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Rispondere al contrario, lentamente, e con certo dubbio, provoca il riso, 150. Rispondere all'improviso motteggiando, più conveniente, che dopo d'aver ben pensato, 161. (Vedi Motteggiare.)

Rispondere al non detto, fa ridere, 149. -Rispondere altramente di quello ch' aspetta l'uditore, è la sostanza delle facezie, 150.

Risposta argutissima d'una dama ad un cavaliere millantatore, 27. Rivali, come debbano trattarsi; scherzo, 233.

Riverente e rispettoso dev'essere il Cortegiano verso il suo principe, 92 e seg.

Rizzo (messer Antonio), suo detto discrepante, 148.

Roberto da Bari, eccellente nel contrafare, 124. Affettato nel danzare per troppa sprezzatura, 36.-Morto giovane; sue lodi, 241.

Rodi. (Vedi Demetrio.)

Roma, tradita da Tarpea, s'accenna,

196. - Moderna, feracissima di reliquie di grandi edifici degli antichi, 271.. Già regina del mondo, ora non si nomina che per la religione,

314.

Roma si chiamò una donna, capo di al

cune valorose Troiane, 194.

Romana giovane morta gloriosamente per difesa della sua castità, 213. Romana republica molto aiutata da Cicerone, 196. Romane donne. (Vedi Abbracciare.) Romani ciò che facessero per tenere il popolo allegro, 120, 121. Loro magnificenza nel fabricare, 271.

Romolo, sue imprese accennate, 195. Rovere (Signora Felice Della), sua mirabile deliberazione per conservare la castità, 214. Rovere (Francesco Maria Della), Prefetto di Roma, e poi duca d' Urbino, lodato, 241. (Vedi Prefetto di Roma.) Rota, magistrato celebre in Roma; indrizzar la Rota volea il papa con due gobbi; curioso scherzo, 148.

Ruota, bella comparazione d'una ruota
con Isabella regina di Spagna, 200.
Rusticità non dee diventar la modestia,
96.

S, lettera geroglifica, portata in fronte
dalla duchessa d' Urbino, 17. (Vedi
Aretino.)

Sabine donne, come giovassero all'au-
mento di Roma, 195, 196.
Sadoleto (M. Jacomo), suo ingegnoso

motto al Beroaldo, 136.
Saffo, poetessa eccellente, 194.
Sagacità nelle donne piace ad alcuni,
225.

Saguntine donne, lodate, 198.

Sallaza dalla Pedrada, suo gentil mot-
to, 137.

Salomone, sua Cantica accennata, 218.
Sannazaro, vario effetto che cagionarono

certi versi recitati come del Sana-
zaro, quando si scoperse che non
erano di lui, 110.

Sanese, suo detto, 140.

Sanesi, motteggiati, 127.

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Si danno

sotto la protezione dell'imperatore,
140.

San Leo, fortezza perduta, scherzo in-
torno a tal perdita, 144.
Sansecondo (Jacomo) eccellente in can-
tare alla viola, 120.

Sanseverino (Galeazzo), lodato, 34.
Santacroce (Alfonso), sua facezia, 142,
143.

Sapere, è l'origine del parlare e scriver
bene, 45.. Sopra tutte le cose è
desiderato dalla natura, 56.
Sapienza artificiosa qual sia, 249.
qual la civile, ivi,
Sardanapali infiniti si trovano al mon.
do, 202.

Sasso, sua natura, 250.

E

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Scultura se sia più nobile che la pittu-
ra, 65.
Sua difficoltà, 66.- Non
può mostrar molte cose, ivi.
Scurrilità dee fuggirsi dal Cortegiano,
159.

Secretezza in amore quanto giovi, 231.
Secreto come debba tenersi l'amore, 235.
Sedulità, propria delle donne, 180.
Semiramis, lodata, 202.

Semplicità nelle donne piace ad alcuni,
225.

Senile età, inetta a gustare i piaceri, 74.
Senocrate, sua continenza, 204.
gata, 209, 210.
briachezza, ivi.

-

- Ne-
Dedito all'ub-

Senofonte ammonitore di Agesilao, 247.

-

Sua sentenza, 267.

Senso, suoi errori nel giudicare, e suoi
danni, 286..

Ne giovani è poten-

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Serafino, medico Urbinate, novelletta di
esso, e d'un contadino, 146, 147.
Serafino, motteggiato per esser simile
ad una valigia, 139.
Serpi, perchè amate dalle donne, 16.-

Servi naturalmente quai sieno,
258.. Ad essi è più utile l'ubbi-
dire, che il comandare, ivi. -Ser-
vi, non debbono essere oziosi, anti-
co proverbio, 264.

Servire a' principi fin a qual segno si
debba, 97.

Servitù troppa ne' popoli quanto noci-
va al principe, 267, 268.

Sesto Pompeo spettatore in Massilia
della meravigliosa costanza d'una
donna, 189, 190.

Severi uomini debbonsi obedire appun-
tino, 99.

Sibille, lodate, 194.

Sicilia, già congiunta all'Italia, 313.
Signore veramente degno degli uomini
in terra qual esser dovrebbe, 257.
Signori che intervennero a' ragiona-
menti del Cortegiano, enumerati, 12,
13.
Signori buoni debbonsi eleggere da ser-
vire, 96, 97. Signori, favoriscono
alle volte chi non lo merita, 25.
Signoreggiare è di due modi, 258.
Simulazione dell'animo impossibile a
conoscersi, 104.

-

Sinatto maravigliosamente amato da
Camma sua moglie, 190 e seg.
Sinorige, infelice esito de' suoi amori
verso di Camma, cui ucciso avea il
marito Sinatto, 192.
Socrate vecchissimo impara musica, 62.
Sente in essa certa divinità, 88.
(Vedi Pitagora.) Si diletta delle
ironie facete, 143. Ama Alcibia-
de, 209.

Si maraviglia presso
Platone che Esopo abbia tralasciato
certo Apologo, 76.

Sofi re di Persia, sua Corte lodata, 170.
Sole, bella similitudine d'un raggio di
sole, 285, 286.

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95. -Gli stimati sono modestissi-
mi, 96.
Eccellenti nel gioco de-
gli scacchi, 106. (Vedi Mediocrità.)
Buoni motteggiatori, 117.
Per cagion di chi uccidessero tanti
Mori 218.

Spagnolo. (Vedi Diego.)
Spartane donne. lodate, 198.
Sparvieri. (Vedi Giovanetti.)

Specie umana senza donne non può con-
servarsi, 181.

Speranza nutrisce amore,

--

225.

Spe-

ranza di cose disoneste dee levarsi
affatto dalla donna amata all'aman-
te, 224.
Sperienza perfeziona il
giudicio, 73.
Sposalizio del mare si fa in Venezia il
giorno dell' Ascensione, 128.
Sprezzatura lodevole qual sia, 37.-La
troppo affettata si biasima, 36.
Squadro degli architetti comparato al
buon principe, 260.

Stadio di quanti piedi sia, 168.
Stagira, patria d'Aristotele, da chi e

per qual cagione riedificata, 281.
Statue di varii metalli fecero gli antichi

per onorare i celebri capitani, e per
istimolo alla loro imitazione, 248.
Statura più conveniente dell' uomo e del
Cortegiano qual sia, 29.

Stefano (San) vede i cieli aperti, 304.
Stile, donde 53.
nasca,

Strascino, buffone, 125.

Strozzi (Messer Palla), sua minaccia a
Cosimo de' Medici, 137.

Studii del Cortegiano, 58, 59.
Sudditi buoni, rendono grande e felice
il principe, 269. Che essi sieno
più savii di lui, è cosa perniciosa e
difforme, 246.

Superbia dee fuggirsi dal Cortegiano,
113.

Superstizioni dee fuggir il principe, 267.
Suspizion di ridere, i motti che in sè la
racchiudono, sono arguti, 146.

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Tedeschi, superati da Mario, 198. (Vedi
Germane.) Tedesco come salu-
tasse il Beroaldo, e come da esso ri-
salutato, 135.

Temistocle, suo detto intorno a' vecchi,
74. Sua bella sentenza, 272.
Temperanza libera da ogni perturbazio-
ne, a qual sorta di capitano compa-

rata, 254 È virtù perfetta, ivi.

-Dovrebbe possedersi da' principi,
Da essa nascono molte vir-

ivi.

-

-

tù, 255.
Tempo, giusto giudice del merito degli
scritti, 5.
Scuopre d'ogni cosa
gli occulti difetti, ivi.
Tempi passati, lodati alle volte non
senza errore, 73.

Teodelinda regina de' Longobardi, lo-
data, 198.

Teodora, greca imperatrice, lodata, ivi.
Teofrasto, conosciuto forestiero in Ate-

ne per parlar troppo ateniese, 4.
Teologi, scherzo intorno ai medesimi,
138.

Terra scavata nel far i fondamenti del
palazzo ducale d'Urbino, dove
s'avesse a riporre per sciocca opi-
nione di certo Abbate, 126, 127.
Tesauriero. (Vedi Dio.)
Teseo, lodato, 271.

Tevere, ove il Tevere entra in mare,

vennero dopo la guerra alcuni Troia-
ni, 194.

Timidità, alle volte cagiona il riso, 150.

-

- Timidità, nelle donne onde na-
sca, 184.
Timore de' buoni principi è per li po-
poli, non per sè stessi, 261.
Tirannide, è il pessimo de' tre governi
mali, 258.

Tiranni, detestati, 271. -

Temono per

loro, non per i sudditi, 261.
Tito Tazio, re de' Sabini, lodato, 195.
(Vedi Tarpea.)

Toison d'oro. (Vedi Cavalieri.)
Tolosa (Paolo), motteggiato, 147.
Tomiris, regina di Scizia, lodata, 202.
Tommaso, gentiluomo pisano, schiavo
de' Mori: come liberato da un suo
figliolo, e quanto amato dalla mo-
glie, 192, 193. (Vedi Argentina.)
Torello (Antonio), sua facezia, 148.
Torneamenti, come in essi debba dipor-
tarsi il Cortegiano, 82.

Torre (Marcantonio Dalla), sua novel-
letta, 133.

Toscane parole antiche rifiutate,debbon-
si fuggire dal Cortegiano, 39.-To.
scane voci quai sieno da tralasciar-
si, secondo il Castiglione, 47, 48.
Toscani, acuti ne' motti e nelle facezie,
117.

Tradimenti anche amorosi si dannano,
162.

Traditori de' principi, accennati, 211.
Tranquillità, è il fine della pace,
264.
Trofeo della vittoria dell' anima qual
sia, 202.

Troia perchè resistesse dieci anni a tutta
Grecia, 217.
Ruina di essa da

-

chi cagionata, 289.

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Ubaldino Ottaviano, 144.
Ulisse, nelle passioni e toleranze for-
mato da Omero, 281.
Ungheria. (Vedi Mattia Corvino.)-Re-

gina d'Ungheria, moglie del re
Mattia Corvino, lodata, 201.
Unico (l') o l'Unico Aretino, Pietro
Accolti, uno degli Interlocutori del
presente Dialogo; suo sonetto sulla
lettera S portata in fronte dalla du-
chessa di Urbino, 17.

Universal bellezza fa rivolger l'amante
in sè stesso, 300.

Un solo in molte cose preposto a go-
256. Un solo più facile

vernare,

-

a pervertirsi che molti, si prova con
una similitudine dell'acqua,
257.
Uomo, che si può dir picciolo mondo,
descritto, 291.

Uomo, sua proprietà e distintivo, 172.

-

Perchè dicasi odiare la prima
donna con cui si sia mescolato, 182.
Uomini, sempre cupidi di novità, 1.

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Si dilettano di riprendere, 2, 3.
Più bisognosi di tutti gli altri ani-
mali, 249.-Uomini belli alle volte
degni di biasimo, 289, 290. -Uo-
mini di grande statura, per lo più
di poco ingegno e di poca agilità,
29.

Urbanità, cosa sia, 118.

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Vendetta nobile, detto per ironia, 206.
Veleno, comparazione di esso con amo-
re, 109. (Vedi Cicuta.)

Venere Armata, perchè con questo titolo
fosse un tempio in Roma a lei sa-
cro, 196.

Venere Calva, tempio in Roma con tal
nome, e perchè, 196.

Veneziani, non ottimi cavalcatori, 37.
- Portavano le maniche a coméo,
Amichevolmente motteg-

-

102.
giati, 127.
Vergogna nobile, propria delle donne
ben nate, 176. È gran virtù, 205.
Da chi, e per ordine di chi, al mondo
recata, secondo le Favole, 249.
Verità, il difenderla è officio di buon
cavaliere, 204. - Dirla al principe
sempre ed in ogni cosa è il vero
fine del perfetto Cortegiano, 244,
245, 247, 280. Quanto do
vrebbe essere a cuore al principe, e
quanto dovrebbe esso industriarsi
per conoscerla, 266.
Versi. (Vedi Petrarca. Sannazaro.)
Vescovo di Potenza, proposto a farne
un mattonato ad una stanza,
132.
Vestiti bene, seguiti dagli sciocchi, 100.
Vicende umane accennate, 281.

Viduità, vivente il marito, in che con-
sista, 214.
Villani. (Vedi Nobili.)

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