Immagini della pagina
PDF
ePub
[ocr errors]

Pag. 272, lin. 37. Fu poscia Enrico VIII, autore del Scisma d'Inghilterra. Il magno padre quivi indicato è Enrico VII, presso il quale poco prima il Castiglione era stato mandato ambasciatore dal duca Guidubaldo.

Pag. 273, lin. 9. Questi fu poi Carlo V, e quivi gli vien pronosticato l'imperio. GAETANO VOLPI.

Pag. 274, lin. 19.

Pag. 276, lin. 20.

dal centro. L'Aldina del 1541 del centro.

Di lui, che fu marchese e poi duca di Mantova, avremo a parlare più volte nelle Annotazioni alle lettere

del nostro Autore.

Pag. 279, lin. 29.

ca, v. 304, 305:

Allude a quello di Orazio, De Arte poeti

•fungar vice cotis, acutum

Reddere quæ ferrum valet, exsors ipsa secandi.
Pag. 283, lin. 6.

--

al valore. Forse è da preferirsi la lezione delle Aldine del 1541 e del 1547, al valere.

Pag. 285, lin. 2. Quanto discorre il Bembo nel restante di questo libro in materia d'amore (eccetto l'ultimo tratto, dove parla di Dio, Spirito Santo, Amor sustanziale), è in massima parte derivato da Platone e da' suoi commentatori, come appare anche dalle annotazioni, che conserviamo, del Ciccarelli.

Pag. 285, lin. 9. Il Ficino, nel quarto capitolo sopra il Convito di Platone, dice, tutti i filosofi concordarsi in questa diffinizion d'amore. CICCARELLI.

Pag. 285, lin. 23. Si raccoglie tutto ciò da' Platonici, i quali sogliono dire, la bellezza esser cosa universale, e dividersi in tre specie: l'una è quella degli animi; l'altra dei corpi, tanto dalla natura quanto dall' arte fatti; la terza delle voci e suoni. La prima con la mente, la seconda con gli occhi, l'ultima con le orecchie dicono godersi. CICCArelli.

Pag. 285, lin. 36.- Vogliono i Platonici, che il volto della divina bontà risplenda nell'angelo, nell'anima e nel corpo: in quello, come a esso più vicino, chiaramente; in questa con minor chiarezza; ma nel corpo un picciol raggio se ne veda, il quale da loro vien domandato la bellezza del corpo: il che più si scopre in quel corpo, le cui parti sono tra loro debitamente proporzionate. CICCA

RELLI.

Pag. 286, lin. 16. le Aldine degli anni 1538, zione.

Pag. 286, lin. 33. 1547, questo.

mosso non da vera cognizione. Meno bene 1541 e 1547, mosso da non vera cogni

quello. Le Aldine degli anni 1538, 1541,

Pag. 287, lin. 1. Qui si biasima con efficaci parole l'amor sensuale, siccome anco ciò si fa in molte altre parti di questo Dialogo. Questo istesso concetto è stato spiegato da Giovan Boccaccio nel suo Labirinto, dicendo: Vedere adunque dovevi, Amore essere una passione accecatrice dello animo, disviatrice dell'ingegno, ingrossatrice anzi privatrice della memoria, dissipatrice delle terrene facultati, guastatrice delle forze del corpo, nemica della giovinezza, e della vecchiezza morte, generatrice de' vizii, abitatrice de' vacui petti, cosa senza ragione e senza ordine e senza stabilità alcuna, vizio delle menti non sane, e sommergitrice dell'umana libertà. Vien teco medesimo le istorie antiche e le cose moderne rivolgendo, e guarda di quante morti, di quanti disfacimenti, di quante ruine ed esterminazioni questa dannevole passione sia stata cagione. CICCARELLI.

Pag. 287, lin. 24.- Quanto sieno fallaci i sensi, e come spesso ci empiano di false opinioni, lo dimostra Socrate appresso Platone nel Fedone. CICCARELLI.

[merged small][ocr errors][merged small]
[ocr errors]

che i vecchi. Così il Dolce; le Aldine

Pag. 288, lin. 12. sia malo. Così le Aldine del 1528, 1533, 1545; forse alcuno preferirà la lezione delle altre Aldine, sia male.

[merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small]

Pag. 290, lin. 15. — Platone nel Fedro riferisce, che Stesicoro perdè la vista per aver biasimato la bellezza di Elena; la quale lodando poi, ricuperò la perduta luce. CICCARELLI.

Pag. 290, lin. 17. Gli antichi filosofi posero nel centro la bontà, e nel circolo la bellezza; la bontà in un centro solo, ma in quattro circoli la bellezza. Questo centro dissero esser Dio; i quattro circoli dissero esser la mente, l'anima, la natura, e la materia. CICCARELLI.

[ocr errors]

Pag. 290, lin. 19. - mala anima. Cioè indole; ed è ciò che forse intende il Savio nella Sapienza al cap. VIII, v. 19, col dire: Sortitus sum animam bonam. GAETANO VOLPI.

Pag. 290, lin. 24.

zioni Aldine hanno di fiori.

de' fiori. Così corresse il Dolce; le edi

Pag. 290, lin. 35. — Il Ficino, nel sesto libro della prima En

neade di Plotino, dice che gli animi nostri seguitano il bello e fuggono il brutto, poichè la bruttezza è una orrida faccia del male, e la bellezza è un volto lusinghevole del bene. CICCARELLI.

[merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small]

Pag. 292, lin. 12. - Plotino, nel sesto libro della Enneade prima, dice che l'anima essendo cosa divina e bella, tutto quello che tocca e sopra che essa signoreggia lo abbellisce, secondo la capacità della natura delle cose. CICCARELLI.

Pag. 293, lin. 33.

--

Maniere poetiche tolte da Platone; delle quali abonda quel gran filosofo. GAETANO VOLPI.

Pag. 294, lin. 29. I Platonici affermano, che la bellezza è un raggio di divinità; di maniera che di qui dicono nascere che gli amanti, ancorchè alcune volte più potenti siano delle cose amate, nondimeno prendono terrore e riverenza dall' aspetto di esse. CIC

CARELLI.

Pag. 295, lin. 19.

Diotima, nel Convito appresso Platone, dice ch'Amor è un appetito, col quale ciascheduno desidera che'l bene sia sempre seco: di qui nasce ch' Amore sia un desiderio d'immortalità; e perchè non si può in questa vita conseguir immortalità, se non per via della generazione, quindi ne avviene che amore abbia per fine di generare il bello nel bello, cioè il buono nel buono, CIC

CARELLI.

Pag. 296, lin. 19. . . . . Opinione de' Platonici, che vogliono convenirsi nell' amor divino il bacio, in quanto è segno della congiunzion degli animi. CICCARELLI.

Pag. 296, lin. 28. Questa è bella dottrina in teorica; ma non dee ridursi alla pratica, per lo pericolo che in quell'atto l'amor ragionevole non diventi sensuale. Anzi, quanto generalmente pericoloso sia questo amore, vien toccato dall' Autor nostro per bocca del Bembo in principio della seguente facciata. GAETANO VOLPI.

Pag. 296, lin. 35. - Allude a quello che dicono i filosofi, che Amore è una forza che congiunge e unisce. CICCARELLI.

Pag. 297, lin. 23, 24.

preverte. Probabilmente perverte.

Pag. 297, lin. 30. Dicono i Platonici, che l'occhio e lo spirito che ricevono l'effigie della cosa bella sono a guisa di specchi, che per la presenza de' corpi ritengono l'imagine, e per la assenza la perdono; e però gli amanti che amano solo la bellezza del corpo, nell'assentarsi della cosa amata s'affliggono. La miglior parte di queste cose si raccolgono da Ficino, nel capitolo sesto dell' Orazion sesta che egli fa sopra il Convito di Platone. CICCARELLI.

[ocr errors]

Pag. 298, lin. 13. e i tormenti. Le Aldine degli anni 1538, 1541 e 1547, e tormenti.

Pag. 298, lin. 27. - l'accresce. Meglio così le Aldine degli anni 1538, 1541 e 1547; quelle del 1528, del 1533 e del 1545, le

accresce.

Pag. 299, lin. 12.

Diotima presso Platone nel Convito insegna, che si deve ascendere dalla bellezza d'un corpo alla bellezza universale di più corpi. CICCARELLI.

Pag. 299, lin. 34.

possa. Le Aldine, tranne quella del 1545, ed altre antiche, possia; e forse così scrisse l'autore.

Pag. 299, lin. 36.

passi. Meno bene le Aldine degli an

ni 1538, 1541 e 1547, si passi.

Pag. 300, lin. 4.

CARELLI.

Pag. 300, lin. 6.

Socrate nel Convito appresso Platone. CIC

nella vita spirituale. Le Aldine degli anni 1538, 1541 e 1547, e le edizioni a queste affini, comprese quelle del Dolce e del Ciccarelli, omettono la parola vita.

Pag. 300, lin. 10. Dicono i Platonici, che la bellezza del corpo è una ombra della bellezza dell'anima, e quella dell'anima è ombra di quella dell'angelo, e questa è ombra della bellezza divina; nella maniera che alcuni sogliono dire, che la luce del sole ch'è nell'acqua è ombra di quella che è nell' aria, e quella dell'aria è ombra a rispetto dello splendore del fuoco; il quale parimente è un'ombra in comparazione della infinita luce che nel corpo solare si vede. CICCARELLI.

Pag. 300, lin. 16. nascosto.

nascoso. Le Aldine degli anni 1541 e 1547,

Pag. 301, lin. 6. · · Diotima appresso Platone nel suo Convito dice, che se gli uomini mentre mirano un bel corpo sogliono rendersi molto maravigliosi, e, se possibil fosse, per contemplarlo sempre, eleggerebbono starsi senza alcuna sorta di cibo: quanto più felice e maraviglioso dobbiamo creder che sia il vedere l'istessa bellezza sincera, pura, intera, semplice, non contaminata da carne o da color umano, nè d'altra sorte di mortal sordidezza macchiata? CICCARELLI.

Pag. 301, lin. 20. Pag. 302, lin. 11. Ragiona il Castiglione in fine di questo IV libro, per bocca di messer Pietro Bembo, di molti amori tra sè diversi: come del sensuale, ch' egli disapprova, e massime ne' vecchi, a' quali più che a' giovani si disdice; del depurato dai sensi, del quale tra' Gentili fu gran maestro Platone, le cui dottrine volentieri segue, e le cui maniere di esprimersi bene spesso usurpa il nostro

Platone nel suo Convivio. CICCARELLI.

Autore, singolarmente in questo luogo (e di ciò potrà di leggieri accorgersi chiunque nella lettura de' Dialoghi di quel Filosofo anche mezzanamente versato sia); poscia dello spirituale, così propriamente detto, ovvero divino; all' ultimo del sustanziale, cioè di Dio Spirito Santo, del quale ben due volte dice apertamente il diletto Discepolo nel cap. IV della sua la lettera, che Charitas est.... Questo passo.... è uno de' più belli del Cortegiano, e in cui gareggia la sublime eloquenza colla sincera religione di questo gran cavaliere e letterato. GAETANO VOLPI.

Pag. 302, lin. 27. La bellezza, anche de' corpi, si è un raggio, come di sopra dicemmo, benchè tenuissimo, della divina bellezza. Ed è vero il concetto di Dante Alighieri là nel principio del suo Paradiso:

La gloria di Colui che tutto muove
Per l'universo penetra, e risplende
In una parte più, e meno altrove.

GIOVANNI ANTONIO VOLPI.

[ocr errors]

Pag. 303, lin. 13. Per l'ambrosia e nettare qui s'intende la visione e fruizione divina. CICCARELLI.

Pag. 303, lin. 32. Ritorna di nuovo a ragionare secondo i Platonici, i quali pongono quattro sorte di furore: l'uno è delle poesie, l'altro dei misterii, il terzo de' vaticinii, il quarto degli amori, più potente ed eccellente di tutti gli altri. Ciccarelli.

Pag. 303, lin. 33. ora che par più non m'aspiri. Preferiamo questa lezione delle Aldine del 1541 e del 1547, seguita dalla maggior parte delle antiche edizioni, a quella delle altre Aldine, restituita dai Volpi, e conservata nelle edizioni posteriori, ora che par che più non m' aspiri.

Pag. 304, lin. 8. È detto per burla, che alle donne sia impossibile il camminare per la strada che conduce alla felicità; e poco di sotto efficacemente si confuta. CICCARELLI.

[ocr errors]

Pag. 304, lin. 26. Diotima, fra l'altre cose amorose ch' insegnò a Socrate, come Platone riferisce, fu d' ascendere per grado dalla bellezza del corpo a quella dell'anima, e da quella alla bellezza angelica, donde poi alla somma bellezza divina si perveniva. CICCARELLI.

Pag. 304, lin. 31.

dall'amor. Così corresse il Dolce; le Al

dine e le altre antiche dell'amor.

Pag. 307, lin. 13.-Da questo Proemio si vede, che il Conte s'era indotto a scrivere il suo libro per compiacere al re di Francia, e però

« IndietroContinua »