Dei costumi dell'isola di Sardegna: comparati cogli antichissimi popoli orientali, Volumi 1-2All'Uffizio della civiltà cattolica, 1850 - 439 pagine |
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Dei costumi dell'isola di Sardegna: comparati cogli antichissimi ..., Volumi 1-2 Antonio Bresciani Visualizzazione completa - 1850 |
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 252 - Vulgate differs slightly from both: nolumus autem vos ignorare, fratres, de dormientibus, ut non contristemini, sicut et ceteri qui spem non habent.
Pagina xxiii - In questo mezzo la lionedda spicca un suono allegro e spiritoso, e il morto giovinetto guizza, in pie, batte le mani, leva e trincia una caprioletta leggera mentre tutta la brigata, dato giù quel furore, ricompone il passo, assesta il cerchio, e rapidissima galoppa e scambietta e si diguazza in un tripudio fiorito. Poi rimetton la carola a tondo, e diveltisi dalla corona a due a tre, danzano in atto carezzevole innanzi al risorto donzello, il quale ballonzola e porge le mani a questo ea quell'altro....
Pagina 223 - ... ratta al defunto, un presentaneo cantico intuona. E in prima tesse onorato encomio di sua prosapia e canta i parenti più prossimi, ascendendo di padre in padre insino a che montano le memorie fedeli di tutti i sangui di suo legnaggio: appresso riesce alle virtù del defunto, e ne magnifica di somme laudi il senno, il valore e la pietà. Questi carmi funerali son dalla prefica declamati quasi a guisa di canto con appoggiature di ritmo, e intreccio di rima e calore d'affetti e robustezza d'imagini,...
Pagina 178 - ... già fui, né compagni ebbi all'opra, il dotto fabbro. Bella d'olivo rigogliosa pianta sorgea nel mio cortile, i rami larga e grossa molto, di colonna in guisa. Io di commesse pietre ad essa intorno mi architettai la maritale stanza, e d'un bel tetto la coversi, e salde porte v'imposi e fermamente aitate.
Pagina xxii - Tremavan tutti della persona (ed anco in ciò scernesi l'origine orientale), e il tremolìo or era lieve a guisa di ribrezzo, e talvolta gagliardo e rotto da un certo come fremere. I volti eran seri e scuri, gli occhi a terra, e il capo quando levato, e quando chino e col mento in seno. Segni di tristezza chiusa in fondo del cuore. E intanto la lionedda sonava un gemito rauco e lamentoso, e talora sì fievole che parea spento; sinché a mano a mano iva sollevandosi in uno strepito intronato e fondo,...
Pagina 270 - D'Ettore il corpo al tuo pie strascinato farò pasto de' cani, e alla tua pira dodici capi troncherò d'eletti figli de" Teucri, di tua morte irato. Disse; ed opra crudel...
Pagina 239 - Parlami il vero. In region straniera Porti tu forse, per salvarli, questi Preziosi tesori? O forse tutti Di spavento compresi abbandonate La città, da che spento é il tuo gran figlio Che a nullo Achivo di valor cedea? Oh chi se
Pagina 222 - Altre si abbandonano sulla bara, altre si gittano ginocchioni, altre si stramazzan per terra, si rotolan sul pavimento, si spargon di polvere; altre, quasi per sommo dolor disperate, serran le pugna, strabuzzan gli occhi...
Pagina 222 - Or in sul primo entrare al defunto, tengono il capo chino, le mani composte, il viso ristretto, gli occhi bassi e procedono in silenzio quasi di conserva oltrepassando il letto funebre, come se per avventura non si fossero accorte che bara nè morte ivi fosse.
Pagina 8 - ... e massicci, che ciascun d'essi nelle nostre alpi sarebbe un albero di gran podere. Onde pensate voi il magnifico orrore di quelle selve. Là dentro in quel cupo il silenzio non è rotto che dal fischio dei venti o dal fragor delle acque che dirupano nelle valli ; e la solitudine non è tolta che dalle torme dei cervi, delle damme e dei cavrioli fuggenti fra gli ermi recessi della foresta. Ivi s'accovano, tra i vepri e sotto gli scogli ei macchioni de...