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STORIA

DELLA

LETTERATURA

ITALIANA

1.

DELLA

LETTERATURA ITALIANA

PARTE PRIMA

Letteratura degli Etruschis

La Storia generale della Letteratura Italiana, ch' io in

I. Oscurità

de' primi

d'Italia.

traprendo a scrivere, dee necessariamente prender principio ed incerdagli antichi popoli che in Italia ebbero stanza ed impero. tezza del Ma chi furono essi? D' onde, e come vi vennero? Quali fu- la storia rono i lor costumi, le loro imprese? Eccoci in una questio- abitatori ne involta ancora fra dense tenebre, cui dottissimi uomini hanno finora cercato invano di sciogliere e diradare. Aborigini, Ombri, Pelasgi, Tirreni, Liguri, ed altre genti di somiglianti nomi, dagli antichi autori si veggono nominati tra quelli che furon de' primi ad abitare e a coltivare l'Italia; molti tra' moderni scrittori hanno l'ingegno e il saper loro rivolto a indagare l'origine, e a descriver la storia di questi popoli: Ognuno di essi forma il suo proprio sistema: ognuno crede di averlo ridotto a quell' evidenza di certezza, a cui un fatto storico si possa condurre; ma questa evidenza comunemente non vedesi che dagli autori medesimi di tai sistemi: gli altri confessano che siamo ancora al buio, e appena sperano di poterne uscire giammai. A me non appartiene l'entrare in si aspro spinaio. Chi fosse vago. di pur risaperne alcuna cosa, può consultare ciò che con somma erudizione ne han disputato il marchese Maffei ne' suoi Ragionamenti sugl' Itali primitivi, monsig. Mario Guarnacci nelle sue Origini Italiche, il sig. Jacopo Durandi nel suo Saggio sulla Storia degli antichi popoli d' Italia, e il padre Stanislao Bardetti della Compagnia di Gesù nella sua opera De' primi abitatori d'Italia.

Tomo I.

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lebri tra

essi sono

gli Etruschi.

II. Gli Etruschi sono que' soli, tra le nazioni che prima I più ce della fondazion di Roma abitaron l'Italia, di cui qualche più certa notizia ci sia rimasta. Di essi veggiam farsi menzione in molti degli antichi scrittori, e le cose che essi quà e là ne dicono sparsamente, bastano a farci intendere quanto possente nazione essa fosse, e quanto grande imperio avesse ella in Italia. » Il regno degli Etruschi, dice Livio » ( Dec. 1, l. 1), innanzi a' tempi dell' impero romano am» piamente si distese e in terra e in mare. Quanto potere es» si avessero ne'due mari inferiore e superiore, da cui l'Ita» lia a guisa d'isola vien circondata, il dimostrano i loro no» mi; che l'uno dagli Italiani fu detto Tosco con nome alla » lor nazione comune, l'altro Adriatico da Adria Colonia

III. Fatiche

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degli Etruschi.» Quindi egli aggiunge che l'Italia tutta fino alle Alpi fu da essi abitata e signoreggiata, toltone sola il piccol tratto di terra, che a' Veneti apparteneva. Nè punto meno onorevole testimonianza rende loro Diodoro Siciliano. I Tirreni, dice egli (1.5, c.9),, chiamando con questo nome gli Etruschi, benchè altri vogliano che due diversi popoli essi fossero, uniti poi e confusi in un solo, » i » Tirreni celebri per fortezza e a grande impero saliti, di » molte e ricche città furono fondatori. Possenti ancora in » armate navali, avendo lungamente signoreggiato il mare, » dal lor nome medesimo chiamarono il mar d'Italia. Fu»rono ancora numerosi e forti i loro fanti, ec. » le quali cose da più altri antichi autori vengono confermate.

III. Queste testimonianze degli antichi scrittori, ed alcu di molti ni monumenti etruschi, che verso il fine del XV secolo fudotti per rono felicemente disotterrati, cominciarono a risvegliare la storia negl' Italiani un nobile desiderio d'internarsi più addentro e le anti- nella cognizione della storia di questi si illustri loro antena

illustrarne

chità.

ti; desiderio che in questi ultimi tempi singolarmente tanto
vivo si fece ed ardente, che alcuni anni addietro di altro
quasi non favellavasi in Italia tra gli eruditi, e singolarmen-
te in Toscana, che di monumenti etruschi, di caratteri etru-
schi, di lingua etrusca, di sepolcri, di statue, di tazze etru-
sche. Ne abbiamo una chiara riprova nell' Etruria regale
del Dempstero, nelle giunte e ne'supplementi ad essa fatti
dal senator Buonarroti e dal Passeri, nel Museo etrusco
e nelle altre opere del proposto Gori, ne' Saggi dell'Ac-

cademia di Cortona, e in tanti altri libri, che ad illustrare le antichità etrusche furono pubblicati. Anzi anche le straniere nazioni da un somigliante entusiasmo per le glorie degli Etruschi parver comprese. Ginevra, Parigi, Lipsia, e per fino Londra e Oxford si vider piene di libri intorno all' etrusche antichità; come ce ne fanno fede le opere di Lodovico Bourguet, del conte di Caylus, di Gio. Giorgio Lottero, di Giovanni Svinton, le Memorie dell' Accademia delle Iscrizioni e delle belle lettere di Parigi, gli Atti di Lipsia, ed altre somiglianti opere periodiche, ed anche la Storia universale degli eruditi Inglesi, i quali la gloria degli antichi Etruschi hanno assai più oltre portata (Hist. Univ. t. 14, p. 214, 308), che da alcun Italiano non sia mai stato fatto, come poscia vedremo. Della Letteratura adunque degli Etruschi ci convien qui favellare, e da essi dare cominciamento alla Storia della Italiana Letteratura.

v.

IV.

però mol

ancor ris

IV. E certo pare che dopo tanti libri, che intorno agli Etruschi abbiam veduto uscire alla luce, le cose loro do- In essa vrebbon essere rischiarate così, che anche ciò che appartie- ti punti ne alla loro Letteratura, fosse omai chiaro e palese. E non- non sono dimeno, come in altre cose, così ancora in ciò che spetta chiarati. alle scienze da essi coltivate, noi siamo ancora in gran parte all'oscuro. Nè ciò per colpa degli eruditi scrittori, i quali niuno sforzo certamente han trascurato per illustrare il loro argomento. Ma tutti gli sforzi che ad illustrare le antichità si adoperano, cadono in gran parte a voto, quando ci manca la scorta degli autori, o deʼmonumenti antichi. A veder chiaro nelle cose degli Etruschi ci converrebbe o avere gli storici lor nazionali, che le cose da essi operate avessero diligentemente descritte; o avere storici stranieri sì, ma ad essi vicini o di età, o di luogo; o avere gli antichi lor monumenti, ma tali, che si potessero sciferare sicuramen

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e le principali epoche delle loro vicende chiaramente ne stabilissero. Or degli storici etruschi non ci è rimasto pur uno. Gli storici latini, le cui opere non sono perite, troppo eran lontani da' tempi a cui fioriron gli Etruschi; e unicamente intenti ad innalzare la gloria de' lor Romani, nulla curavansi di quella degli antichi loro nimici, di cui perciò appena fecero motto. Gli storici greci non solo per la maggior parte di età, come i latini, ma di luogo ancora troppo

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