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equivoci segni della loro liberalità verso le Chiese. Essi adornarono il Presbiterio della Chiesa della Madonna dell' Impruneta, colla Residenza di noce, e donarono i Drappi per parare la Chiesa.

Esiste anche al presente questa nobil Famiglia nei Signori Lorenzo Marchese di Montegiovi, e Girolame Senatore Fiorentino, ambi Ciamberlani della Real Corte di Toscana.

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Iversi scrittori hanno parlato di questa nobilissima Famiglia, e tutti l'hanno riconosciuta d'antichis

sima provenienza. Il Crescensi nella sua Opera della Corona della Nobiltà d' Italia opina, che questa Famiglia tragga la sua origine dai Plaiani di Piacenza Progenitori di Rachis; Astolfo, è Desiderio Re dei Longobardf! Giov. Battista de Saliers l'Ermita seguitando l'opinione del Crescensi, asserisce nella sua Toscana Francese, che i Bardi son ati dai Marchesi di Val di Taro, quali realmente erano i Platahi di Piacenza. Ugolino Verino nella sua Opera de Illustratiohe Urbis Flor., da Genova pretende, che sia discesa questa Famiglia, egli cosi parla.

Inclyta Bardorum Ligurum descendit aboris . Gens Opibus quondam pollens, nullique se

cunda.

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E il Carducci nel suo Trattato delle Famiglie di Firenze, che fiorivano nel 1209. ragiona di questa Famiglia così; La Famiglia de Bardi nobile, e potente è discesa dalle nobilissime Famiglie de Ravignani, e de Conti Guidi di Modigliana. Tutti questi diversi sentimenti ho riportato nè per confutarli, nè approvarli, ma unicamente per dimostrare, chos sia stata la

vera origine di questa Famiglia, è stata dagli Scrittori considerata d'antichissimo lustro.

La prima autentica memoria, che ci scopra questa Famiglia è un Istrumento del 112. rogato da Alberto Giudice, e Notajo, che si conserva nell' Archivio del Capitolo Fiorentino, contenente la donazione fatta da Pagano da Ruballa, e da Bardo suo figlio alla Canonica Fiorentina di beni, e Terre poste in luogo detto Campo Regj.

Da queste Bardo nacque un' altro Bardo come prova una carta del 1152, rogata da Sacchetto Giudice, e Notajo esistente nell' Archivio di Vallombrosa nella quale si legge fra i Testimoni Bardus fil. Bardi quod. Pagani de Ruballa, E un'altra Carta del 1282. rogata da Ser Aldobrandino di Ser Tano, che esiste nell' Archivio Pubblico di Firenze ci conserva la memoria che Guarnieri di Maffeo di Buonaguida di Bardo d'un altro Bardo permuto i beni della Chiesa di S. Giorgio di Ruballa, come di suo Giuspadronato. Tutti questi Documenti provano ad evidenza, che da quel Pagano da Ruballa sono derivati i Bardi,

e non

e non son lungi dal credere, che quel Pagano fosse Signore del Castello di Ruballa, vedendosi in progresso di tempo, che i Bardi avevano il Giuspadronato della Chiesa di quel luogo.

Fu questa Famiglia del partito dei Guelfi, e Giovanni Villani notando le Famiglie nobili di questa Fazione, che nel 1260. emigrarono, e si refugiarono a Lucca per evitare il furore dei Ghibellini loro nemici, che vincitori della celebre battaglia di Monteaperti tornavano a Firenze, rammenta fra le principali quella dei Bardi. In tale occasione le possessioni di questa Famiglia furono come quelle di tutti gli altri Guelfi danneggiate, come rilevasi dal citato Estimo fatto di questi danni nel 1266. allorchè i Guelfi poterono tornare alla Patria, nel quale Estimo si leggono le seguenti partite, Domum destructam in Pop. S. Marie supra Arnum.

Dom. Nepi Dom. Bardi de Bardis j. Via jj. Guidi Accolti. iij. Gualtierotti Piccielloni. iiij. Arnus. damn. ext. lib. 200. Domum destructam in d. Pop. Dom.

Gianni) Buonaguide

Maffei et) Bardi. cui j. ij. Viae iij Turris T. VI. Filin

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