Opere di Torquato Tasso colle controversie sulla Gerusalemme poste in migliore ordine, ricorrette sull'edizione fiorentina,: La Gerusalemme conquistata

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Presso Niccolò Capurro, 1821
 

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Pagina 327 - L di corpo Tancredi agile e sciolto, E di man velocissimo e di piede. Sovrasta a lui con l'alto capo, e molto Di grossezza di membra Argante eccede. -^ Girar Tancredi inchino e in...
Pagina 5 - Cosi trapassa al trapassar d'un giorno de la vita mortale il fiore e '1 verde ; né perché faccia indietro april ritorno, si rinfiora ella mai, né si rinverde. Cogliam la rosa in su '1 mattino adorno di questo di, che tosto il seren perde ; cogliam d'amor la rosa : amiamo or quando esser si puote riamato amando.
Pagina 5 - ... 1 suo infiammato viso fan biancheggiando i bei sudor più vivo: qual raggio in onda, le scintilla un riso ne gli umidi occhi tremulo e lascivo. Sovra lui pende; ed ei nel grembo molle le posa il capo, e '1 volto al volto attolle, ei famelici sguardi avidamente in lei pascendo si consuma e strugge.
Pagina 11 - Forsennata gridava : — O tu che porte teco parte di me, parte ne lassi, o prendi l'una o rendi l'altra, o morte dà insieme ad ambe: arresta, arresta i passi, sol che ti sian le voci ultime porte, non dico i baci: altra più degna avrassi quelli da te.
Pagina 9 - Qual uom da cupo e grave sonno oppresso dopo vaneggiar lungo in sé riviene, tale ei tornò nel rimirar se stesso, ma se stesso mirar già non sostiene: giù cade il guardo, e timido e dimesso, guardando a terra, la vergogna il tiene. Si chiuderebbe e sotto il mare e dentro il foco per celarsi, e giù nel centro.
Pagina 90 - Pur tragge al fin la spada, e con gran forza percote l'alta pianta. Oh meraviglia! manda fuor sangue la recisa scorza, e fa la terra intorno a sé vermiglia. Tutto si raccapriccia, e pur rinforza il colpo e '1 fin vederne ei si consiglia. Allor, quasi di tomba, uscir ne sente un indistinto gemito dolente, che poi distinto in voci: «Ahi!
Pagina 84 - ... temean, senza saper qual cosa siasi quella però che gli sgomenti, se non che '1 timor forse ai sensi finge maggior prodigi di chimera o sfinge.
Pagina 69 - Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona tu ancora, al corpo no, che nulla pavé, a l'alma si; deh! per lei prega, e dona battesmo a me ch'ogni mia colpa lave.
Pagina 6 - 1 suo infiammato viso Fan biancheggiando i bei sudor più vivo. Qual raggio in onda, le scintilla un riso Negli umidi occhi tremulo e lascivo. Sovra lui pende ; ed ei nel grembo molle Le posa il capo , e '1 volto al volto attolle ; xix E i famelici sguardi avidamente In lei pascendo, si consuma e strugge.
Pagina 90 - Ahi! troppo - disse - m'hai tu, Tancredi, offeso: or tanto basti. Tu dal corpo che meco e per me visse, felice albergo, già mi discacciasti: perché il misero tronco a cui m'affisse il mio duro destino anco mi guasti? Dopo la morte gli avversarii tuoi, crudel, ne

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