riprovata dalle genti oneste. I Franc. dicono On ne peut manier du beurre sans s'engraisser les doigts. I danee hin faa per spendi o hin redond per birlà. I danari son fatti per ispendergli (Lasca Strega III, 3) o per ispendere (Monos. pag. 159). La roba non è di chi la fa, ma di chi la gode (ivi). Se tu tieni i denari serrati e nascosi, non sono utili nè a te nè a' tuoi (Pandolf. Gov. fam., p. 171 ediz. Class.). I danee se trouven minga per strada, o vero Voo minga a la strada a robaj mi i danee vè! I danari non si trovano nella strada(Lasca Strega III,3). I danee van a mucc, chi ghe n'ha tropp, chi ghe n'ha minga o vero I danee van dove ghe n'è. La roba va alla roba(Monos. pag. 525). Il Dantur opes nulli nunc nisi divitibus di Marziale. I danee van e vegnen. I danari vanno e vengono (Monos. pag. 154). La libertaa de fà e de desfà no gh'è danee che le possa pagà. Sanità e libertà vaglion più d'una città (Monos. p. 225). Prov. di cui è nobile antitesi il « Tu proverai siccome sa di sale lo pane altrui, ecc.» (di Dante). L'è mej spend danee in pan che in medesinn. V. in Medesinna e Lenzoù. Maneggià danee. Trassinare danari (Pr. fior. IV, 111, 99). Miralo ben miralo tutto l'omo senza danee come l'è brutto. Oh quanto è brutto un uom povero e vecchio! (Mon. Tac. ed Am. III, 20). «Non hai danari, grattati il forame, » Che sei stimato meno che il litame. » disse il Burch. Son. 65). Chi ha sa, ma chi non ka non sa(Nic. Mart. Let. 83). Chi non ha danari a lui manca ogni cosa(Pandolf. Gov. Fam., p. 170 ediz. Class.). Chi non ha quattrini vada in piazza a vedere i burattini(Fag. Prol. Fortini). Chi non ha oro non creda esser mai in prezzo(Cant. Carn. I, 146). Mitaa parer e mitaa dance. Ajuto e non consiglio (Monos. pag. 341). No pensà che a fà danee. Non attendere che al far roba(Vieri Trat. proem,). No vessegh dance che le paga. Non aver prezzo(Monig. Tac. ed Am. III, 17). Non esser caro per danari(Monos. 238). Pazienziatt el diseva fraa Gandiott quand el perdeva i danee de la messa. V. in Fràa. Pocch danee pocch sant'Antoni (che anche dicesi Talis pagazio talis cantazio). Qual ballata tal sonata? Poco danaro poca merce; poca stoffa abito corto; pochi modi poca ventura; dal росо росо. Senza danee i pret canten minga messa. V. in Mèssa. Toccà i primm danee. Prendere la prima mancia. Far la prima faccenda. Dicesi dai bottegaj del primo vender a contanti dopo aperta ogni di la bottega. Vess el re di o de danee. Essere la regina di danari(Monig. Serv. Nob. II, 8). Misurare i danari con la pala(Assetta I, 3). Misurare le doppie con lo stajo. Esser ricco sordo. Danée. Danaro. Picciolo. Moneta di calcolo, 12 delle quali costituiscono un soldo. Pagà lir, sold e danee. Pagare finemente, cioè interamente, del tutto. Danée. Danaro. Danajo. La ventiquat tresima parte dell'oncia grossa nostrale, equival. a 0,001135 di lib. decim. Danée per Scrúpol. V. Danée, che anche dicesi Òro. T. del Giuoco di Tarocchi. Danari. Uno dei pali delle carte da minchiate, così detto perchè si somiglia a quattrinoli gialli. Vess el re de danee. V. più sopra. Daneggià. Danneggiare. Nuocere. Daneggiaa. Danneggiato. Daneràsc. Danajaccio(Cec. Servig. III, 2). Mesterasc danerasc. V. in Mesteràsc. Dànn. V. Dagn. Dànna. s. f. Stizza. Rabbia. Rovello. Dannà. Arrovellare. Istizzirsi. V, Inrabbi Anche i Franc. ed i Provenz. usano la nostra voce nell' ugual senso. Danee danna. V. in Danée. Fà dannà l'anima. V. in Inrabbi. Dannàa. Arrabbiato. Stizzoso. Arrovellato. Si usa anche sostantivamente. V. Rabin. Il Fagiuoli (Amor non opera a caso, atto I, scena 1), disse « Lo vo' far morir dannato », cioè lo vo' far morire di rabbia, di stizza. On'anima dannada. Anima dannata. Uno scellerato. Une ame damnée dicono anche i Fr. (V. in Mùra. Te set dannaa, va a salta la mura. Dardanell. Darden. pario (Sav. Ornit.). Rondine riparia(id.). Topino(id.). Uccello che è l'Hirundo ripariaL. Darè, e al f. Daréra. v. a. Ultimo. SezzajoDaré è sincope di Dadrée, cioè che viene dietro tutti, il Dernier dei Fr. Sarà col dare a strecc Su quij paroll che se repossen su la darera vocha, come Andà. » (Var. mil.). Mandà a la darera. Lasciar nel chiappolo o nel dimenticatojo. Mettere o Buttarsi Gittarsi una cosa dietro alle spalle. Non far più caso di checchessia Il Maggi (Int. II, 154) l'usò anche per Mandà a fà bolgirà o al diavol. . Diàvol. Daré. s. m. Sui monti di Nava equivale all'Ultimo tocco, al nostro citt. Terz. V. Darénsc. Difficile. Duro. V. Darùsc. Darensc a spend. Agro(*tosc. e Tom. Daréra. V. in Daré. (Sin. Darsena. Darsena. Nomi a noi noti dopo lo scavo della Darsena di Porta Ticinese fattosi dal Governo Italiano nel 1810 a ritiro delle barche procedenti dal Naviglio. Darùsc (e Derùsc e Darénsc). Scabro. Ruvido. Aspro. Darùsc. met. Sgarbato. Ruvido. Zotico. Scortese. Discortese. Disameno. 'Mal grazioso. Disamabile. Malpolito. Spiacevole. Dispettoso Darusc come ona sprella. V. in Sprella. Darusción. Zoticone. Ruvidaccio Sorgnone. Sornione. Susornione. Darvi. V. Dervi. Daspœù v. a. del Var. mil. Dappoi. Dàssen. V. in Dà. Datà. Dare. Porre la data. Far la data. Chi no gh' ha dattoli no magna dattoli. Chi vuol vin dolce non imbotti agresto (Burch. Son. 43). Prov. veneziano invalso da pochi anni anche fra noi, e indicante che l'usar soavità di maniere è scala al nostro ben essere nel mondo, e talora in senso peggiore che il mondo è dei piacciantei e di chi sa andare ai versi del compagno. Davantȧgg. Oltre il bisogno. Di vantaggio. Di soprappiù. Dázi o Dazzi. Dazio. Gabella. Diritto. Avegh nagott de dazi. Non aver da dazio(Cecchi Diam. III, 4 in Prov. 87). Dazi de l'imbottaa. V. in Imbottȧa. Fà de mincion per no pagà dazi. V. in Minción. Tucci paroll no paghen dazi. Ogni parola non vuol risposta. Le parole non s'infilzano. Modo proverbiale che significa non doversi tener conto di alcuna cosa detta inconsideratamente. È in altro significato Il fiato non fa lividi. Le parole non fanno enfiati o lividi(Fag. Av. pun. I, 5). Dazi. Porta. Quell'uscita della città dove sogliono essere i doganieri per gabellare le merci soggette a dazio. Fœura del dazi. Fuor di porta. Dází o Dazz. v. brianz. Viburno. Lentaggine, e col Targ. Toz. Diz. anche Lantana e Vavorna. Il Viburnum lantanaI. Pianta fruticosa de'cui ramuscoli ho veduto talora i vignajuoli briantei servirsi per legare le viti in mancanza di salciuoli. Dazià. T. de' Fin. Addaziare. Gabellare. Dazià la mercanzia. Sgabellare le merci. Daziàa. s. m. Gabellamento. L'importare della gabella. Daziée. Daziere (Caro Lett. neg. I, 384). Gabelliere. Gabellotto, e con voce non necessaria, ma che per isvilitivo potrebbe talora venire in buon taglio Dazzino (Cecchi Diam. III, 4 in Prov. - De. Il Di. La Di. Quarta lettera del no- De. Da. Segno del sesto caso. El dipend minga de mi. Non dipende da me. Dà de filà. Dar a filare. On porch de vun, On vecc de vun Déa o Dėja. Dea; e ant. Iddia. Dea d'amor. Ninfa. Beltà. Debet o Dèbit. Debito. Andå in debit. Indebitarsi. Contrarre Debit de patron l'è on'investitura. che per esserne pagati quando che Error no paga debit. V. in Errór. Tirass al coll on debit. Recarsi ad- Vess pien de debit finna al coo. Debitóra. Debitrice. Dèbol. s. m. Debole. Debolezza. L'è el - Débol. ad. Débole. Débile. Fiévole. Frale. volmente; e fig.... Come meglio potrò, Dass al debosg. Scavallare. Scapi- Fà debosg insemma o Fà de man- Incontinente. Dissoluto. Scapestrato. Scapigliato. Scavezzacollo. Il nostro è un franzesismo usato assai frequentemente anche dai Fiorentini, i quali, come osserva l'Alb. enc., dicono Deboscia e Debosciato, voci che leggonsi anche nelle Rime d'un aut. pis. Debù. . . . Il primo salire in palco; il primo montare il palco scenico. Dal fr. Debut. S'incomincia a dire anche parlando dell'iniziativa d'alcuno in altri esercizj, come del montare la prima volta in pergamo, e simili. Debutà. Esordire? Montare il palco scenico, il pergamo, ecc. per la prima volta. Dal fr. Debuter. Debutant cominciano anche a dire alcuni sustantivamente nei sig. di cui sopra. Decadùu (e ant. Decasgiùu). Decaduto. Decàlogh. Decalogo. Decaminénden o corénden v. cont. e br. A corsa. Correndo a furia. V. in Scórsa. Decampà. Declinare da checchessia. Cedere. Allentare. Desistere. Rinunziare a checchessia. Besogna decampà de sti pretes. Bisogna allentare tali pretese Decampare ha Min., ma soltanto in senso di Levare il campo. Decan. Decano. Decanàa. Decanato. Decapp. Daccapo. Da capo. Decid. Decidere. Far decisione. Decisiv. Decisivo. Declinà. T. gram. Declinare. nore, insignito della croce di cavaliere. Decorazión. Distintivo d'onore? Nome generico indicante ogni insegna d'ordine cavalleresco di cui altri sia fregiato. Si specifica poi particolarmente in Ordin, Cros d'onor, Crascià, Bindellin, Medaja, ecc. secondo qualità, classi, ecc. Decòlt. Decotto. Decozione. Pinol de cusinna e decott de cantinna. Pillole di gallina e sciroppo di cantina. Scherz. per uova e vino. Decottìn. Decottino. Leggier decotto. Decozión. Decozione. Decotto. Decrèpet. Decrépito. Travecchio. D'estre ma vecchiezza. Decretà. Decretare. .... Decretàa. Decretato. Decretin. Quattro righe di decreto. Decretón... ... Gran decreto; decreto di grand' importanza. I decreti istituenti il Regno d'Italia, la Coscrizione, le Esposizioni pubbliche d'oggetti di belle arti e di manifatture, e l'Istituto italiano furono decreton. Decrètt. Decreto. Decrinà. v. cont. brianz. Declinare. Scemare. Per es. El temporal el decrinna. Il temporale scema o si va calmando. Decrottœur. Lustrastivali(*fior.). Dal fr. Décrotteur. È quegli che fa professione di ripulire gli stivali o le scarpe con vernici, cerette o simili. Decùria. . . . Nelle Scuole è detta cosi una Squadra di scolari affidata a uno di loro detto Decurion; ed anche la Lista nominativa di tale squadra coi meriti respettivi diurni degli scolari. Decurion. Decurione. Nome di ciascuno dei sessanta patrizj componenti il Consiglio municipale della nostra città che resse fino al 1796; nome che si cambiò poi in quello di Consiglier comunale. Decurión.... Nelle Scuole è detto così quell'Allievo che ha vigilanza sulla squadra di scolari detta Decuria. Dedè. Voce usata nella frase Fà norin dede. Fare a te te o alle mammucce. Trastullarsi in cose frivole come fanno i bambini. Dededént. Entro. Dentro, e fam. Drento. Dededrée. Per di dietro. Dietro. Dedefœùra. Esteriormente. Per di fuora. Dedelà. Di là. Va dedelà. Vattene di là. Dedeli. Di lì. Dedenȧnz. V. Denànz. Dedént. Dentro. Internamente. Entro. Dedesòtt. Per di sotto. Sollo. Dèdica. Dedica. Dedicazione. Dedicatoria. (dotto. Dedutto. Dedrée.s.m. Il Rovescio. La parte posteriore di checchessia. V. anche Schenal. Dedrée. avv. Dietro. Di dietro. Dà el nas dedree o Boffà dedree. fig. Dar di naso in cupola. V. anche in Boffa. Fà el diavol cont i pee dedree. V. in Diàvol. Dedrée. . . . I nostri ragazzi sogliono gridare Dedree dedree quando veggono alcuno aggavignarsi o starsi seduto sulla pedana posteriore delle carrozze, come per avvisare i cocchieri di quel peso più a passavolante. Dedreevia. Dietrovia. Dietro. Di dietro. Dedrizz e Daddrizz. Da senno. Bene. Da bene. A dovere. Partii dedrizz o dedritt. V. in Partii. Se l'è fada dedrizz, la pias anca la crosta del pastizz. V. in Pastizz. Dedù. Dedurre. Diffalcare. Dibattere. Sbattere. Defalcare. Sottrarre. Deduzión. Deduzione. Sottrazione. Defalco. Diffalco. Deèssa disse il Porta per Dèja. V. Defenì o Definì. Finire. Terminare. Dove væurel andà a defini con sto descors? Dove vuol ir a parare? (Fag. Avaro punito I, 5). Dove tende egli, dove va egli a parare con questo suo dire? Dove vala a defenì sta strada? Dove mette capo questa via? · L'è andaa a defenì maa. Finì malamente. Defesta. Ceppo. Mancia o donativo che si dà per lo più ai fanciulli nella solennità del Natale di Nostro Signore. Il suo diminutivo sarebbe Cepperello secondo il Tom. Sin. p. 122. Pagà defesta. ... ▲ quegli amici e conoscenti che vediamo nel loro giorno onomastico o che incontriamo con indosso alcun abito nuovo, o lieto per alcun fausto avvenimento sogliamo fare questa domanda Paghet de festa? E que' tali secondo voglia e potere soddisfanno l'inchiesta col pagare una colazione, un pranzo, o sim. Déficit..... Manco, ammanco di som me o sostanze. Dal latino Deficere. Defilà. T. milit. Sfilare — Filare. Degià. Giacchè. Poichè. Dacchè. Degiùn, Degiunà. V. Digiùn, Digiunà. Dègn. Degno - Condegno. Deguda. Degnato. Deligénza o Diligénza. Diligenza (Alb. bass.). Sp. di carrozzone. V. in Lègn. Deligeri. v. idiot. o sch, Digerire. Delimà. Dilimare, e ant. Delimare. Dileguare. Struggersi. Delin delin. Tintin. Voci imitanti il suono del campanello. Il prov. Derlin derlin. Deliqui. Svenimento. Sfinimento. Sincope. Andà in deliqui. Svenire. Basire. Delirà. Delirare. Farneticare. Vaneggiare. Delirante.... Spasimante, ganzo, damo. Deliri. Delirio. Farnelico. Vaneggiamento. Andà in deliri. Delirare. Delitt. Delitto. Misfatto. Maleficio. Delizia. Delizia Volutlà. |