma l'aura l'Italia l'ombre labbro lampi lieto Lisa ed Elvio lume mente merto mondo morte o libertà mostra muggito Naiade nembo nuovo occhi ognor olocausto omai orgie pace paraclito passi patria pensier pianto piè pietà plauso plettro Poesie popol pria Quai raggi regno rose ROSSETTI sacro sangue santo sclamar sdegno sento serto Signor Sionne sorge sospiro speme spirto stelle suol suon terra tirannia Tirteo tremendo tromba trono tuono udii uscian usignuolo veggio vidi virtù
Brani popolari
Pagina 167 - Alba del nuovo tuo dì. L'iperborea nemica grifagna Che due rostri ti figge nel seno, La cui fame non venne mai meno , Ma col pasto si rese maggior, Ti divora , ti lania , ti sbrana , Nè tu scuoti l'inerzia funesta? E non tronchi la gemina testa ; In un moto di santo furor?
Pagina 122 - Scorra il sangue fraterno a rivi a rivi, non mai l'ignavia lor, non mai vien meno! O voi di patrio amor del tutto privi, peso e vergogna del natio terreno, se il giogo non vi pesa, anzi v'alletta, sgombrate ormai d'Italia . . . Austria v'aspetta!
Pagina 117 - Tu sul Tebro fumante di sangue Passeggiavi qual nembo fremente, Ma serena qual alba ridente Sul Sebeto t' assidi a regnar. Una larva col santo tuo nome Qui sen venne con alta promessa : Noi, credendo che fossi tu stessa, Adorammo la larva di te : Ma, nel mentre fra gl' inni usurpati Sfavillava di luce fallace, Ella sparve qual sogno fugace, Le catene lasciandoci al piè.
Pagina 114 - Genitrici de' forti campioni convocati dal sacro stendardo, che cercate col pavido sguardo ? Non temete ; chè tutti son qui. Non ritornan da terra nemica, istrumenti di regio misfatto ; ma dal campo del vostro riscatto, dove il ramo di pace fiorì.
Pagina 106 - Quand'ecco fra le tenebre tranquille un plauso suona del Tirren sul lido, e mille labbra e mille prorompono in un grido: ai voti del suo popolo cede spontaneo il re.
Pagina 120 - Italia a tergo insurse a braccio armato ! Ahi stolta, il fato nostro era suo fato ! XV. Tanta viltà non giunse a sgomentarmi ; Ma di sdegno e rossor l, alma mi empì : Gridando — All,armi, all,armi!
Pagina 157 - Oh, che notte bruna bruna, Senza stelle e senza luna ! Par che in tuono di lamento Gema il vento — e gema il mar, Quasi stesser l'aure e l'onde Gemebonde — a ragionar. Salve, o ciel d'Italia bella ; Ride a te l'Idalia stella : Ed a te la stella Idalia, Suol d'Italia, — ride ancor : Al poter de' raggi suoi Tutto in voi — respira amor.
Pagina 119 - Dio quel prence indegno 355 giurò dinanzi ai sudditi adunati che il nuovo patto ei sosterria nel regno appo i potenti a nostro danno armati. E dove andò? . . . Corse a comprar lo sdegno di re superbi e d'avidi soldati!29 360 Qual fallo in noi volle punir l'altero?
Pagina 155 - E sommo onor. Gli affetti più soavi Di padre e figlio, di marito e moglie, Tutti in quel suoi dove riposan gli avi, Tutti l...
Pagina 169 - La grand' alma che il mondo abbagliò. « La sua possa fra gli urti nemici Fu tra i venti saldissima balza; Come cedro sui rovi s'innalza, Ei s'ergeva sul volgo dei re.