Qual'è la vostra Patria? ò là chi fete? Eum. Forestieri noi fiamo, Ch'à questo nouo Clima Sin dal Auuido Arasse Fortuna più, che volontà ci craffe. Creo. Son menzogne inuentate. Deponete quei ferri, Prigionieri reftate. Ogn'vn sia di catene onufto, e cinto. Eurs. Ma qual legge l'impone? Creo. Va Regge vincitor così difpone. Glorioso,e trionfante, Correte ad humiliarui à le sue piante. Eur.) Enm.) 2. O Barbaro rigore (core. S'inchina il piè ma nó s'abbassa il SCENA SESTA. Antiocho. Creonte. Euridice. Eumene. Ant. Aurilla pregati a' pieds Sorget, voi, forget, Che gl'offequij non curo; e à Che Demetrio fia vinto, E Salamina cada, (balta me fol Troffeo de la mia destrase di mia spada.for. Aur. O come nel mirarlo, gono li inge. Vn certo no sò che mi moue à sdegno.noch. Eum) àpar. Dhe ti fulmini il Cielo,ò Rege indegno. Ant. Ma, che mi valdi vincitor il nome ? Che Che giouano i Troffei, Midestina del Fato empio tenore. E nel perderti,ò Dio nel duolo oppreffo, Creo. Chỉ sà, ch'egli non porti A Clima ignoto il piede, Imitator sublime, e degno herede. Ant. Maisen viene Lieto il bene Senza turbine di guai. Picciol nube li contende Il fulgor de vaghi rai. Mainel Cielo Co'l suo zelo Pioue gratie vn'altro pio, Ch'è costretto A cangiar suo vago aspetto Da ascendente iniquo, e rio. parte. Eur. Cosi con fier tormento ,, Gioue sempre ti tolga. „Scelerato Tiranno, ogni contento. Creo. Soldati à la fuga Mirate, Che irate Sen vengon le spade Del Del Sirio crudel; 1 Frigi fi danno alla faga lasciando Eum. Euridice, sen viene L'auttor delle tue pene. Io con Aurilla Mi ritiro in disparte, • La conoscenza tua cela con l'arte. SCENA SETTIΜΑ. Demetrio. Cliftarco: con soldati dell' effer cito. Euridice. Eumene, Dem. Au rilla in difparse. Vegite pur, fuggite Spiriti fcelerati, anime viti; Da vostre prede hoßili Non fon le noftre destre intimidite. Fuggite put, fuggite. Vode Euridicè. Ma che scorgo? che miro? Euridice? Euridice? Come qui ti vegg'io, Equal forte seuera Ti fà schiaua d'Antiocho,e prigioniera Eur. Di Euridice, che parli? 10 Guer P Guerriero à me fù sempre Huomo son'io, e da lontano Polo E cangiai libertà con le catene. Dem Euridice non fei? Eur. Io mai Signor ti viddi. 2 D.Il tuo nome? E. Aristadro. (gõte. D.O Dei! Dormo son desto sogno? ò pur traueggio? cl. Non è,non è stupore: Ne l'humana figura Anco con l'ingannar scherza natura. Dem. S'vn volto m'inganna, Che Nume spietato S'il sguardo, s'abbaglia Eum. Rauiua pur Signora قو parte. Seguito Por fo Portiam in Salamina Frå le turbe confuse il piè vagante. Chi sà, ch'iui il destino Non apporti solleuo al cor Amante. Eur. No,non credo, No, non spero, Che la forte Cofi corte Del mio duol destini l'hore: Sò il rigore Di sue pene. (ne. Tardi sé parte il mal, che presto vie. Sì che il core Ne l'ardore Con speranza Sol s'auanza, Ma s'incontra in pari affetro: S'è negletto Più non spera, E s'aborisce ogn'hor alma feuera. SCENA OTTAVA. Cortil Reggio. Zerbillo. Ergista. Il paggio da mano alla Vecchia facendoli strada. Ati soslegno Zer. Frigonomice in me t'affida, Che de l'antichità farò la guida. Erg. Caro appoggio, e foaue Che |