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raccostate le squadre a Brescia, colle artiglierie e colle mine si diede a travagliarla molto gagliardamente. Nè essa avrebbe mancato di arrendersegli, se la trascuraggine degli alleati, e la calata di Massimiliano re dei Romani, non lo avessero costretto ad allargare l'assedio. Ciò l'indispetti di maniera, che, rifiutando gli onori, le preghiere ed i denari propostigli dal senato, si licenziò dal comando, e si ridusse in Milano. Quivi venne molto a proposito l'opera sua per mantenere i cittadini in fede del re di Francia contro gl'interni mali umori e gli assalti dei Tedeschi condotti fino sotto le mura da Massimiliano. Quivi pure stavano in breve per colpirlo non attese sciagure.

Quanto al corso della guerra, diremo che Massimiliano non tardò a partire dall'Italia a guisa di fuggitivo, senza avere nemmanco assicurato Brescia dagli insulti ostili. Così tutti gli sforzi uniti dei Francesi e dei Veneziani si raccolsero attorno Verona, dentro la quale si erano chiusi 1800 fanti Spagnuoli, 4000 Tedeschi sotto un Giorgio Frundsperg, che da cinque anni militava in Italia e vi era per crescere a terribile fama, 500 Svizzeri accogliticci, alcune bande venturiere di cavalleggeri italiani, spagnuoli e tedeschi, e qualche centinaio di Greci, che, abbandonate le lunghe e curve targhe, sotto alle quali già erano soliti a combattere disarmati, avevano appreso a munirsi di elmo, di usbergo e di mazza d'arme, e, trascorrendo velocemente nelle file degli uomini d'arme, ferire e fuggire insieme (1).

(1) Mém. de Fleuranges, ch. LXXIII. - Giovio, Storie, XVIII.

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Presiedeva alla difesa di Verona Marcantonio Colonna, guerriero per doti di animo e di corpo salito a fama non volgare. Perciò durò essa a lungo; e invano gli assediatori vi avevano di già consumato attorno ventimila palle di ferro, quando la pace conclusa a Noyon, dapprima tra la Francia e la Spagna, e poscia confermata dagli Svizzeri e dal re dei Romani, ne aperse felicemente le porte ai Veneziani. Le soldatesche, che per cagione di questa pace furono licenziate dall'una e dall'altra parte, unironsi insieme, e, come fra breve narreremo, si voltarono a guisa di venturieri alla guerra di Urbino. Venezia, rimasta scema di poco territorio, ma di molta riputazione, dalla lunga e pericolosissima lotta, come Dio volle, posò. Riandando allora il passato, trovò di avere speso in tutta la guerra cinque milioni di ducati; conciossiachè tale fosse tuttavia in quei tempi la milizia, che l'onore ed il sangue si computassero a denari (1).

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544. In questa difesa Marcantonio Colonna caricò con molto vantaggio i cannoni a scheggia. « In un punto di tempo si fece << tanta uccisione d'nomini, che pochi ne camparono di quella moltitudine, la quale s'era fatta innanzi. Perciò che essi « avevano ripieno le artiglierie non solamente di palle, colle « quali l'ordinanza folta con certa e miserabil rovina era « stracciata; ma ancora di dadi di ferro, e di diversi pezzetti di « metallo fino alla cima della bocca, i quali cacciati dalla furia « della fiamma e della palla a guisa di gragnuola con mortal « violenza si venivano a spargere in tutte le parti, di maniera <«< che le corazze non reggevano punto ai colpi di quelle cose ». Giovio, Storie, XVIII. 559.

(1) A. Mocenici, 1. VI. &. ii. — Guicciard. XII. 253.

DOCUMENTI E ILLUSTRAZIONI

AL 3° VOLUME.

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NOTA XVI.

(a Parte IV. c. 1. §. II. pag. 20).

A. 1427.

Nota dei condottieri guerreggianti in Italia al soldo
di Venezia e dei costei alleati.

Il conte Francesco Carmagnuola capitan nostro generale lance 230.

Il signor di Mantova, lance 400. Pietro Gianpaolo, 196. Taddeo Marchese, 100. Frà Ruffino da Mantova, 88. Falza e Antonello, 63. Rinieri da Perugia, 60. Lodovico de'Micalotti, 70. Battista Bevilacqua, 50. Giovanni di Mess. Marino, 50. Bianchino da Feltre, 50. Buso da Urbino, 50. Scariotto da Faenza, 40. Lombardo da Pietramala, 30. Jacopo da Venezia, 10. Cristoforo da Fuogo, 8. Lance spezzate 115. -In Casal maggiore, Bernardo Morosini, 60. Iacopo da Castello, 26.—In Verona, Antonello di Roberto 50. Testa da Moia, 20. Iacopo da Fiminato, 13. Lance spezzate 12. -In Udine, Giovanni Sanguinazzo, 63.-In Venezia, ser Antonio degli Ordelaffi, 10.—In Ferrara, Volachino da Cologna, 45.-In Ravenna, il Conte Alendas, 45. Lance spezzate 11. Conte Luigi del Verme, lance condotte, 260. Orsino degli Orsini, 120. Messer Pietro Pelacani, 100. Giovanni da Pomaro, 38.

Contestabili delle Fanterie. Il signor di Mantova, fanti 200. Il conte Carmagnuola 210. Il Buso da Siena, 207. Il Cornacchia, 101. Simone Parzetto, 100. Il Quarantotto, 150. Il Perugino, 100. Masino Scaretto, 90. Andrea dà Cesena, 85. Antoniolo da Parma, 75. Cecco da Pisa, 75. Giuliano da Segna, 30. Stazelino da Montoliveto, 50. Ventura da Siena, 50. Lombardo Lombardo, 50. Niccolò da Cavoselmo, 50. Romanello da Siena, 40. II Grasso da Venosa, 30. Domenico da Venosa, 30. Cavriolo da Segna, 30.

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