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Dagh-là.Proseguire.Continuare. Avacciare. Affrettarsi.

Dagh-sù ai serc.... A colpi di mazza fare, che i cerchi d'una botte giungano a quel punto ove debbono stare per tener bene asserragliate le doghe che la compongono. Il fr. Rebattre.

Dà- giò. Posare. Dà-giò la polver. Posarsi la polvere.

Dà-giò. Cessar di bollire. Sedare. Posarsi. El vin el dà-giò. Il mosto cessa di bollire. El vin el dà-giò in del vassell. Il posar vero del vino è nella botte. Il Rasseoir de Fr. V. Fónd.

Dà-giò. met. Calmarsi. Pacificarsi. Rasserenarsi. Placarsi. Mitigarsi. Dàgiò la collera. Cessar la collera. Disasprire. Disacerbarsi.

Dà-giò. Rinvilire. Calar di prezzo.
Dà-giò. Indozzare. V. in Giò.

Da-giò de scriv (parl. di esempi, modelli,ecc.). Far l'esempio. Far la mostra. Dà-giò on cunt. Proporre un quesito.

Dà-giò (parl. di pianeti). Tramontare. Dà-giò (parl. di bilance e sim.). Trccollare. Dare il tracollo.

Dà-giò. Scemare. El vassell el dàgiò. La botte scema.

Dà-giò el cuu o la grassa. V. Gràssa.
Dà-giò la balla. Disebbriare.

Dà-giò la ciav, el cadenazz. Dischiavare. Dar di volta alla chiave Dischiavacciare.

Dà-giò la sgonfiezza. Disenfiarsi. Lassà dà-giò la stracchezza. Disistancarsi — Fà dà-giò l'infiammazion. Disinfiammare.. (dar innanzi.

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Dà inanz. Spignere. Sospingere. Man-
Dà indent. Rientrare.

Dà indree. Dare addietro. Rinculare. Arretrarsi. Dietreggiare. Ritirarsi. Dare indietro. Retrocedere; e fig. Dare addietro in sig. di peggiorare.

Dà indree i cavaj o Faj dà indree. Arretrarsi o Far arretrare i cavalli. - Dà indree. Rendere. Dà indree el rest. Dare il resto.

Då indree. Restituire. Rendere. Dà indree a la forma. V. in Fórma. Dà indree in del mangià, in del bev, e simili. Parcheggiare. Bere o Mangiare scarsamente per naturale inappetenza.

Dà in fœura. Sportare. Essere o Uscire in fuori.

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Dà-sora. Dare per giunta. Dare di giunta. Dare giunta. Dare vantaggio.

Da-solt. Scalzare. Sottrarre. Cavar di bocca; e fam. Far uscire uno. Cavar i calcetti. Tirar le calze. Cavar la lepre del bosco. Tirar lo spaghetto a uno.

Dà-sott. Adastare. Attastare (Voc. aret.). Aizzare. Inzigare. Eccitare."

Dass de butt. Ajutarsi a far checchessia.Adoperarsi.Industriarsi.Ingegnarsi. Dass per mort, e sim. Darsi morto, perduto, ecc. V. Desperàss.

Dà-sù. Insorgere a parlare.

Dà-sù. Montare, Rincarare. Crescere di prezzo. Dà-sù i gran. Rincarare o Ritoccare i grani Il ritocco de' grani. Dà-sù. Dare giunta o vantaggio. Dà-sù. Sospignere. In su spignere. Dà-sù el cadenazz, la tavella, ecc. V. in Cadenázz, Tavèlla, ecc.

Dà-sù la ciav. Chiavare. Inchiavare. Dar di chiave all'uscio o simili.

Dà-sù on pes a vun. Ajutar a porre (Assetta I, 5).

Dattela mandattela. V. in Mandà. Dà-via. Dispensare. Dà-via i cadregh. Dispensar le seggiole. Dà-via i beliett. Distribuire i biglietti.

Dà-via. Donare. La daray-via anch la socca. Darebbe via anche la gonnella. Donerebbe anche la gonnella.

Dà-via. Alienare. Vendere. Dà-via la cà. Vender la casa.

Dà-via. Conferire. Han anmò de dallvia quell post. Quella carica non è ancora conferita.

Dà-via. Dare via. Esitare, Spacciare. Smaltire. Hoo daa-via finna i campion. Insino alle mostre ho dalo via.

Dà-via di cattasù. V. in Cattasù. Dà on canton in pegn, Dà sui crost, Dà la pell a Ciocchin, Dà el foj de gatt, Da-giò el coo, Dà in la stria, Dà a trà, Dà on pè in la seggia, Dà lough, Dà vorden, ecc. V. Pègn, ecc.

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E daghela. Forbici! L' eran merle. La cornamusa del Cortona. V. anche in Sciatt.

El gh'ha daa ona bonna piovuda, tronada o sim. V. in Piovůda, ecc.

Fà dà-fœura. Farla uscire a uno (Tac. Day. Ann. II, 24). Far uscire uno. Aizzare. V. anche in Dio.

Fà o Giugà a tœummel e dammel. Fare a bambini. V. in Toù.

Tornà a dà. Ridare.

Dà. Dare (Sacch. Nov. 220). Percuotere. Battere. El pollirœù el comenza a bajà al garzon e a dagh. Il pollinaro comincia a gridare allo fanciullo e a darli(Sacch. ivi) — Me darala la mamma se foo inscì? Le toccherò io dalla mamma se il fo?

A chi en ne dà, a chi ne impromett. V. in Impromètt.

Dà el coo per i mur. V. in Mùr. Daghen a vun tant che sia assee o Daghen a tutt dagh. Darne altrui un ruotolo. Dar come in terra. Percuotere a rotta.

Senza nanch dì varda che te doo. Senza dir verbo. Senza dire che ci è dato. Subito. Issoffatto. Di cheto.

Tel daroo mì. L'avrai a fare con me. Modi di minacciare altrui.

Torna a dà. Ripercuotere.

Vess lì per dagh. Esser per dargli ; e fam. Essere colle mani in aria. Da. Gettare. Sta penna la dà (o la lassa) ben. Questa penna getta bene.

Daghen..... Formola tutta propria di que' giuochi ove intervenga misura, come in Terra del mio monte, in Meglio al muro, ecc,

Daghen nagotta. Non vi dare nulla. Daghen pocch o pocch o nagott. Darvi poco di checchessia(Sacch. Nov. del Tavernajo di Settimo). Non esser vago. Non calere. Non importare di una cosa.

Dàss. Darsi.

Dass-contra lor de per lor. Infilzarsi; e fam. Tirare ai suoi colombi. Dass. Accadere. Dare il caso. Va mo' a dass che poss-nò. Accade appunto ch'io non posso.

Pò dass. Può essere. Sarà. Formole dubitative.

Se po' dà! Può fare il gran diavolo che?

Dàss. Darsene. Percuotersi. Battersi.
Dass. Porsi. Farsi famigliare.

L'è minga omm de dass cont i pret. Non è uomo per porsi con preti (V. Cr. in Porre ediz. Min. § 116). Dass. T. de' Caciaj. . . . . L'enfiarsi della forma del cacio lodigiano. La forma la se dà o la ven. La forma gonfia. Dassen. Addarsi. Avvedersi. Avvisarsi. Accorgersi. Entrare in sospetto. Ombrarsi. Pigliar pelo. M'en sont daa. Me n'addiedi. Ne sospettai.

Dassen. Batostarsi. Battersi. Darsele.
Dàa. Dato. part. di Dare.
Dàa. s. m. Dato.

L'e el sò daa... . È il suo prezzo, è il prezzo comunemente assegnato. Dàa. s. m. Dado.

Giugà ai daa. Dadeggiare. Giocare o Fare ai dadi In questo giuoco due medesimi numeri si chiamano Pariglia - Quando due dadi hanno scoperto asso dicesi Aver fatto ambassi; se il due, duino; se il tre, terno; se il quattro, quaderno; se il cinque, cinquino; se il sei, seino o sino Un dado segnato da una faccia sola chiamasi Farinaccio — Andare al dado dicesi del mutare colui che tira i dadi, e dal monte prenderne altri - Chiamare si dice il nominar il punto che un vorrebbe Quegli che tira i dadi in maniera ch'e' fanno il punto ch' e' vuole dicesi Piantator di dadi ; e il così tirarli dicesi Piantare i dadi(Vas, 180) - Coi dadi anticamente si faceva una specie di giuoco detto Parlacocco. Giugador de daa. Dadajuolo.

Soli come on daa. Pari quanto un dado.

Dàa. T. de' Pastaj. . . . Specie di pasta così detta dalla sua forma quadrata. Tagliando a pezzuoli i cannoncini se ne trarrebbero de'rocchietti di pasta; tagliando a pezzuoli maccheroni o lasagne se ne traggono dadi di pasta.

Daa rigaa, Daa soli, Daa gross, Daa piscinitt, Daa bianch, Daa giald.... Paste rigate, lisce, grosse, piccine, bianche, gialle in forma quadrata.

Dàa. T. de' Pizzicag. Quadratelli di carne o grascia ch'entrano a comporre i salami e simili. Daa. T. di St. Dado. È quella specie di ralla in cui entra il puntone che preme il pirrone del torchio da stampa. Dacord. s. m. Accordo. Convenuto. Il concertato.

Dacord. avv. D'accordo.

Dacquà. Annaffiare. Innaffiare. Adacquare. Innacquare. Irrigare. Dare acqua. Inacquare. Acquare. Inrigare. Dacquàda. Innaffiamento. Innaffio. Innacquamento e fig. Imbagnamento.. Dacquadinna. Un po' d'annaffiatura(Pros. fior. IV, 1, 121).

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Dacquadór. Annaffiatojo. Innaffiatojo; e con v. dottr. Clessidra. Vaso cilindrico di latta o di rame che da un lato ha un collo lungo e grosso, alla cui estremità s'adatta una palla o bocchetta traforata perchè l'acqua ne cada come pioggia ad annaffiare fiori, erbe, ecc. Canna. Cannello? = Bocchell. Palla. Bocchetta Cuu.. Fondo Manetta. Maniglia? Manegh. Manico? Dacquadór de stanza. Annaffiatojo.... Vaso simile a un imbuto senza cannello, e pertugiato da fondo, che s'usa per adacquar le camere onde non si levi troppa polvere nello spazzarle. Dacquadóra. Ad. di Fossa. V. Dacquadorin. Annaffiatoino (Fag. Forz.

Rag. II, 11, ove è per similitudine). Dàda. Part. pass. fem. di Dà usato frequentissimamente nella frase L'è dada. Ella è battuta, cioè è risoluta, è fatta; ed anche in altro senso Abbiam fritto, cioè la cosa è ita a male, è perduta. Daddrizz. V. Dedrizz.

Daditt. s. m. pl. T. de' Pastaj.

Specie di paste picciole simili a quelle maggiori dette Dàa. V. Dafà. V. in Fà.

Dafarninchè. Che farne? A qual pro?

A qual fine? A qual effetto? A quale scopo? A quale intento?

Dàgn(che le persone civili dicono comunemente Dann). Danno. Detrimento, e antic. Dannaggio.

April n'ha trenta, e se piovess tren

tun,

farav dagn a nissun. V. in April. Bestia che fa del dagn. Bestia dannia. Chi è mincion sò dagn. F. Minción.

Chi se l'ha a maa,

sò dagn. Chi l'ha per mal si scinga. Zara a chi occa. Zara all' avanzo. Si dice qua Jo non ci dà pensiere che altri s'abia per male alcuna cosa.

Fallà mai in sò dagn. V. in Fallà. L'è mej stà ai primm dagn. È meglio tal e quale che senza nulla stare. Egli è me' perdere che straperdere.

Nè pan nè pagn no fan mai dagn. Nè di state nè di verno non andar senza mantello. Prov. che, oltre al suo significato materiale, ha quello di Doversi star sempre provveduto per tutti i casi che posson nascere.

Quand la merda la monta in scagn, o che la spuzza o che la fa dagn. È dettato simile all' altro L'è on vilan refaa. V. in Mèrda e in Vilàn.

Refà i dagn. Pagare o Rifare il danno. Ristorar alcuno dei danni.

Sò dagn. Sette suo (Fag. Aver cura ecc., II, 2). Suo danno. Gli sta il dovere. Tul sia di lui.

Toccà de pagà dagu e spes.Esser condannato nelle spese e a rifare il danno. Dagnéver disse il Maggi(Interm. II, 299) per Dannoso.

Daj daj. Dalle dalle. Così replicato è maniera di dire per denotare un'azione continuata.

Daj al lader. Dagli ch' egli è un ladro.

E daj che l'è on sciatt. 7. in Sciatt. Dalmàtega. Dalmática. Tonicella. Dàma. Dama. Gentildonna.

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Dáma. Dama. Pedina damata. J'amà. Damare. Condotta una pedina fino agli ultimi quadretti dello scac, chiere alla parte opposta, farla coprire con altra pedina dall'avversario. Dama (o Reginna). Regina (Monig. Serv. nob. II, 8). Ne? giuochi di carte.

Giugà a fant, dama e re che stoppa. Fare a chiama re(*tosc. - Editto toscano ferdinandeo 12 giugno 1597). Fare a stoppa o a stoppare(*lucch.). Specie di giuoco che si fa colle carte da tresette.

Damascàa. Dommascato(*fior.

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Giorn.

Georg. XVI, 249). Damascato (Zanob. Diz. L'Alb. enc. però dice che Dámascato non è voce toscana). Tessuto a opera. Aggiunto di tele per lo più da tovaglie, mussoline, ecc. lavorate

a fiorami o simili a uso di Damasco. Damasch. Dammasco. Dommasco. Panno damasceno. Drappo di tutta seta o di cotone e seta, tessuto a opera, a fiorami, e talora anche rigato o liscio, per abiti, parati, coperte e simili. Damàsch. Damaschetto. Drappo a fiori d'oro o d'argento che si fabbricava altre volte per eccellenza in Venezia. Damazza. Gran dama. Gran gentildonna. Dama d'alto affare.

Damerin. Damerino. Zerbino. Ganimede.

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per

di muro che si erge a traverso di quella lingua di terreno la quale si" prolunghi fra due fossati, fra due gore o simili, e che non si vuole sia corsa dalle genti. Quella de' pozzi direbbesi in italiano Ventola. Dammel. Uscita del verbo Dàss che qui si registra perchè dà luogo alla frase

Fà a tœummel e dammel. Fare a fanciullo o a' bambini, V. in Toù. Damón chiamano alcuni la Dama o Pedina coperta o addoppiata. Danà, Danaa, ecc. V, Dannà, Dannàa, ecc. Vol. II.

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Sparti o Parti o Divid per danda. V. in Divid.

Dandalò. T. de' Calz. Bussetto. Lisciapiante. Mazza da lisciare(*fior.) Lustrino?(*fior.). Strumento di bossolo col quale i calzolaj lustrano il suolo delle scarpe - Il Liscee, il Lisciòtt, la Stecca e il Dandalò de' nostri calzolaj sono così affini come il Lustrino, la Mazza da lisciare, il Bussetto, lo Steccone e il Lisciapiante di quelli toscani. Dan dan. Ton ton. Voci imitanti il suono

della campana quando suona a fuoco. Dandanna. Voce usata nella frase Dà la

dandanna. Dar la baja, la berta, la soja. Dandinna, e quasi sempre al pl. Dandinn. Falde. Càide. Quelle due strisce di panno o simile, attaccate dietro alle spalle dell'abito o gonnellino dei bambini, per le quali vengono sostenuti nel farli camminare. Vengono anche dette Maniche da pendere, cioè pendenti, dall' Alb. enc. in Falda. Gasparo Gozzi(Opere XV, 171) le dice Braccialetti con voce apertamente veneziana. Il Cesari (nelle Bellezze di Dante I, 128) le chiama Dande, con voce tratta non so donde.

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Tegni vun per la dandinna o per i dandinn, o Tegnila dandinna o i dandinn a yun. Tenere uno per le caide. Essergli alle caide (Voc., aret.). Reggere, guidare, ajutare alcuno così nel senso pos. come nel fig. - Tener la briglia. Corrisponde al francese volg. Mener à la lisière, e vale reggere, Sovvenire altrui nella sua condotta. Danée (e scherz. Piórli, Pirli, Pili, Pessiu, Pescuzzi, El pèss, El te luzis, Sòldi, Lugagn, Tolin, Ciovitt, De quist, Conquibus plin plin, El sur Carlo, L-gàsg, Mantècca, El quint element, I tólderi). Danajo. Danaro. Monela, Pecunia; e più comunemente al pl. Danari. Quattrini;

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con voce infantile Dindi; e in gergo La grascia di quel santo, o i Sonajoli - Talora noi accennando i danari diciamo I amis hin quist, cioè Gli amici sono i danari(Pan. Poet. II, vi, 34). Avegh fœura di danee o Vess-fœura con di danee.... Restar esposto col danaro, cioè avere sborsato danari senza per ancora frutto o ricavo o esito. Avegh i danee de fà-sù cont el palott. Misurar le doppie collo stajo. V. sotto Vess el re de danee.

Cavagh fœura danee. Attigner danari. Chi fa i danee adora i sò danee (che il Maggi fece dire in lingua semicolta milanese a una dama Chi fa el dinar adora el sò dinar). . . . . Danaro sudato danaro pregiato; cioè chi, nato povero, arricchisce, comunemente non fa sciupio del danaro.

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Dance e pecéaa l'è cativ stimà. Danari, senno e bontà, la metà della metà. Danari, senno e fede ce n'è manco che l'uom non crede o che non si vede.

Danee matt. Monete false – Stagnuoli si dicono le Monete falsificate con lo stagno; Incamiciate o Bratteate, le falsificate con lamina d'oro o d'argento.

Danee mort. Danaro morto o secco. Danaro infruttifero in cassa.

Danee paga e cavall trotta. Il danajo è nervo di tutti i mestieri(Pandolf. Gov. Fam. p. 170 ediz. Class.). Chi vuole ogni cosa abbia danari(Cant. Carn. II, 41). Danee viv. Danaro a guadagno.

Ecco chì on sacch de danee. Ecco qua un prato di fiorini(Doni Com. Burch. p. 26). Monta un pozzo di quattrini. V. in Sàcch. E dicesi mostrando alcun oggetto a comperare il quale siansi voluti gran danari.

El farav danee su la pell d'on picucc. V. in Pioùcc.

Fà danee. Far quattrini. Arricchire. Fà danee a monton o come terra. Guadagnar danari come rena(*tosc.). Far danari a bussa o a busso. Guadagnare quattrini in gran quantità.

Fà danee d'ona robba. Far ritratto. Fà soltà i danee. Dar fondo ai quattrini. Vale dissiparli, consumarli. Fava mej con quij danee a andà a cà de l'offellee. V. in Offellée.

Guadagnà danee a monton. V. sopra.

I ciaccer hin ciaccer o I ball hin ball, e i danee hin danee. . . . . In qualche caso potrebbesi tradurre La liberalità non giova dove la non aggiugne (Vettori nelle Op. di Mach. VII, 41); in altri Dammi del tu e trattami da voi.

I danee e mi stemm minga ben insemma. I danari mi scottano in tasca (lior.). Non appena ho un quattrino ch' io lo spendo. Lymphatici nummi sunt mihi facea dire Plauto ad Agorastocle nel Penulo in pari significato.

I danee gh' han i al o volen. I danari vanno via presto, o vanno via come l'acqua benedetta, o sono tondi e ruzzolano(Monos. pag. 138).

I dance gh' han la pesa, se tacchen ai did.... È cosa scimunita toccando il mel non si leccar le dita disse l'Alleg. p. 24 traendo allo scherzo un'idea

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