Raccolta di tutti i più rinomati scrittori dell' istoria generale del regno di Napoli: Caraccioli, T. Opuscula historica. 1769

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Nella stamperia di G. Gravier, 1769
 

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Pagina 46 - prese il cammino per Basilicata verso Salerno, dove dal Principe, e dalla Principessa di quella Città fu con apparato Regio ricevuto ed alloggiato. Ebbero ancora tutti gli altri signori alloggiamenti principali, con grande abbondanza di tutte le cose. Quivi si dimorò sua Maestà tre giorni intieri: dopo drizzò il viaggio verso Napoli, e passando per la Città della Cava, i Gentiluomini e Cittadini di quella nel passare gli presentorno un gran bacile d...
Pagina 77 - la Città a ragione restar con ansia e con sospetto alcuno perocché io veramente mi « reputo vostro Cittadino e Regnicolo, e certo con ragione avendo per tanti anni con « voi dimorato e trattato e, oltre di ciò, avendovi maritata con uno de' vostri Signori
Pagina 83 - ... tutto. Cosi furono fatti alcuni soldati per la Città e per la sua defensione. Ma per pagar loro gli stipendj s'ebbe assai fatica ad aver denari perché bisognò cavargli dalle mani de' Cittadini, Cavalieri e Mercanti Napoletani ed, in certo modo, taglieggiarli. Quei che delle cose pubbliche erano, oltre il Priore di Bari ed il Mormile, più zelanti e de...
Pagina 76 - Pozzuoli ed, introdotti alla presenza di quello, Antonio Grifone ("), Gentiluomo del Seggio di Nido, di bel giudizio e di belle lettere ornato, gli parlò...
Pagina 83 - ... stipendj s'ebbe assai fatica ad aver denari perché bisognò cavargli dalle mani de' Cittadini, Cavalieri e Mercanti Napoletani ed, in certo modo, taglieggiarli. Quei che delle cose pubbliche erano, oltre il Priore di Bari ed il Mormile, più zelanti e de' negozj publici s'impacciavano più degli altri e ne pigliavano fatica furo Placido di Sangro ed Antonio Grifone, ambi Cavalieri del Seggio di Nilo, riputati savj e di molta integrità e prudenza ed al Popolo carissimi; il Signor Diomede Carrafa...
Pagina 74 - ... far giudizio che più in Napoli che altrove succeder dovessero. Ma chi mai — si chiede il Castaido — avrebbe potuto indovinare che il Popolo di Napoli, tanto amorevole ed obediente al Viceré D. Pietro di Toledo, quale tanto riveriva e temeva, dovesse fra breve spazio di tempo, per cagione da principio leggiera e di poco momento, venire a tale che l'amore in odio e l'obedienza in disubidienza converter dovesse? E il Viceré, che tanti anni la Città avea tenuta cara e favorita in ogni occasione...
Pagina 104 - Aniello21 e dopo Giulio Cesare Caracciolo e Notar Santillo il quale, o perché fusse andato in Corte contro di lui o per altro, lo tenne una volta nove e un'altra volta otto mesi in carcere22.
Pagina 97 - Ma se pure vi tenete mal soddisfatti de" Nobili, « il che certo v'immaginate a torto, e volete col nostro sangue vendicarvi, « cominciate con me che non ho fatto né meglio, né peggio di quello « che abbiano fatto gli altri ». Le parole del Priore, dette con tanto bel modo e con tanta risoluzione, penetrorno i cuori di tutti. Onde approvando quanto egli diceva, in un tratto si acquietò il rumore e ciascuno a casa sua se ne andò a disarmarsi e ad aprir le botteghe e attendere a
Pagina 111 - Iasione delle guerre falle in Italia da Consalvo Ferrando di Aylar , di Cordova , detto il gran Capitano, tradotte in lingua Toscana da SBRTORIO QUATTROMANI. In Napoli , appresso Gio. Giacomo Carlino 1607. In 4
Pagina 93 - ... grande quanto mai altro ne fusse stato veduto, sicché coloro tutti che miravano quelle rovine non poteano tener gli occhi asciutti dalle lagrime. Nondimeno la Città, per aver mandato li suoi Ambasciadori a SM e desiderando acquietar le cose, mandò i suoi Deputati al Viceré richiedendo che volesse governare come prima perché altrimenti la Città non gli avrebbe data obbedienza. E volendo ciò protestarsi Pirro Boccapianola, uno de...

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