Comedia di Dante degli Allagherii, Volume 3;Volume 40

Copertina anteriore
Tipografia Regia, 1866
 

Altre edizioni - Visualizza tutto

Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 243 - Fiorenza, dentro dalla cerchia antica, Ond' ella toglie ancora e terza e nona, Si stava in pace, sobria e pudica. Non avea catenella, non corona, 100 Non donne contigiate, non cintura Che fosse a veder più che la persona.
Pagina 340 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti desiati, E per trovar lo cibo onde gli pasca, In che i gravi labor gli...
Pagina 157 - La tua città, che di colui è pianta Che pria volse le spalle al suo Fattore, E di cui è la invidia tanto pianta, Produce e spande il maladetto fiore Ch'ha disviate le pecore e gli agni, Però che fatto ha lupo del pastore. Per questo l* Evangelio ei Dottor magni Son derelitti, e solo ai Decretali Si studia sì, che pare a
Pagina 457 - La bellezza ch' io vidi si trasmoda Non pur di là da noi, ma certo io credo Che solo il suo fattor tutta la goda. Da questo passo vinto mi concedo, Più che giammai da punto di suo tema Soprato fosse comico o tragedo.
Pagina 405 - Non fu la Sposa di Cristo allevata Del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, Per essere ad acquisto d'oro usata; Ma per acquisto d' esto viver lieto E Sisto e Pio, e Calisto ed Urbano Sparser lo sangue dopo molto fleto.
Pagina 336 - Che segue il tauro, e fui dentro da esso. O gloriose stelle, o lume pregno Di gran virtù, dal quale io riconosco Tutto, qual che si sia, il mio ingegno; Con voi nasceva, e s...
Pagina 413 - Tale, balbuziendo ancor, .digiuna, Che poi divora, con la lingua sciolta, Qualunque cibo per qualunque luna; E tal, balbuziendo, ama ed ascolta La madre sua, che, con loquela intera, Disia poi di vederla sepolta.
Pagina 69 - Ver non lo illustra, Di fuor dal qual nessun vero si spazia. Posasi in esso come fera in lustra, Tosto che giunto l' ha : e giugner puollo, Se non, ciascun disio sarebbe frustra: Nasce per quello a guisa di rampollo Appiè del vero il dubbio : ed è natura , Ch' al sommo pinge noi di collo in collo.
Pagina 507 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria.
Pagina 23 - Nell' ordine ch' io dico sono accline Tutte nature per diverse sorti, Più al principio loro e men vicine; Onde si muovono a diversi porti Per lo gran mar dell' essere, e ciascuna Con istinto a lei dato che la porti.

Informazioni bibliografiche