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Morali virtù non sono totalmente da natura, 250. — Come si perfezionino, 264. Mordacità eccedente dee fuggirsi, 125. Morello da Ortona, cavalier molto vecchio, 285. Suoi scherzi e bizzarrie, 288, 289, 295, 296.

Mori e Turchi troverebbero la lor salute nella propria ruina, 273. (Vedi Turchi.) Mori uccisi in grandissimo número dagli Spagnoli per causa di chi, 218.

di

Morte, che facciano alcuni per paura essa, 211. Mosca, fu lodata con un libro intero da

certo ingegnoso scrittore, 91.

Moscovia produce quantità di zibellini, 129.

Motteggiare all' improviso è più conve

niente, che dopo d'avervi pensato sopra, 161.

Moltetto non istimato prima che si sa

pesse essere composizione di Josquin di Pris, 110. (Vedi Josquin.) Motti. (Vedi Detti, ove ne ha gran copia, ed anche Novelle.)

Motti di due sensi, quai sieno, 122.

Motti ridicoli onde nascono, 121. Musica lodata, 62, 63.-Sua forza, ivi. È probabile che sia grata a Dio, ivi. E di molta consolazione, ivi. Conviene al Cortegiano, 62. Quando oprar si debba, 86, 87. Qual sia la più lodevole, ivi.-Suo difetto, 37.

Musico deve esser l'uomo ben disciplinato. (Vedi Platone ec.) - Musico eccellente divenuto pessimo poeta, 115.- Musico quando diletti e si stimi, 38.

Mutazion di Stato da quai cagioni originata, 268, 269.

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Nicostrata, madre d'Evandro, mostrò le lettere ai Latini, 194. Nobile è tenuto a operar virtuosamente, 22. Nobili molti viziosi, 24. Consiglio de' nobili qual esser dovrebbe, 266. Nobili in che maniera debban giocar coi villani, 84. Nobile sia il Cortegiano, 22. Nomiuar con oneste parole una cosa viziosa è modo faceto, 143. Novelle, del Proto da Lucca, 134.

D'un giocatore che si crede divenuto cieco, 154.- D'un frate finto che da burlato divenne burlante, 156. D'uno che fu creduto pazzo, 157. — D' un tal Ponzio, che involò ad un contadino un pajo di capponi, 158. D'una tal Camma, che perir volle, e fece perir di

-

veleno il suo amante uccisor del di lei marito, per serbarsi a questo fedele 190 e seg.· Di Madonna Argentina, che mori d'improviso per l'allegrezza d' avere a riveder il marito già schiavo dei Mori, 193. Di rara onestà in una giovane don. na, 207, 208.-E d'altre due donzelle, 212. E d'altra, 243. D'uno che volea farsi pagar l'osteria dalla sua innamorata, 234. Novità, sempre cercata dagli uomini, 1. Nozze, costume in esse degli antichi, 191.

Numeri nello scrivere donde nascano, 52.

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Diversità, ivi.Guida in amore, ivi.

Occhio infermo guasta il sano, ivi. Novella di uno che avea perduto un occhio, 146, 147. Odio contro gli scelerati aiuta la giustizia, 255.

Officii, scherzo gentile su questa parola, 134, 135.

Oglio, fiume che passa accanto Gazuolo in Mantovana, in esso perchè si gittasse una fanciulla, 212. (Vedi Contadinella.) Olimpici giochi dove si celebrassero, 168.

Omero in che imitato da Virgilio, 44.

Venerato da Alessandro, 57. Formò due uomini eccellenti per esempio della vita umana, e quali, 281. (Vedi Achille. Ulisse. Fenice.) Onestà delle donne non s'offenda, 159,

164. Come si scuopra, 174. Quanto si stimi, ivi. — Amata più della vita da alcune, 211. Opera migliore che possa farsi dal Cor tegiano qual sia, 248.

Operazioni, di varie sorte, 102, 103. Per esse si vien in cognizione del valore di chi le fa, ivi. Opinione, credesi alle volte più all' altrui che alla propria, 116. Opinione, facezie fuor d'opinione quai sieno, 132. (Vedi Ingannare.) Oratori diversi tra loro, benchè tutti perfetti, 50.

Orazione del Bembo allo Spirito Santo, 302.

Orazione d' uno annoiato sì della moglie, fin a voler morire di veleno, accennata, 190. (Vedi Marito.)

Orazio riprende gli antichi

per aver troppo lodato Plauto, 44. Ordine, cose dette fuor d'ordine fanno ridere, 150.

Orfeo, sua sentenza intorno a Giove, 182.

Orma di Dio si trova nella contemplazione, 300.

Osca lingua, affatto perduta, 48. Oscenità nelle facezie detestata, 140. Oscurità nel parlare si dee fuggire, 47. Nello scrivere, alle volte apporta grazia, 40, 41. Osteria, curiosa novelletta d'un amante che volea che gli fosse pagata l'osteria dalla sua amata, 234. (Vedi Sciocchezza d' un gentiluomo.) Ostinazione propria delle donne, 188. Ostinazione tendente a fine virtuoso si dee chiamar costanza, 189. Ottavia, moglie di Marc' Antonio, e sorella d' Augusto, lodata, 187. Ottimati, sorta di governo, 257. Ottomani (Gein), suoi detti, 138. Ovidio, gran maestro d'amore, 235. Alcuni costumi rozzi de' suoi tempi,

ivi.

Ozio, e suoi mali, 264.

P

Pace è in sè buona, deve essere il fine della guerra, 262. Disordine che suole avvenire in essa, 263. suo fine è la tranquillità, ivi. Principi gloriosi in guerra, perchè vadano in ruina in tempo di pace, 263, 264.

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Alessandro facesse divenir tutto il
mondo, 281.

Pavia. (Vedi cardinale di Pavia.)
Paolo (San) a che paragonato, 126. -
Rapito al terzo cielo, 304.
Paolo gentiluomo pisano, come liberasse
Tommaso suo padre dalle mani dei
Mori, 193.

Paura vana cagiona il riso, 153.
Pazzia delle donne in che si conosca, 275.
Pazzie diverse, 15.

Pazzi, divenuti tali in grazia di Dio,

secondo l'opinione di fra Mariano, si salvano sicuramente, 16. Pazzi (Rafaello De'), sua giocosa interpretazione, 147.

Peccare procede quasi sempre da igno ranza, 253.

Pedagoghi buoni, cosa insegnino a' fan ciulli, 251.

Peggiori (a') sempre s'attaccano le donne, 110.

Peleo padre d' Achille, 281.

Pentirsi, detto di un tale, che non comprava si caro il pentirsi, 211. Pepoli conte, discepolo del Beroaldo, 136.

Peralta capitano, motteggiato, 148. ·

(Vedi Molart. Aldana.)

Perdonar troppo a chi falla, è ingiurioso a chi non falla, 33.

Perfezione, chi più ad essa s'avvicina, è più perfetto, 5. Quanto sia difficile a conoscersi, 21. Di tutte le cose, non si trova nella natura umana, 113.

Pericle, sua continenza lodata, 204.
Oppugnata, 210.

Persia, ambasciatori del re di Persia

presso Filippo, quale pronostico facciano di Alessandro fanciullo, 319.

Persiana spada di Dario accommodata alla Macedonica prima ch'egli combattesse con Alessandro, cosa proPersiane nosticasse, 100, 101. donne col riprendere i loro uomini fuggitivi per la rotta di Ciro, sono cagione di lor vittoria, 197.-Persiani gentiluomini, molto gentili,

170.

Persuasion falsa di sè stessi, un de'mag giori errori de' principi, 245, 247.

Peste la più mortale al mondo qual sia, 247. Peste per dieci anni tenuta lontana da Atene per mezzo di chi, 194.

Pestiferi alle città quai sieno; loro ca-
stigo, 250.

Petrarca e Boccaccio, usarono parole
- Se fossero
oggidì rifiutate, 42.
stati vivi a' tempi dell' autore,
avrebbero tralasciato d'usar molte
Non si debbono soli
parole, 48.
imitare, 51.

Petrarca si rese immortale coll' avere in
grazia di Laura scritto, in lingua
volgare, il suo Canzoniere, 218.
Suoi versi in lode delle lettere, 60.
Acutamente interpretati, 61.

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Piacer falso qual sia, 286.

vero è sempre buono, 252.

Piacer

Piazza d'Agone in Roma; in essa si facea un'annual festa a' tempi dell'autore, 246.

Pietà verso Dio quanto necessaria nei principi, 267.

Pietro (San), suo tempio in Roma da chi rifabricato con gran magnificenza, 271.

Pii (Emilia De'), dama di grande spi

rito nella Corte d'Urbino, 11.
Ordina che si propongano i giochi,
13. Donne valorose di quella
casa accennate, 198.

Piccinino (Niccolò), suoi detti celebri
accennati, 75.

Pierpaolo, affettato nel danzare per
troppo studio, 36.
Pigmalione s'innamorò d'una statua
d'avorio da lui formata, 172.
Pindaro, discepolo d' una donna, 194.
Piramidi d'Egitto, e loro origine, 264.
- Celebrate
Pisane donne, lodate, 201.
da' poeti, ivi. — Pisani guerreggia-
no co' Fiorentini, 127, 128.
Pistoia, cognome d'uno che scherza con
fra Serafino, 139.

Pitagora sentiva nella musica certa di-
vinità, 88.- Come ritrovasse la
misura del corpo d' Ercole, 168.
Pittori, molto stimati dagli antichi, 64,

67 e seg.

Pittori tra se diversi, benchè tutti perfetti nella lor maniera, 50.

Pittura quale esser debba, 37. Se sia più nobile della scultura, 64, 65, 66,67.- Sua utilità, ivi.- Deve intendersi dal Cortegiano, ivi. - Assai stimata dagli antichi, 67 e seg.

Chi non la stima, è privo di ra-
gione, 65. Pittura, similitudine
di 45.81.
essa,

Platone, fu perfetto Cortegiano de' re di
Sicilia, 281.. Assegna alle donne
la custodia delle città nella sua Re-
pubblica, 178. Esso ed Aristo-
tele vogliono che l'uomo ben disci-
plinato sia anche musico, 63.
Plauto, troppo lodato dagli antichi, al
parere di Orazio, 44.

Poemi greci e latini, nati per cagion
delle donne, 218.

Poetesse insigni, accennate, 180.

Poeti che paiono e non sono filosofi, 114.
Polifilo, parole di esso troppo ricercate,
233.

Pompe in ogni genere di cose debbonsi
reprimere dal principe, 275.
Pontremolo (Giovan-Luca da), Auditor
di Rota, motteggiato, 148.
Ponzio scolare siciliano in Padova,
gran burlatore, 158. (Vedi Campa
nile.)

Popolar Consiglio dovrebbe istituirsi, ed a qual fine, 266. - Popolare amministrazione; sorta di governo, 257,258.

Popoli buoni, indizio del principe buo-
no, 260.
Popoli, come debbano
amare il principe, 267.
Porcaro (Antonio), 135.
Porcaro (Camillo), molto gentilmente
loda M. Antonio Colonna, 137.
Porcia, figliuola di Catone, e moglie di
Bruto, lodata, 187.

Porta (Domenico Dalla), Auditor di
Rota, motteggiato, 148.
Portamenti delle donne, diversi, 225.
Porte, che parlavano senza lingua e udi•

vano senza orecchie, facezia, 123. Porte XI sono in Firenze; si propose

una volta di farne altrettante, da chi e perchè, 128.

Porto, abonda di vestigi di gran fab. briche degli antichi, 271.

Potenti non si debbono molteggiare, 122, 151.

Potenza, nelle cose puramente naturali

precede l'operazione, 251. Potenza de' sudditi, nociva al principe, 268.E più facile impedirla da principio, che cresciuta reprimerla, 269.

Povero importuno che diede occasione a tre diversi motti, 122. Povertà de' sudditi, nociva al principe ed al governo, 268. Pozzuolo, abonda di vestigi dell'antica magnificenza, 271.

Precetti, molto giovano, 80. Prefetto di Roma, sopragiunge nella Corte d'Urbino in tempo di questi ragionamenti, 70. Lodato, ivi, 241. Suo motto, 149. (Vedi Della Rovere Francesco Maria.) Preghiere degli amanti debbono esser modeste, 229.

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Presunzione affettata d' alcuni, 100. Prete. (Vedi Messa.) Prete da VarJungo innamorato della Belcolore, 124.- Prete di villa come motteggiato, 136, 137.

Primo dee procurar di comparire nelle

publiche feste il Cortegiano, 82. Principe, condizioni in esso richieste,

270 e seg. Cose a lui convenienti, toccate sommariamente, 266 a 271.- Cure e cognizioni allo stesso necessarie, 275 e seg.- - Principe buono qual sia, 273. Quanto sia giovevole al mondo, 248. (Vedi Squadro.)-Principe cattivo quanto noccia, ivi. — Quando si conosca incorrigibile, dee abbandonarsi dal Cortegiano, 282. E perchè, ivi.

Principe elegger buoni ministri è proprio ufficio di esso, 200. Virtù de' principi necessarie, ivi.

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Convenienti, 244. Con esso dee principalmente conversare il Cortegiano, 94. E come possa in ciò essergli grato, ivi. — Principe mascherato come debba portarsi, 85.— Principi, aborriscono per lo più d'udire la schietta verità, e però nel porgerla loro si richiede gran destrezza, 247. Di che cosa abbiano essi più bisogno. 245. - Loro principal incumbenza, 260.-Principi cattivi e ignoranti, peggiori di certi colossi fatti di stoppa e di stracci, e perchè, 246. — Principi eccellenti quanto sien rari, 276. Principi, quando sono di buona natura,facilmente s'instituiscono, 279. Procuste, biasimato, 271. Profession di colui con cui si parla, attender si dee, 83.

Prometeo, qual sapienza fingesi che rubasse a Minerva e a Vulcano, 249. Propinqui come debbansi amare dal principe, 268.

Prosperità de' principi da che dipenda, 267. Prosperità, pericoli di essa, 264.

Proto da Lucca, sua novella, 134. Protogene, perchè biasimato da Apelle, 37. (Vedi Demetrio.)

Provenzal lingua antica non s'intende

dagli stessi paesani, 48. Prudenza che cosa sia, 256, 267. —

Corregge la mala fortuna, 267. Necessaria a tutte l'altre virtù, 274. Prudenza del Cortegiano, 113 e seg. Publio Crasso Muziano punisce troppo severamente un ingegnero, 99. Pudicizia nelle donne quanto sia laudabile, 205. E più commune in esse che negli uomini, ivi. — quai cose spesso da esse si venda stoltamente e vergognosamente,

275.

-

Per

Puglia, come si risanino colà gli atarantati, ovvero morsicati dalla tarantola, 15.

Querele, il Cortegiano dev'essere intendente delle querele che insorgono tra i nobili, 30.

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