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Sono passati oggimai otto anni, dacchè venendo io d'Inghilterra, vi narrai in una delle nostre tornate la riforma delle leggi frumentarie incominciata in quel tempo da Roberto Peel. E inoltre aggiunsi alcuni pensieri intorno ai suoi effetti avvenire. Non è senza compiacimento dell'animo che io ricordo oggi di essere stato il primo a darvene contezza, e posso affermare che le mie induzioni furono dall'esperienza pienamente confermate. L'illustre Ministro, del quale fu troppo breve la vita, ma sarà eterna la fama, seguitava il corso delle sue innovazioni con quel sapiente ardimento che tanto si dilunga da una pusillanime irresolutezza, quanto da una spensierata temerità. E mentre le nazioni del continente europeo si agitavano in violenti dissidii, e struggevansi in sterili conati, l'Inghilterra compiva un pacifico rinnovamento dei più maravigliosi che il mondo vedesse giammai. Ivi l'esercizio della libertà commerciale ha disgombrato dall'animo degli statisti molte dubbiezze suscitate dalle condizioni nuove della società, e non pure ha posto rimedio a mali che apparivano gravissimi, ma recato grandi beneficii alla civil compagnia. Moltiplicati i prodotti, cresciuta la ricchezza pubblica, alzati i salarii, abbassato il prezzo dei

MINGHETTI.

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viveri, pareggiate le utilità, stabilite più eque relazioni fra il capitalista e l'operaio, preparata la totale emancipazione delle colonie, promossa l'emigrazione, resi più difficili i contrasti e le guerre. E son pur pochi anni che questo principio ebbe pratica applicazione! Or che avverrà quando sia radicato, e universalmente diffuso? La Provvidenza si valse delle armi romane per comporre in unità di costume e di legge l'antico mondo, apparecchiandolo così a ricevere il lume del Cristianesimo. La Provvidenza si vale oggi dei commerci e delle arti della pace per raccostare i popoli remoti, mescolarne le razze, avviarli a unità maggiore e più splendida dell'antica.

Ma tornando all'abolizione delle leggi frumentarie, di che noi parliamo, non è a dirsi come dapprima gli agricoltori fossero fieramente avversi a tale riforma. E recavano innanzi questi înotivi: se avere, con infinito dispendio di capitali e di opere, messo a cultura di cereali molti terreni, ancorchè naturalmente non vi fossero bene acconci, e ciò nell'aspettativa del caro prezzo originato dalla tariffa. Divenire impossibile, quando si tolga il dazio, di sostenere la concorrenza dei grani d'America e d'Oriente, di guisa che proprietari e fittaiuoli ne riceverebbero subita iattura; impossibile altresì mettere quei campi di presente a diversa coltivazione, e in ogni miglior supposizione il trapasso da un metodo all'altro essere pieno di difficoltà, di spese, di pericoli. Non sarebbe opportuno qui rammemorare i ritrovi, le orazioni, gli scritti, le rimostranze, che in molte parti del Regno si fecero contro tale proposta. Libera è la discussione degli affari pubblici in Inghilterra, e finchè il Parlamento non ha pronunciato coi voti la sua sentenza, dura la pugna delle opinioni sì fervida ed ostinata che ti sembrerebbe non lasciar speranza di componimento. Ma quando la lunga disamina si conchiude col voto dei

rappresentanti la nazione, e la legge è sancita dal Principe, lo strepito e l'agitazione si acquetano, e la minorità rassegnata si sobbarca. La parola del Parlamento è simile a quella di Nettuno nel primo dell' Eneide, onde i flutti risiedono e il mare si abbonaccia. Potrà seguirne per avventura alquanto di sconforto e di tristezza; ma siccome niuno s'avvisa di contrastare alla legge, e di negare alla pluralità il suo diritto, così a breve andare si ripiglia animo, e i vinti raddoppiano gli sforzi per ricuperare altronde quei vantaggi di che per avventura si credessero ora privati. Nè diversamente è avvenuto in questo caso. L'introduzione libera dei grani, abbassandone notabilmente il prezzo, diede un crollo agli interessi agrarii (dico nelle parti meridionali ed orientali dell'isola, perchè ivi soltanto provano i cereali), scompigliò le attenenze fra i proprietari e i fittaiuoli, fece temere quel che, con vocabolo preso dalla medicina, chiamasi modernamente una crisi. Ma il timore non durò lunga pezza. Gli agricoltori si fecero sopra se medesimi, e argomentarono che se gli avi e i padri loro cinquanta o sessant'anni innanzi avevano saputo coll' ingegno e coll' operosità mutar faccia al suolo inglese, essi pure, imitandoli, sarebbero giunti allo stesso fine, e per nuovi trovati e più poderosi sforzi conseguirebbero largo compenso al detrimento che oggi sostenevano. E in questo pensiero si misero all'opera con quell' alacrità e quella perseveranza che è propria della razza anglo-sassone; di che l'esito ha trapassato l'aspettativa, e già i vantaggi ritratti dai nuovi metodi di coltivazione sono rilevanti, e pieno di speranza è l'avvenire.

Quel progresso nell'agricoltura che ebbe luogo in Inghilterra verso il finire del passato secolo, si debbe principalmente attribuire a due insigni uomini, Roberto Bakewell e Arturo Young. Il primo volgeva i suoi studii e le sue pratiche al miglioramento del bestiame. E po

neva mente a questo singolare principio fisiologico, che se per una continuata serie di generazioni tu eleggi alla riproduzione della specie quegli individui soltanto, ne quali spiccano maggiormente certe qualità e caratteri accidentali, esse qualità e caratteri divengono permanenti, e la razza si trasmuta. Ora le qualità che noi vogliamo perpetuare negli animali domestici, bisogna dedurle non già dalla costituzione loro normale ed estetica, se mi è lecito questa parola, ma si dall'uso peculiare a cui l'uomo li destina. E siccome in Inghilterra i cavalli sono lo strumento principale del lavoro agrario, le stalle si riguardano come fabbriche di carni, così due erano gli obbietti da conseguire. Primo, che nell' animale fosse massimo lo svolgimento delle parti carnose, e minimo quello della struttura ossea; secondo, che il suo impinguamento fosse, quanto è possibile, rapido e precoce. A questi punti con grande maestria e con infaticabile pazienza mirarono il Bakewell e i suoi seguitatori, e mediante la scelta delle coppie, il tenor di vita e la maniera del nutrimento, si può dire ch'essi crearono quelle stupende razze di montoni, dei quali nella sola Inghilterra si contano più che trenta milioni di capi; quei buoi grassi e sostanziosi che di venti mesi sono da macello, e forniscono tre quarti di carne, un quarto solo di ossa e di residui; quei porci squisiti, onde la tavola sì del povero che del ricco è imbandita.

Quello che il Backewell fece per gli animali domestici, lo fece Arturo Young per la coltivazione della terra, e introdusse l'avvicendamento quadriennale e quinquennale detto di Norfolk, oggi usitatissimo e mirabilmente acconcio, per l'alternarsi delle piante a ristorare il terreno, e renderlo ognora produttivo. Alle quali due riforme capitali se tu aggiungi il sistema della cultura in grande e in economia, agevolmente addentellata sulle grandi proprietà, avrai la chiave di tutti i progressi che

nel finire del passato secolo, e nel principio del presente, fecero le isole britanniche nell'agricoltura.

Le quali cose, comechè note, ho voluto ricordare per modo di comparazione, affinchè si veggano le somiglianze e le differenze col movimento odierno, il quale di là prendendo le mosse, sospinge più innanzi le pratiche agrarie, ed è cagione di nuova ricchezza. A questa direi quasi seconda riforma ha porto occasione e stimolo, come accennai sopra, l'abolizione delle leggi frumentarie: con perspicacia, con istudio, con perseveranza gl'Inglesi vi danno opera continua; ma sebbene non sia ancora molto estesa, si può senza fallo pronosticare che diverrà presto universale nell'isola, e farà maravigliare il mondo, che l'industria umana possa cotanto vantaggiarsi dei doni della Provvidenza. E lasciando stare gli accessorii, essa può ridursi ai tre capi seguenti:

Uso delle macchine nell'agricoltura;

Metodo di fognare perfezionato, detto drenaggio;
Irrigazione e bonificazione del terreno con ingrassi

liquidi.

Ma qui ancora il soggetto, a volere partitamente divisarlo, sarebbe soverchio alle mie forze, e al tempo che mi è concesso. Laonde toccherò brevissimamente delle due prime parti, e mi intratterò alquanto di più sulla terza, come quella che è la meno nota fra noi e in tutto il continente europeo. Non presumerò di addentrarmi nella materia, ma solo di sfiorarla; avvegnachè pochi cenni bastino a voi, che sagaci siete, per ben comprendere, e invoglieranno altri a farne accurato esame ed esperimento. Quanto a me intendo scusarmi che non è questo il tèma consueto de' miei studi: laonde questa cicalata è il racconto delle osservazioni di un viaggiatore, anzichè il frutto delle meditazioni di uno scienziato.

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