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DEBÒTO, avv. Fra poco: A momenti ; Quanto prima; Fra breve; Da qui a poco; Da qui a un credo; Da qui a un ottavo d'ora.

DEBOTO XE MEZA NOTE, Mezza notte è vicina; Il dì è presso, e simili. V. Dessa

DESSO.

DEBÙ, s. m. Francesismo stato da pochi anni introdotto dai novatori di lingua, come voce teatrale da Début, che vale Cominciamento, Principio, Introduzione. Dicono DEBÙ, e i più idioti PRIMO DEBÙ DE LA PRIMA DONA, per Prima comparsa o azioneo fatica o recita della etc. Da questo DEBU viene il seguente. DEBUTÀR, v. che si vede qualche volta anche stampato negli avvisi teatrali, dal francese Débuter, che vale Cominciare, Principiare, e s'allude al Primo comparire d'un personagio nuovo sulla scena. Dicono per esempio, Avrà l'onore di debutare o di fare il primo Debuto, per Esporsi al pubblico la prima volta; Far la sua prima azione o comparsa teatrale. È anche usato il participio DEBUTANTE per Esordiente. DECADER. V. DESCAZER. DECADÚDO, V. DESCAZUO. DECAMPAR, v. Decampare, dicesi per Ritirarsi, rinunziare, desistere, cedere, spogliarsi delle sue ragioni, rinunziare alla sua opinione L'HA DECAMPA, Desistette; Cede; Rinunziò.

DECAPITAR, v. Decapitare o Decollare.

DECAPITAR UNO, detto fig. Perder uno nella vita civile, cioè Infamarlo, Farlo cader di concetto.

DECERNIR, v. ant. Discernere, nel sign. di Comprendere coll'intelletto, Conoscere. DECERVELAMENTO o MATIMENTO, s. m. Rompicapo; Stordimento, Si dice di Cosa che giunga altrui molesta. DECERVELARSE, v. Dicervellarsi e Discervellarsi, Applicarsi con soverchia attenzione, Rompersi il capo.

In altro sign. Beccarsi il cervello; Stillarsi il cervello, Fantasticare; Arpicare col cervello; Mulinare; Girandolare, Andar vagando coll'immaginazione. Abbacare degli zeri, vale Armeggiar col cervelo senza conchiusione.

EL M'HA DECERVELA, Ei m'ha dicervellato, cioè Sbalordito, stordito colle strida o altro frastuono.

DECESSO, add. (Latinismo) Morto; e anche da alcuni sustantivamente per Morte. AVANTI EL SO DECESSO, Prima della sua morte o mancanza. DECIDER, v. Decidere, dicesi per Giudicare. Decidere una quistione, una lite.

DECIDERSE O BEN DRENTO O BEN FORA, Pigliar partito decisivamente; Appigliarsi o Afferrarsi ad un partito; Affermare o negare; O si o no; Risolvere dentro o fuori.

Usasi ancora per Consistere o Importare. LA XE UNA COSSA CHE DECIDE DE POCO, La cosa o l'affare poco monta o rileva; Trattasi di poca cosa; L'affare consiste

in poco o in una minuzia POCO DECI DE, Poco conta; Poco rileva; La batte in poco.

UN SOLO NO DECIDE, Una noce sola non suona in un sacco, prov. e vale che Un solo non può condurre a fine quel fatto che ha bisogno di molti. V. UN. DECIMADA, 8. f. Decimazione o Addecimazione, I levar una parte di che che sia - Spilluzzicamento, dicesi l'Atto dello spilluzzicare.

DECIMINA, 8. f. Chiamasi da noi un Giuo-
co di dieci numeri legati, che si fa al Lotto.
DECİPO
DECIPADA

DECIPAMENTO

s. m. Strazio; Disci

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dicesi anche nel si

DECIPAR LA ROBA, gnif. di SFRAMPUGNAR, V. DECIPARSE UN BRAZZO, UNA GAMBA etc. Sciuparsi un braccio, una gamba o simile, vale Fiaccare, impiagar malamente. Si ruppe un braccio e si sciupò un gallone.

DECIPÒN, s. m. Dissipatore; Sprecatore: Distruggitore; Uno che consumerebbe o manderebbe a male il ben di selte Chiese; Uno che darebbe fondo a ogni avere; Uno che farebbe a mangiar coll' interesse.

DECIPÒN DEI ABITI, Dissipatore; Sciupatore: Consumatore; Distruggitore delle vesti.

DECIPONA, detto di Donna, Distruggitrice; Dissipatrice. DECISAMENTE, avv. Certamente; Sicuramente; Senza dubbio. V. ASSOLUTAMENTE. DECLARATORIO, add. Voce ch'era molto usata nel Foro ex-Veneto, Declaratorio e Dichiaratoio o Dichiarativo Dichiarativo della volontà. DECLIVIO, s. m. Declive; Declivo; Declività. Pendio. V. DISSÈSA. DECONTO, s. m. e per lo più in plur. DeCONTI, T. milit. ex Veneto, Massa, Quella porzione di danaro, che si ritiene dalla paga del Soldato, e si amministra a suo pro dal Capitano della compagnia. DECORER, v. Aver corso, Dicesi del tempo, e s'allude all'epoca del suo principio.

DA DECORER DAL ZORNO, etc. Da cominciare; Da computarsi: dicesi del tempo. DECORSO, add. Trascorso; Scorso; Passato, Si dice di anno o mese o simile.

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DE FATO IN FIN, Maniera antiq. Del tutto; Totalmente; Affatto. DEFENDER, v. e DIFENDER, Difendere; Guarentire.

Defenderse CO LE MAN E COI PIE, Arrostarsi, Volgersi in quà e in là e colle braccia e colle altre membra, schermendosi ə difendendosi.

DEFENSIVO O DIFENSIVO, add. Difensivo, Atto a difendere Apologetico vale Difensivo, appartenente ad apologia o difesa per via di apologia.

Processo difensivo, dicevasi all'epoca del Governo Veneto, la seconda parte di un processo criminale, in cui l'imputato proponeva formalmente le proprie difese e i testimonii da esaminare a sua difesa. DEFERENZA, s. f. Maniera ant. Diffe

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DEFILAR, v. T. Mil. Filare, Marciare in colonna per drappello, per compagnia o per divisione e in ordine di parata, in faccia al Sovrano od ai Capi supremi dell'esercito.

Sfilare, è pur T. mil. e vale Camminare alla sfilata rompendo le file, le ordinanze. L'esercito sfilò per le gole de' monti. Sfilare a drappelli, a sezioni. DEFINITIVAMENTE, avv. (dal lat. Definitivè) ch' era in uso ai tempi Veneti, specialmente negli atti pubblici, Diffinitivamente, che vuol dire Decisivamente, Determinatamente. Dicevasi nelle sentenze di bando perpetuo, Che N. N. sia bandito definitivamente e in perpetuo. DEFINIZION, s. f. Diffinizione o Definizione, Decisione, termine.

DEFONTO, add. Defunto o Morto; e dicesi degli uomini.

DEFORMAR, V. DESFORMAR.

DEFORME, add. Deforme; Difforme; Sformato; Efformato, Agg. a Persona scontraffatta, mostruosa, sfigurata.

DEFORME, dicesi anche nel parlare vernacolo per Sporco; Lordo; Schifo, Imbrattato da sozzure.

DEFRAUDO, 8. m. Frodo; Frode e Froda, Inganno occulto alla vicendevole fede; ma per lo più si prende per occultazione di qualche roba, che si porti alla città ad oggetto di fraudar la gabella.

Generalmente si prende per Danno; Pregiudizio, ma fatto contro giustizia e pel fine di lucro.

DEGAN, s. m. Decano o Seniore, Il più vecchio d'una famiglia o d'un villaggio. Decano è anche Dignità canonicale. DEGAN DE COMUN, Cursore del Comune, Colui ch'è al soldo d'una Municipalità per servizio de' Capi, per portar le denunzie etc. In qualche luogo dicevasi Merìga. DEGERIR O DIGERIR, V. Digerire; Digestire; Smaltire, ed anche Patire Concuocere dicesi dell'operazione che fa lo stomaco in digerire.

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DEGERIR UN AFAR, Digerire o Digestire, detto fig. vale Discutere, disaminare Ripensare di una cosa, vale Riandarla colla mente, Pensarvi sopra. DEGNAR, v. Degnare.

GRANDEZZA DEGNARSE. V. GRANDEZZA. Degnarse de TUTO, Calarsi a un lombrico o a un lui, vale Accettare ogni piccolo guadagno. DEGNÈVOLE, add. Degnevole e Degnante, che degna, cioè Affabile, Cortese.

DEGNEVOLE però noi lo usiamo per lo più ironicamente parlando di alcuno, che ridotto a basso stato non ricusi qualche soccorso, e si dice EL XE UN SIGNOR DEGNEVOLE, quasi che s'abbassi per affabilità e gentilezza d'animo ad accettare una cosa piccola e vile.

DEGOLA, s. f. e per lo più DEGOLE in plur. Pretesto; Sutterfugio; Colore; Coperta e figur. Diverticolo, Forma di sfuggir che che sia, Scampo, Modo da scampare,

da

uscir d'impegno. Elusione, Contravvenzio- | DELETÒSO, add. Voce ant. detta già dal ne colorata da qualche artifizioso pretesto. V. ENDEGOLA.

• DEGOLA, add. Decollato. Una chiesa succursale di Venezia, intitolata alla Decollazione di S. Giovanni Battista, viene chiamata CHIESA DE SAN ZAN DEGOLÀ. DEGRADAR, v. Digradare, cioè Peggiorare, Deteriorare.

DEGRADAR DE PREZZO, Rinviliare; Avvilire; Svilire: dicesi del prezzo delle biade o delle altre mercanzie.

Degradir de peso, Calare o Scemare, Dicesi di che che sia che trovisi scemato di peso.

DEGRADAR, per Privar del grado, V. DrSGRADAR.

DEGRADO, s. m. DEGRADO DE PESO, Calo

o Scemamentd.

Degrado de VALUTE, Peggioramento, Deterioramento.

DEGRADO DE STATO, Diminuzione di stato o di capo, T. de' Legisti.

DEGRADO DE SPIRITO, Avvilimento; Svilimento; Depressione.

DEGRADO DE PREZZI, Avvilimento; Svilimento; Spregio.

DEGRADO DE FORZE, Spossatezza; Debolezza.

DELAIDE, Adelaide, Nome proprio di donna.

DELAPIDAR, v. Dilapidare, Scialacquare. DELAZION, s, f. Delazion d'arme (Voce latina), Porto o Portatura d'armi, Il tener le armi addosso, il portarle. DELEGATO, add. Delegato, si dice al Giudice ch'è deputato dall' autorità superiore ad una causa particolare.

Delegato provinciale, chiamasi modernamente in questo regno Lombardo Veneto, il Magistrato capo di provincia negli affari amministrativi, ch'è in qualche modo

sostituito al Prefetto del cessato Governo italico; e dicesi Provinciale perchè si chiamano ora Provincie que' territorii che prima dicevansi Dipartimenti. DELEGAZION (SUPLICA PER) in T. del Foro ex Veneto, dicevasi l'Istanza perchè la causa fosse decisa da un Giudice diverso dal competente.

DELEGAZION, quindi chiamavasi il Decreto che annuiva alla supplica. DELEGAZION, s. f. Delegazione provinciale si dice ora l'Uffizio del Delegato, stato sostituito a quello che dicevasi Prefettura.

DELEGUARSE, v. Dileguarsi, Allontanarsi, fuggir con prestezza e quasi sparire: non solo si dice dell'uomo e delle sue facoltà fisiche e morali, ma anche delle cose.

DELEGUARSE, parlando dello strutto Struggersi, Liquefarsi, stemperarsi. DELENGUARE, v. T. di Chioggia (forse corrotto e detto fig. dal lat. Deliquere) Illanguidire; Indebolirsi, Venir meno. DELETANTE. V. DILETANTE. DELETAR, v. V. DILETAR. DELATAZIÒN, T. ant. V. DiletaziÒN.

nostro Andrea Calmo per DELE TANTE, V.

DELETOSO DE FIORI, Fiorista o Dilettante e coltivatore di fiori.

DELIBERAR, v. Deliberare o Deliberare, Risolvere, Stabilire.

DELIBERAR, in altro sign. Diliberare e Deliberare per Liberare, Campar di pericolo o torre un impedimento.

DIO DELIBERA! Il Ciel ne liberi; Dio ci guardi; Guardi Dio o il Cielo; Tolga Dio. V. VARDAR.

DELICÀO, T. ant. V. DELICATO.

DELICATIN, add. Tenerino; Tenerello; Deboletto; Deboluzzo, Assai delicato; dicesi di complessione Delicatello, Persona alquanto delicata. DELICATO, add. Delicato e Dilicato.

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Ono DELICATO, Uomo delicato di coscienτα vale Di coscienza pura, immacolato Riferito a complessione, Delicato e Delicatello, contrario di Robusto.

EL GRAN DELICATO! Detto con ammirazione e sardonicamente, Molto delicatamente nutrito; Schizzinoso; Gli puzzano i fiori del melarancio, Si dice di Uno che pretenda d'esser molto delicato per qualsivoglia genere di cose. Egli è un falanina; Dorme co'guanti; E fatto di fiato, Dicesi di chi non vuole disagiarsi. DELIMARSE, verbo propriam. usato a Chioggia, in vece di LIMARSE che diciam noi fig. per Limarsi il cuore; Delimarsi, Consumarsi, Venir meno per travagli e fatiche. Anche i Latini avevano Delimare. DELINEAMENTO, s. m. Lineamento.

DELINEAMENTI de la fazza, Lineamenli, nel numero del più, dicesi specialmente della Conformazione e disposizione delle linee o fattezze del volto umano, che ne formano la delicatezza.

DELIQUIO, V. Svanimento.
DELIRANTE, add. Delirante, Che delira,
Stravagante.

Delirante al zoGo, Disdicciato; Farebbe a perdere colle tasche vuote, e vale Disgraziato, Sfortunato, che sempre perde. DELIRIO, 8. m. dicesi nel sign. di Sfortuna. AVER DELIRIO AL ZOGO, Aver disdetta, sfortuna, cattiva sorte, sorte avversa. L'È UN GRAN DELIRIO! Egli è un gran destino o una gran disdetta; Gran fatalità; Gran caso.

DELITUOSO, add. Voce fattasi comune fra noi dopo la prima traduzione italiana del Codice criminale Austriaco nell'anno 1804; ed è Aggiunto ad Azione criminosa; onde vuol dire Criminoso.

AZION DELITUOSA, Azione criminosa, cioè Ch'è delitto e va soggetta al giudizio del Tribunal criminale.

DEMANDÀR, v. Demandare è verbo di molto uso nelle nostre scritture di palazzo nel sign. e in vece di Commettere; Rimettere, Delegar un affare, Dargli ordine e commessione; intendiamo però dell'ordine d'un Magistrato superiore ad un inferiore.

DEMÀNIO, 8. m. Voce portataci dai Fran- | cesi, e vale Regio patrimonio. DEMARCAZION, 8. m. Confinazione, Stabilimento, regolamento de' confini tra diverse terre o principati, Limite, termine, linea di confine.

DEMATÀR, v. T. Mar. (Voce Franc. da Démåter, che viene da Mat, albero di bastimento) Disarborare, Abbattere gli alberi d'un vascello. V. DESALBOrar, DisarMAR, E MATAR.

DEMENAMENTO, s. f. Dimenamento; Divincolamento, Il dimenarsi. DEMENARSE, v. Dimenarsi, Dibattersi, Muoversi con qualche violenza Imperversare vale Dibattersi a guisa di spiritato Arrostarsi, Volgersi in qua e in là colle braccia e colle altre membra, schermendosi e difendendosi DEMENTİR, v. lo stesso che MENTIR. DEMÒNIA, s. f. Diavola o Diavolessa, Donna di mal umore, insopportabile, pessima. DEMONIETO, detto per Agg. a Uomo, Folletto e vale Robusto e fiero Agg. a Ragazzo dicesi Demonietto, e vale Troppo vivace o maligno.

DEMONIEZZO, s. m. Rovinio, Grande strepito o Romore.

DEMONIO, s. m. Demonio o Diavolo, che fu anche detto Angelo nero; il Tentennino; il Tentatore; il Fistolo.

Detto per agg. ad uomo, vale Sdegnoso; Adiroso; Bilioso; Collerico. Anche Malizioso; Sagace; Scaltro; Sottile; Furbo

Demonio, in inodo basso e fig. dicesi

per Uomo eccellente in qualsisia cosa.

AVER EL DEMONIO ADOSSO, Essere un demonio; Aver il diavolo nelle braccia, Aver una forza soprannaturale TI XE UN GRAN DEMONIO, Sei il gran sciagurato o ghiottone o sciauratello, dicono per ischerzo.

L'È UN GRAN DEMONIO, detto fam. per dire Egli è un gran talento, o parlando di donna, Ella è donna di grande spirito, di pronto o versatile ingegno.

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DEMONIO è anche Voce che usiamo per esprimere Quantità grande GHE N'E UN DEMONIO, Ce n'è un fracasso, un flagello, un subisso, una nugola. DEMONION O DEMONIAZZO, 8. m. Uomaccione; Gigante; Compagnone, Uomo grande d'una taglia straordinaria Fastellaccio, vale Grande fuor di misùra e disadatto. Babbusco, Grande e grosso Bastracone, detto per ischerzo, Grasso e forzuto. V. STANGHIRLÒN. DEMORALIZA, add. T. venutoci dai Francesi. Neologismo che alcuni usano nel discorso ed anche nelle scritture, nel sign. Di costumi corrotti, Di depravati costumi. Dicono per esempio, OMENI DEMORALIZAI e scrivono Uomini demoralizzati, per dire Senza costumi o Di corrotti costumi. DEMORDER, Maniera del Foro, dal Franc. Démordre) v. Cedere; Desistere; Cessare; Ritirarsi, Cambiarsi d'opinione. DEMOSTRAR, v. usato, dalla gente di bassa mano, Dimostrare, V. Dis■OSTRÅR.

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CASSETA DA DENONZIE SECRETE, V. CASSETA.

Muso da denonzie secrete, V. Muso. DENTAL, s. m. T. de Pesc. Dentice, Pesce di mare molto stimato, detto già dai Latini Dentex, poi da Linn. Sparus Dentex. Il DENTAL detto DA LA CORONA, di cui Sebenico va altera, non differisce dal nostro se non nella prominenza adiposa che ha fra gli occhi.

Si noti poi che i Pescatori chiamano impropriamente DENTAL lo Sparus Mormyrus, di cui si veda alla voce MORMORA.

DENTAL è anche voce di gergo de' Barcaiuoli, che vuol dire Balcone. DENTAR, v. Addentare, Prender co'denti, Mordere. Assannare o Azzannare e Dar di zanne, Afferrar che che sia colle

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DENTE CHE SPONTA, Barba di dente, Nascenza di dente.

DENTE DA LATE, Lattaiuolo AVER 1 DENTI DA LATE, detto fig. Aver il latte alla bocca; Non aver ancora rasciutti gli occhi. DENTI DAVANTI, Denti incisori o incisivi. DENTE DEL GIUDIZIO, Dente della sapienza, Così chiamasi l'ultimo dente che spunta nell'età dai 25 ai 30 anni.

DENTE FOTO, Dente scheggiato o rotto. DENTI CAGNINI, Denti canini, I denti posti fra gl' incisori e i mascellari.

DENTI CHIARI, Denti radi.

DENTI COL CALCINAZZO O NEGRI, Denti rugginosi.

Denti da presa, Guardie, Denti lunghi del cane e di altri animali —Sanna o Zanna, vale Dente grande e più propriamente Quel dente curvo, una parte del quale esce fuori dalle labbra di alcuni animali, come del Porco e dell'Elefante.

DENTI DE CAVALO, Gnomoni, Sorta di denti del Cavallo, onde conoscesi la sua età. DENTI MAL GUALIVI, Denti ineguali. DENTI FRUAI, Denti logori.

DENTI GUASTI O MARZI, Denti cariati, magagnati, fracidi, guasti.

DENTI MASSELARI, Denti mascellari o molari, Denti da lato che tritano il cibo.

DENTI OCHIALI, Denti occhiali, Quelli che riferisconsi all'occhio per la loro posizione.

DENTI RARI e LONGHI, Denti fatti a bischeri, vale Radi e lunghi a guisa de'bischeri.

DENTE DE CAN, Calcagnuolo, Scalpello con una tacca in mezzo, che serve per lavorare il marmo dopo averlo digrossato colla subbia Brunitoio, Strumento col quale si bruniscono i lavori, fatto di acciaio o di denti di animali o d'altra materia dura. V. GRADINA.

DENTE DE CORTÈLO, Tacca, si dice Quel poco di mancamento ch'è talvolta nel taglio d'un coltello o altro ferro, simile alla tacca della taglia.

DENTI D'UNA RODA DA BATER, T. degli Oriolai, Piuoli, si chiamano i Denti d'una ruota destinata a levar i martelli e la molla della Ripetizione.

Denti del ROCHETO, V. ROCHETO. DENTI DE VECHIA lo stesso che CESA

RA. V.

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BALAR DEI DENTI, V. BALAR.

BATER I DENTI, Batter la gazzetta, dicesi figur. e vale Tremar battendo i denti.

CAN DA DENTI, Leva ed anche Depressore, T. Chirurgico; dicesi lo Strumento che serve per cavar le radici de'denti.

CAVAR I DENTI, Cacciar di bocca un dente; Cavare; Tirar fuori.

CROLAR DEI DENTI, V. Crolar. DARSE DEI DENTI, Bisticciarsi, Contrastare pertinacemente proverbiandosi. DOLOR DE DENTI, Duolo de' denti; Male di denti.

ESSER SENZA DENTI, Non avere spuntato i denti: dicesi de' bambini Essere sdentato, Di chi non ha denti ESSER SENZA I DENTI Davanti, Aver la bocca sfer

rata.

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LA LENGUA TRA DOV'EL DENTE DOL. V. LENGUA.

LIGARSE I DENTI, V. LIGAR.

MAGNAR COL DENTI LEVAI, Mangiare a denti alzati, Mangiar contro voglia cosa che non piaccia o paia schifosa; ed è perchè in tal caso appena si mastica e s'inghiotte come se fosse un qualche beverone medicinale.

MOSTRAR I DENTI, V. MOSTRAR.

MUAR I DENTI, Mutare, Cadere i denti. NOL M'HA TOCA GNANCA UN DENTE, Non mi toccò l'ugola; È stato una fava in bocca all' orso o al leone, Si dice di quelle cose delle quali s'è mangiato scarsamente.

O'L DENTE O LA GANASSA, V. GANASSA. PARLAR IN TI DEnti o fora dei denti, V. PARLAR.

ONZER EL DENTE, V. Onzer.

PORCARIA DEI DENTI, Carie o Turlo o Tartaro o Calcinaccio de' denti.

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POLVERE DA DENTI, Dentifricio, T. Medico, Polvere da fregare i denti per ripulirli.

RIMETER I DENTI POSTIZZI, Rinferrare i denti.

SCANTINAR I DENTI, V. SCANTINÀR.
STRENZER I DENTI, V. STRÈNZer.

TIRAR O MOSTRAR I DENTI, Ragnare, si dice de' Panni o drappi quando cominciano ad esser logori e sperano.

TOCAR EL DENTE, V. TOCAR.

TROVAR PAN PER I SO DENTI, V. TROVAR. FERMAR A DENTE, T. de' Legnaiuoli, Indentare, Unire due pezzi di legno incastrandoli a vicenda.

BIANCO COME UN dente de can, V. BIANCO. CONOSSO CHE DENTE GHE DIOL, Espressione fam. e metaf. Conosco da qual piè egli zoppichi, cioè Conosco le sue inclinazioni, il suo genio ec.

LA FA I DENTI OCHIAI, Maniera fam. e metaf. che si dice di qualche Donna, per voler dire, Ella è ricadiosa; Da noia o È noiosa: tratta la metaf. dai Bambini che gridano e piangono quando mettono i denti occhiali.

DENTELÅR, v. Addentellare, Lasciar nelle fabbriche l'addentellato, cioè Quel risalto disuguale di muraglia, che si lascia per potervi collegare nuovo muro. DENTÈLO, 8. m. Dentello, Lavoro che fanno le donne coll'ago nel lembo delle vesti. P. e. La foglia della vite è fatta a dentel- Ancora Ornamento a guisa di denti che va sotto la cornice.

li

DENTIÈRA, 8. f. Dentiera, T. Chirurgico, Rastrelliera di denti posticci. DENTISTA, s. m. Voce dell'uso nostro, onde chiamiamo Quell'artefice che fa i denti posticci e le dentiere.

DEO (coll'e stretta) s. m. Dito, Dicesi anche Digito. Nel plur. Dita o Diti.

DEO DE MEZO, detto da noi per ischerzo famil. FORBICULO, Dito medio o di mezzo. Nelle voci barbariche del Du Cange trovasi Digitus impudicus, che dal volgo a Venezia chiamasi Deo prota.

DEO GROSSO, detto altrimenti MAZZAPEOCHI, Dito pollice o grosso o Pollice assolut.

DEO SECONDO, detto altrimenti FORBIOCHI, Dito indice.

DEO SPOSALIN, Dilo anulare o Anulare assolut. Dito presso al piccolo, nel quale sta l'anello della sposa.

DEO MENUELO O DEOLIN, Dito auricolare o piccolo o mignolo.

Osseti dei dei, Falangi, diconsi la Serie delle tre ossa che compongono le dita delle mani e de' piedi e si chiamano anche Internodii.

POLPA DEI DEI, Polpastrello. ZONTURA DEI DEI, Giuntura, chiamasi il Nodo delle falangi.

Non

FARSELA SUI dei, Farsela facile, trovar in alcuna cosa difficoltà. MOSTRAR A DEO, Mostrare alcuno a dito, E per lo più si piglia in cattiva parte. LIGARSELA A UN deo, V. Ligàr.

PASSAR SUI DEI UNA COSSA, V. Passir. PER QUESTO NO MOVERÌA GNANCA UN DEO, Non volgerei o Non volterei la man sossopra, dicesi Quando si vuol mostrare di non tener conto nessuno d'una cosa: cioè Non farei un passo, un uffizio, una parola per ottenere etc.

SCONDERSE DA DRIO A UN DEO, Nascondersi dopo un dito; Vendere gatte in sacco, vale Ingaunare, Dir una cosa per l'altra.

Dito, si dice per Misura della larghezza d'un dito, ch'è la Decima parte del piede. Una ferita larga due dita trasver

se.

È da notare che alcune volte diciamo DEA (coll'e stretta) per plur. di Dɛo, invece di DEI. Si dice per esempio, LA GA DO DEA DE LEA SUL MUSO; STO BRODO EL GA DO DEA DE GRASSO, Ella ha due dita di loia sul viso, cioè Due dita di sudiciume. Questa carne ha due dita di lardo.

FAR I CONTI SU I DEI, prov. ant. Ch'è simile al nostro FARSELA SU I DEI. V. FAR CASTELI IN ARIA, in CASTELO. DEOGRAZIA, Latinismo rimastoci nell'uso della lingua vernacola, e vale Chi è di casa; Oh di casa; Chi è qua o simili. Modo di chiamare quando si entra in casa altrai.

Detto in altro senso. DEOGRAZIA CH'EL GABIA DEL PAN, Può leccars le dita; Può contentarsi; Può ringraziar Dio d'aver del pane; Buon per lui; Buon per me e simili.

CH'EL DIGA DEO GRAZIA, Che ringrazii Dio, cioè Che se ne contenti. DEOLİN, 8. m. V. DEO MENUELO in Deo.

DEOLIN, dicesi per Piccolo dito, Dito cioè della mano o del piede d'un Fanciullino. Dita piccole e graziose, dicesi per

vezzo.

UN DEOLIN DE VIN, Un dito di vino; Un culaccino; Un tantino, Pochissimo vino nel bicchiere.

| DEÒN, 8. m. Dito grande; Gran dito. DEPENAR, v. Depennare; Dar di penna; Dar di bianco, Cancellare o cassar colla penna.

DEPENAR UNA PARTIA, Spuntare o Spegner dal libro, dicesi il Cancellare dal libro il ricordo preso o scritto di cosa venduta o prestata.

DEPENTA, 8. f. Dipintura; Pittura. DEPENTO, add. Dipinto ed anche Pinto. DEPENTO DE PIÙ COLORI, Variopinto o anche Vario.

AVER EL MUSO DEPENTO, Aver il viso dipinto, vale Lisciato, abbellito, e dicesi delle Donne.

NO VOLER VEDER UNO NÈ SCRITO NÈ DEPENTO, Non voler più uno nè cotto nè crudo, Trascurarlo, disprezzarlo.

UNA CERTA COSA DEPENTA, detto metaf. Certa colorazione, cioè Ricoprimento, e dicesi d'un discorso altrui simulato.

STAR DEPENTO, Dicesi Dipinto di Ciò che non possa stare più acconciamente nè meglio. Egli è dipinto. Quella veste, quella scarpa vi sta dipinta, cioé Acconciamente.

CASA CHE NO GHE STARIA GNANCA DEPENTO, Casa in cui non vorrei stare nè men dipinto, È una maniera nostra fam. detta esageratamente per mostrar disprezzo, avversione ad una casa, e intendesi Casa sconcia, disagiata, posta a bacìo, spazzavento e simile, che riesca incomoda ad abitazione.

DEPENTÒR, s. m. V. PITÒR.

DEPENTOR MINCHION, Dipintoruzzo, dim. e avvil. di Dipintore, Pittore di poco nome - Pittorello e per maggior disprezzo, Pittor da sgabelli o da fantocci. DEPENZER, v. Dipignere o Dipingere o Pingere.

DEPENZER A MEMORIA, Ritrarre alla macchia, Il ritrarre senza il naturale sott'occhio a forza di memoria dell' artefice.

DEPENZER A OGIO, Dipignere a olio, cioè Con colori stemperati coll'olio.

Depenzer a SGRAFI, Dipingere a sgraffio o a raffio, Sorta di pittura ch'è disegno e pittura insieme, e serve per ornamento di facciate di case, di palazzi, cortili e simili. Quindi Sgraffitto dicesi questa sorta di pittura a chiaroscuro,

Depenzer a sguazzo, Dipignere a guazzo o a sguazzu o a tempera, cioè Con colori stemperati in colla di limbellucci o simili.

Depenzer o pitURAR A FRESCO, Dipingere a fresco, vale Dipignere sopra l'intonaco non rasciutto. Era dipinta a olio e non a fresco. Ritoccare il lavoro a fresco. Tornar a depenZER, Ridipingere. DEPENZER BEN LE COSSE, Dipignere, detto fig. vale Rappresentarle con parole vivamente e squisitamente, Descriverle.

DEPENZER, detto in lingua furbesca, vale Scrivere. DEPERIMENTO, 8. m. Latinismo, verb. di Depereo, Vocabolo molto usato fra noi dalle persone colte, ed anche Segretariesco,

nel sign. di Guastamento; Guasto; Corrompimento; Corruzione; Putrefazione.

ROBE SOGETE A DEPERIMENTO, Cose corruttibili o corrompevoli, soggette a danni e discapiti.

DEPERIMENTO DE AFARI O DEL NEGOZIO, Decadenza; Declinazione, Diminuzione di prosperità, e talvolta s'intende Disordine o ben anche Danno; Sterminio; Dissensione; Desolazione.

DEPONER, v. Deporre o Diporre, Por giù

DEPONER, parlando dei liquori, Posare, Il deporre che fanno i liquori la parte più grossa Defecare è T. Chimico e vale Purgare un liquore dalle impurità delle fecce o terrestreità.

DEPOSITAR. v. Depositare o Dipositare. DEPOSITAR, parlando di vino e dell' acqua, Posare: cioè il depor de' liquori della parte più grossa.

DEPOSITO, 8. m. Deposito o Diposito, si intende la cosa depositata. Quegli che dà n deposito chiamasi Depositatore o Deponente, Quello che riceve, Depositario o Dipositario; e s'è donna Depositaria; E il luogo del deposito, Depositeria o Dipo

siteria.

DEPOSITO, dicesi in T. fam. a quell'Infermo cronico, ch'è confinato a rimanersi sempre in letto.

Deposito del vin o de L'Aqua o simile, Posatura; Sedimento, Posatura di fecce o di sporcizia generata dal vino, dall'acqua etc. DEPOSIZION, s. f. Deposizione o Deposto, Attestazione o testimonianza in giudizio.

DEPOSIZION DEL VIN, o simile, Posalura; Sedimento; Capo morto Fondata, dicesi di Qualsivoglia rimasuglio o deposizione di cose strutte o liquefatte, in fondo ad una fornace, caldaia o simile.

Deposizion del BRODO, Bolliliccio.

Deposizion de le AQUE, Belletta; Impostime; Sedimento, Quella deposizione di fior di terra che suol lasciare alle rive de' fiumi l'acqua torbida nel scemare, e di questa maniera sono i fondi delle paludi Interrimento o Interramento dicesi la Deposizione di terra fatta dall'acqua nell'alveo di un fosso, canale e simile. Dicesi anche Rinterramento o Rinterrimento; ma Interrimento è più regolare e più usato — Interro, vale Sabbione o Fango che il mare ed i fiumi trasportano, e che gli fanno cangiar direzione, luogo e riva; più comunemente dicesi Rinterrimento Materie fluitate

diconsi le Ghiaie, le arene e le deposizioni trasportate da' fiumi. DEPOSTA, V. in POSTA.

DE PRESENZA. V. PRESENZA. DEPROFONDI, s. m. Deprofundis, Principio d'un Salmo che suole recitarsi per suffragio de'morti, Dire un deprofundis. DEPUTAZION DE CAUSA, dicevasi nel Foro ai tempi Veneti, alla Destinazione di giornata per arringare la causa in prima istanza, ed anche in seconda ne'casi ove nen aveva luogo il PENDER.

Boerio,

DERECAO. T. DARECA. DERELITO, add. SON DERELITO, Espressione fam. Sono spossato; Sono spedito, abbandonato di forze; Mi sento prostrato di forze o infiacchito all'estremo. DE RESBOGO. V. DE SCAMPÒN. DERETAN. V. CULO.

DERIVA, s. f. Deriva, T. Mar. Il cammino di fianco o scaronzo che fa sotto vento una nave, avanzandosi con vento scarso verso un tal rombo. Andar de scaronzo.

QUANTA XE LA DERIVA? Quanto v'è di deriva? Domanda che si fa al Piloto, per sapere la differenza che v'è fra la rotta che fa il vascello effettivamente, e quella che indica la prua di esso.

DERIVAR, v. Derivare o Dirivare, Trar origine.

DERIVAR, T. mar. Derivare o Scaronzare, Cadere sotto vento alla rotta prefissa, quando si va con vento scarso. V. DERIVA.

Dicesi non meno Abbattere per Derivare. Dicono Il vascello abbatte, quando nel salpare l'ancora ha lasciato il fondo, ed il vascello poggia ed obbedisce al vento. DERNO (IN) T. Marin. Issare la bandiera in derno, dicesi dell' Alzarla in cima all'asta e tenerla serrata. DEROCÀ, add. Diroccato, Rovinato; dicesi degli Edifizii.

MEZO DEROCA, Rovinaticcio; Casa rovinaticcia; Castello rovinaticcio. DEROCADA, 8. f. Diroccamento, Disfacimento.

DEROCAR, v. Diroccare, Cadere furiosamente da alto, e dicesi specialmente delle muraglie vecchie che rovinano.

DE RORE CELI, Voci latine d'un Salmo, le quali si dicono ne' discorsi familiari o anche talvolta a modo avverb., come nel seguente dettato.

ROBA VEGNUA de rore celi, Roba venuta o mandata dal cielo, dalla Provvidenza, ovv. dalla pura sorte, inaspettatamente, improvvisamente. DEROTO, V. DIROTO.

DE RUFE O DE RAFE, avv. Di ruffa raffa, o Di ruffola raffola.

O DE RUFE O DE RAFE, O a diritto o a torto; A diritto o a rovescio, In ogni modo o lecito o illecito.

DESABILIÈ, V. DISABILLE.

DESALBORAR, v. Disalberare, T. Mar. Levar via da un bastimento i suoi alberi. V. DEMATAR.

DE SAL IN PIAN, Maniera avv. (probabilmente tratta dal lat. De plano) A buono a buono, si dice del Percuotere e del ferire senza precedenze, e vale Improvvisamente; Inaspettatamente, che anche dicesi Di secco in secco o Senza dire nè molto nè totto.

DESALVEAR v. detto metaf. Deviare v. n. e Deviarsi. Torcere dal sentiero, abbandonare la vera via; e per lo più usasi figur. in sign. di Recedere, divertirsi da ciò che prima si faceva, scostarsi dal proposito, uscir di regola, di modo, di ordine.

DESANEMAR v. Disanimare; Scoraggiare; Scoraggire.

DESARMIZAR v. T. Mar. Disarmeggiare, Scioglier il canapo d' un' ancora, levar gli ormeggi per apparecchiarsi a partire. V. ARMIZO.

DESASIO (contrario di Asio) 8. m. Disagio, Situazione penosa del corpo, ed incomodo che si patisce per mancamento di ciò ch'è necessario o acconcio ai bisogni della vita.

MORIR DAL DESASIO, Morir di stento, cioè per mancanza di mezzo di sussistenza. Bistento, vale Gran disagio.

STAR IN DESASI0, Stare in disagio, cioè Con incomodo.

In altro senso, ESSER UN DESASIO, ESsere la miseria o la morte personificata: dicesi per esagerazione di persona estremamente maghera.

DESBAFARA, add. Spettorato, cioè Col petto scoperto.

DESBAFARARSE, v. Spettorarsi; Sciorinarsi; Spararsi, Aprirsi, allargarsi i panni davanti.

DESBALAR, v. Sballare, Aprir e disfar le balle di mercanzia.

DESBALONARSE, Lo stesso che DESNOMBOLARSE. V.

DESBANDİR, v. Ribandire, Rivocar dal

bando. V. REALDIR.

DESBARAZZARSE. V. SBARAZZAR. DESBARBA, add. Raso la barba. DESBARCAR, v. Sbarcare, Scaricare dalla barca - DESBARCARSE, Sbarcarsi, Ascendere o Smontare in terra dal legno.

DESBARCAR LE NOVE O LE NOVITÀ, detto fig. Contare o Raccontare le novità.

DESBARCAR DE LE BUDELE, Sballare, detto in modo basso, si dice Il raccontar cose lontane dal vero. V. PANCHIANA.

DESBARCAR DE LE COSSE SECRETE. Svertare; Sborrare. V. SQUAQUARÅR. DESBATIZARSE, v. Sbattezzarsi, Rinunziare al battesimo, che più copertamente dicesi Rinnegare il pestello.

ME DESBATIZO, Locuz. fam. Farsi il segno della croce di che che sia: detto fig.

vale Restarne ammirato. DESBAULAR, v. Sbaulare, Disfar il baule. DESBAUTARSE, v. Sbavagliarsi; Smascherarsi, Cavarsi il bavaglio del capo. DESBAVARARSE, Cavarsi il BAVARO, COme noi diciamo, cioè il Soggolo monacale; ch'è quanto dire DESMUNEGARSE. V. DESBENDAR, v. Sbendare, Cavar la benda. DESBIGOLA, add. Sciamannato; Sciatto; Scomposto, Sconcio negli abiti e nella persona; Sguaiato - Scinto, direbbesi Colla cintura sciolta. DESBILANZÀ. V. SBILANZA e SBILANZARSE. DESBOCAR, v. Sfociare, Sgomberar la foce, Spurgar la foce o sbocco d'un fosso, d'un canale, d'un fiume, e quindi Sfociatura dicesi all'operazione. V. FuOSA.

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DESBOCAR, Voce antiq. vale Sbucare, Uscir fuori. V. Sbusår fora, 29

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