Poesie italiane e latine e proseF. Lao, 1843 - 315 pagine |
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Parole e frasi comuni
acerba adorno AGOSTINO GALLO alcun alma amante amica amore ANGELO DI COSTANZO Apollo aprica Aragona arda ardente avea bella bellezza Bernardo Tasso brama canto Carlo caro ch'a ch'io Chè chiaro ciel componimenti crudel cuore dice diletto divin dolce dolore donna dovea duol duolsi empio eterno fama fato felice fiero figlio fiori foco fortuna Galeazzo di Tarsia gentil giorno gloria gran infelice ingegno l'alma l'altro lacci d'Amor lasciar latini leggiadro lettera lieto lodi Luigi Tansillo lume Minturno mira mondo morir morte mostra Napoli nobil occhi ognor omai onore patria pena pensier perocchè Petrarca piango pianto pietà poesia poeta poetica potea pregi pria Principe di Salerno ragion regno regno di Napoli rime Rota Sannazzaro scritto scrive sdegno secolo sente Signor soggiunge solea spente spera spirto splendore stile Toledo Torquato Tasso vede veggio versi Vicerè virtù Vittoria Colonna viva
Brani popolari
Pagina 288 - Sarebbe troppo lunga istoria, s'io volessi contare l'orrore di quella notte infernale; e benché la verità sia molto maggiore di quello che si potesse dire , io dubito che le parole mie pareranno vane. • Che gruppi d...
Pagina 288 - Io, mezzo tra paura e speranza, ma un poco più vicino alla paura, la sera del ventiquattro del mese mi ridussi, avanti che si colcasse il sole, nell'alloggiamento; avendo veduto quasi la più parte delle donne della città, ricordevoli più del pericolo che della vergogna, a piedi nudi, coi capelli sparsi, coi bambini in braccio andare visitando le chiese, e piangendo chiedere a Dio misericordia.
Pagina 289 - In mezzo del porto si vedeano per lo mare infiniti poveri, che mentre si sforzavano di arrivare in terra, la violenza del mare gli avea con tanta furia battuti nel porto, che pareano tante...
Pagina 91 - ... veder vostre luci alme e serene, che superbia e disdegno or mi nasconde : e voi mirando il mio mal senza pare, temprereste il dolor de' martfr vostri con l'intenso piacer del mio penare.
Pagina 174 - Tra' vostri nidi il gran Virgilio nacque ? Dimmi, bella Sirena, ove a lui piacque Trapassar l'ore sue tranquille e liete (Così sian l'ossa tue sempre quiete): È ver ch'in grembo a te, morendo, giacque ? Qual maggior grazia aver dalla fortuna Potea ? Qual fin conforme al nascer tanto ? Qual sepolcro più simile alla cuna ? Ch'essendo nato tra '1 soave canto Di bianchi cigni, al fin...
Pagina 288 - I frati e il priore, persona santissima, che erano andati alla chiesa per cantare mattutino , sbigottiti da sì atroce tempesta, con le croci e reliquie di santi, e con devote orazioni, piangendo, vennero ove io era con molte torce allumate : io, pigliato un poco di spirito, andai con loro alla chiesa, e gittati tutti in terra non facevamo altro che con altissime voci invocare la misericordia di Dio , ed aspettare ad ora ad ora che ne cadesse la chiesa sopra.
Pagina 289 - ... che tutte si rompessero: era pieno tutto quello spazio di persone affogate, o che stavano per affogarsi; chi con la testa, chi con le braccia rotte, ed altri che loro uscivano le viscere. Né il grido degli uomini e delle donne che abitano nelle case vicino al mare, era meno spaventoso del fremito del mare; si vedea dove il dì avante s'era andato passeggiando sulla polvere, diventato mare più pericoloso del Faro di Messina.
Pagina 90 - Chi vede gli occhi vostri, e di vaghezza Non resta vinto al primo incontro, e privo Dell'alma, può ben dir che non è vivo, Né sa che cosa sia grazia, e bellezza. Chi non gli vede ancor, può...
Pagina 289 - ... venire dall'isola di Capri a Napoli. La regina giovane, scalza, con infinito numero di donne appresso, andava visitando le chiese dedicate alla Vergine madre di Dio. Nel porto non fu nave che potesse resistere, e tre galee...
Pagina 290 - ... la mattina, si videro con grandissima pietà annegare, senza che si salvasse pur un uomo.