La filosofia di Enrico Bergson

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Fratelli Bocca, 1914 - 317 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 238 - ... con l'aggiunta: logicis modis ineffabile). E già come mai pensare che un'attività dell'uomo, qual è il linguaggio, non raggiunga il suo scopo, e si proponga un fine assurdo, e viva nell'inganno, e non possa uscirne? Il linguaggio è radicalmente poesia ed arte: col linguaggio, con l'espressione artistica, l'uomo coglie la realtà individuale, quella sfumatura individuale, che il suo spirito intuisce e non rende in termini di concetti, ma come suoni, toni, colori, linee, e via dicendo. Perciò...
Pagina vii - ... finissime applicazioni che egli ha fatte di questo principio all'analisi del tempo, della durata, dello spazio, del movimento, della libertà, dell'evoluzione, spetta a lui il merito di avere rotto le tradizioni dell'intellettualismo e astrattismo del suo paese, dando per la prima volta alla Francia quella viva coscienza dell'intuizione che sempre le è mancata, e scotendo la fiducia eccessiva che essa ha sempre avuta nelle nette distinzioni, nei concetti ben contornati, nelle classi, nelle formule,...
Pagina 229 - ... autoaffermazione della ragione come ragione si trova nel più alto grado quella garanzia della verità e quella mediazione della verità che è l' evidenza razionale, la quale dà alla cognizione il carattere dell'assolutezza.
Pagina 219 - Il concetto è l'universale rispetto alle rappresentazioni...; ma, giacché il mondo della conoscenza è mondo di rappresentazioni, il concetto, se non fosse nelle rappresentazioni stesse, non sarebbe in nessuna parte: sarebbe in un altro mondo, che non si può pensare, e...
Pagina 216 - Nella cognizione profondita dalla filosofia deve rimanere intatta la distintane di soggetto e oggetto: l'identificazione dei due è, non solo non attestata, ma negata dalla coscienza. 2. «La conoscenza richiede, come suo carattere essenziale e costitutivo, che l'oggetto sia in sé (cioè indipendentemente dall'essere pensato o no, conosciuto o no) tale quale sta davanti al pensiero conoscente. In caso contrario non c'è né punta né poca conoscenza ; sarà errore, illusione, fantasma, quello che...
Pagina 3 - Cuore, ha sempre insistito sul principio uno, sull'unità del sistema, in cui si esprime l'unità dell'unico vero ("la complicazione comincia a diminuire; poi le parti entrano le une nelle altre; infine tutto si raccoglie in un punto unico, in un principio semplice.
Pagina 220 - Quindi ancora: se non si coglie la realtà nella sua concretezza piena che è l'individuale, non c'è cognizione. Se non si coglie la realtà concreta, individuale, nella sua organicità, nel tessuto di cui è parte e quella parte, nei suoi rapporti essenziali col tutto del quale è funzione e quella funzione, non c'è conoscenza. Se il concetto che sorge sulla...
Pagina 58 - Si chiama intuizione quella specie di simpatia Intellettuale per cui ci si trasporta nell'interno di un oggetto, per coincidere con ciò che ha di unico e per conseguenza d'inesprimibile.
Pagina 219 - tra l'individuale e l'universale non c'è mezzo termine : o c'è il singolo o c'è il tutto, in cui quel singolo rientra con tutti i singoli ». Non c'è in altre parole che...
Pagina 210 - ... inchiude l'esistenza dell'altro o degli altri, l'attività dell'uno non inchiude l'attività dell'altro o degli altri. Tra i diversi corpi il rapporto non è che accidentale, esterno. Le cose non tendono dal loro intimo cuore l'una all'altra, non si chiamano — per dirla metaforicamente — l'una l'altra con voce scaturente da un palpito profondo dell'essere immanente nell'intimissimo essere, compenetrato con l'intimissimo essere, come anelito alla integrazione dell'essere singolo con l'essere...

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