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e ad C........ Monaco della Badia Fiorentina acciocchè unitamente procedessero contro Filippo Paternon suddetto, il qual Breve conservasi nell' Archivio dei PP. di S. Maria Novella. Questi Baroni non solamente si erano fortificati nella Città, ma anche in Campagna, avendo fatta edificare una alta, e forte Torre contigua ad una lor Villa posta a S. Gaggio poco distante da Firenze, la quale munitala a guisa di Fortezza, serviva di refugio agli Eretici per farvi le loro adunanze. E siccome scrivo la storia di una Famiglia tanto impegnata nell' Eresia dei Patarini, penso che non dispiacerà al cortese Lettore qualche notizia intorno. a questi Eretici, ricavata dai Processi, contro di loro fabbricati dai PP. Domenicani, e che si conservano nel loro Archivio.

I Paterini seguitavano gli errori di Manete, e nel X. secolo avevano soggiorno nella Bulgaria; nel secolo XI. e XII. si dilatarono per tutta l'Europa, e furono chiamati con nomi diversi, cioè con quello di Cantari, di Albanesi, o Albigesi, di Concoreggieri, e di Bagno

gnolesi, ma più spesso con quello di Bulgari, o di Paterini. Bulgari furono detti perchè derivati erano dalla Bulgaria. Paterini credono alcuni, che così si denominassero da un luogo della Città di Milano detto Patarea, e forse per avere ivi tenute le loro adunanze. Le false opinioni di costoro consistevano in credere, che il Diavolo fosse creatore di questo Mondo visibile, in rigettare il Battesimo d'acqua naturale, in stimare inatili tutti gli altri Sacramenti, in detestare il Matrimonio, quale comparavano all' adulterio, e all' incesto, in negare la futura resurrezione della carne, in creder grave peccató mangiar carne, uova, e formaggio, in credere illeciti i Giuramenti, e in togliere la facoltà ai Magistrati di punire i delinquenti. In asserire, che niuno poteva salvarsi se non era Paterino, e che si dannavano i bambini benchè battezzati; in deridere il culto delle sacre Immagini, e della santa Croce, ed i sacri riti della Chiesa: e in non credere il Purgatorio. Questi, ed altri simili errori erano comuni a tutte le varie Setto dei Paterini. I Paterini di Firenze, che

che erano della Setta dei Bagnolesi, I giusta il sentimento di Ranieri Sacconi, che afferma essersi propagati i Bagnolesi per la Toscana, e per la Marca, oltre ai suddetti errori ne seguitavano altri non meno empi, come ricavasi dai suddetti Processi esistenti in S. Maria Novella, ed erano i seguenti: Che Gesù Cristo non venne al mondo per salvar tutti, che la Beatissima Vergine Maria non conservò la Verginità, che Gesù Cristò portó la sua carne dal Cielo, la quale non era della stessa sostanza della carne umana, che nel Battesimo nont si dá la virtù dello Spirito Santo, se prima il battezzato non riceve l'imposizione delle mani dai Consolati, che ancora con questo nome i Paterini si appellavano, che niuno riceve la remissione dei peccati, se non per l'imposizione delle mani dei Consolati, che il Pane, e il Vino consacrati nell' Altare non sono il Corpo, e il Sangue di Gesù Cristo, che Iddio avea create le anime innanzi la creazione del Mondo, e sin d'allora elleno peccassero, che la Beatissima Vergine Maria fosse un Angelo, e che Gesù Cristo prendesse l' Angelica

e non

e non l'umana natura, ed avessse un Corpo del tutto celeste. Erano i Paterini in generale uomini amanti le conventicole, e i nascondigli; erano impostori, simulatori, ed ippocriti, osceni, incestuosi, empi, e crudeli, e ostinati nell' errore. Distruggevano egualmente la Religione, e la Politica, ed erano nemici del pari della Potestà Politica, ed Ecclesiastica, e furono condannati nel Concilio III. Lateranense. Furono costoro perseguitati anche dalla potestà Politica; Errico VI. Imperatore ordinó severissima punizione contro i Paterini, come la confiscazione dei beni, la distruzione delle loro Case, e la cattura delle Persone, come dimostra un insigne Carta del 1194. appartenente all' Archivio di Prato, e distesa dal Legato di esso Imperatore Errico Vescovo di Vormes contra i Paterini di Prato. Ottone IV. Imperatore trovandosi nel 1210. in Ferrara fece una Legge, colla quale condannava a varie pene questi Eretici. Federigo II. Imperatore nel 1220. nel giorno medesimo in cui ricevè dal Sommo Pontefice Onorio III. in Roma la Corona Imperiale, pubblicò il celebre

Editto, che trovasi inserito nel corpo del Diritto Civile, al titolo de Haere ticis & Manicheis del Codice Giustinianeo, col quale condannava d'infamia, di confiscazione, e. d'ultimo supplizio i Paterini, ed altri Eretici di quei ceme pi, e nel 1224. trovandosi in Padova promulgò due altre Leggi contro costoro. Questo Regnante non

ostante

turte le suddette severissime Leggi invece di perseguitare piuttosto favorì i Paterini, e diede loro campo di stabilirsi, e sempre più dilatarsi, come dottamente avverte Paolo Sarpi nel suo Discorso sopra l'Inquisizione dello Stato Veneto. Potè l'Eresia dei Paterini introdursi facihnente in Firenze, e in tutta la Toscana, perchè nei secoli XI. e Xi in questa misera Città, non ostante il zelo, e le premure del nostro glorioso Concittadino S. Gio, Gualberto, e di tutti i Monaci Vallombrosagi, se guitava un costume depravato, una riể Fassatezza di vivere, e una quantità, massima di Cherici simoniaci e concubinari, talmente che eravi una specie di Epicureismo, come dicono il Malespini, il Villani, e il divin Posta T. VI.

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Dan

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