Della volgare eloquenza di Dante Alighieri

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G. Bernardoni, 1868 - 91 pagine
 

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Pagina xvi - De vulgari eloquentia, dove intendeva di dare dottrina a chi imprendere la volesse, del dire in rima; e comecchè per lo detto libretto apparisca lui avere in animo di dovere in ciò comporre quattro libri, o che più non ne facesse dalla morte soprappreso, o che perduti sieno gli altri, più non appariscono che due solamente.
Pagina 41 - E la semplicissima quantità, che è » uno, più appare nel numero dispari, che nel pari; ed il sem» plicissimo colore, che è il bianco, più appare nel citrino, che » nel verde. » Adunque ritrovato quello, che cercavamo, dicemo, » che il volgare illustre, cardinale, aulico e cortigiano in » Italia è quello, il quale è di tutte le città italiane, e non pare » che sia di niuna, col quale i volgari di tutte le città d' Ita» Ha si hanno a misurare, ponderare e comparare.
Pagina 41 - Seneca e Numa Pompilio. Ed il volgare di cui parliamo, il quale è innalzato di magisterio e di potenzia, innalza i suoi di onore e di gloria. E ch'el sia da magisterio innalzato, si vede, essendo egli di tanti rozzi vocaboli italiani, di tante perplesse costruzioni, di tante difettive pronunzie, di tanti contadineschi accenti, così egregio, così districato, così perfetto e così civile ridotto, come Cino da Pistoia e l'amico suo nelle loro canzoni dimostrano.
Pagina 40 - Italia, ma sono comuni in tutte ; tra le quali ora si può » discernere il volgare, che di sopra cercavamo, essere quello, » che in ciascuna città appare, e che in niuna riposa. Può
Pagina xvi - ... mettere in mostra solamente ciò che faceva per lui, usò la magra furberia di lasciare indietro le parole « dove intendeva di dare dottrina a chi imprender la volesse, di dire in rima,
Pagina viii - ... del caso. Una parte principale di quella questione era intorno alla poesia drammatica; e su questo punto il libro allegato da molti come autorità irrefragabile...
Pagina 30 - Federico? che il sonaglio del secondo Carlo ? che i corni di Giovanni e di Azzo marchesi potenti ? che le tibie degli altri magnati ? se non, Venite, carnefici, Venite, ingannatori, Venite, settatori di avarizia.
Pagina xxv - Linguaggio dei maggiorenti della Nazione. Cotesta forma a lui pareva che fosse trovata pel nostro Idioma quanto alle Canzoni , siccome l'aveano trovata pel loro, in modo affine, i Provenzali. Ma si tenga fermo che sempre innanzi gli sta il Latino, signore legittimo dell'alto Stile ed eccellente; e il vagheggiato Italiano Illustre chiama egli in più luoghi Latino Illustre (cosi ha il Testo originale), ed in Latino scriveva il Trattato dell'Eloquenza Volgare.
Pagina 45 - Questo veramente hanno usato gì' illustri dottori che in Italia hanno fatto poemi in lingua volgare ; cioè i Siciliani, i Pugliesi, i Toscani, i Romagnuoli, i Lombardi, e quelli della Marca Trivigiana e della Marca d'Ancona. E conciossiachè la nostra intenzione (come avemo nel principio dell

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