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rebbe pur desiderabile, che simiglianti notizie venissero raccolte in tutte le valli racchiuse fra il Monte Rosa e il Monte Adamo,

Fobello

Albergatori, Pizzicàgnoli, Osti e Camerieri a Torino.

Locarno Calzolaj in Piemonte, Muratori in Francia.

Morca

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Pescatori, Calzolaj e Muratori in Savoja.

Morondo Calzolaj in patria ed ai varii mercati della provincia,
Parone Calzolaj, Secchionari e Coloni.

Quarona Calzolaj a Milano, Falegnami a Torino, Agricoltori in patria. Rimella Albergatori, Cuochi, Camerieri e Domèstici a Novara, Vercelli e Torino; Muratori, Legnajuoli e Agricoltori in patria. Rocca Falegnami a Torino, Calzolaj e Agricoltori in patria. Sabbia Tessitori in Lomellina, Calzolaj in Piemonte, Pastori in patria. Valmaggia Legnajuoli e Calzolaj nel Novarese e in Piemonte, Ottonaj a Varallo.

Varallo

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Negozianti di vario gènere.

Vocca Muratori in Isvizzera.

Mandamento di Scopa.

Alagna

Stuccatori e Scalpellini in Francia e nella Svizzera.

Balmuccia Muratori in Francia e Svizzera, Calzolaj in varie parti d'Italia. Boccioleto

Muratori e Stuccatori in Francia e Svizzera.

Campertogno Stuccatori e Muratori in Francia.
Carcòforo

Muratori e Stuccatori nella Svizzera, Peltraj a Milano.

Ferrate Secchionaj girovaghi per l'Italia.

Fervento Muratori e Stuccatori in Francia e Svizzera.

Mollia

Stuccatori e Muratori in Francia e Svizzera, Fabbricatori di chiodi in patria.

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Riva

Rossa

Legnajuoli e Calzolaj nel Milanese, e in varie parti d'Italia
Stuccatori e Muratori in Francia e nella Svizzera.

Stuccatori e Muratori in Francia e Svizzera, e Secchionaj in

Stuccatori e Muratori in Francia, Fabricatori di ribebbe in patria.
Stuccatori e Muratori in Francia.

S. Giuseppe Stuccatori e Muratori in Francia e nella Svizzera.
Scopa Stuccatori e Muratori in Francia, Calzolaj e Falegnami in Italia.
Scopello Calzolaj in Piemonte e a Novara.

Mandamento di Borgosesia.

Agnona Falegnami e Calzolaj in Piemonte e nel Milanese.
Aranco Falegnami in Piemonte, Agricoli in patria.

ciò che, non solo porgerebbe la cagione di alquante stranezze proprie di quei dialetti, ma spiegherebbe altresì molte particolarità di maggior momento.

Borgosesia.
Cellio

-

Negozianti di vario gènere e Vetturali.

Tessitori in patria e Falegnami in Piemonte.

Doccio Muratori in Francia, Secchionaj giròvaghi per l'Italia.

Ferruta Foresto Isolella Valduggia

Alzo

Ameno

Armeno

Arola

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Tessitori in patria.

Agricoli in patria, Secchionaj giròvaghi per l'Italia.

- Fabbri-ferraj in patria, Secchionaj nel Milanese.

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Osti a Roma e nella Spagna.

Muratori e Scalpellini a Torino ed in patria.

Commercianti a Livorno, Pastori in patria, Coloni sul Novarese.

Calzolaj a Pavia e nella Spagna, Carbonaj in patria.

Artò Calzolaj e Carbonaj in patria.

Bolleto Carcegna Cèsara

Osti a Roma e nella Spagna.

Ottonaj a Piacenza, Osti a Roma, Calzolaj a Brescia.

Calzolaj ed Osti a Gènova ed a Roma, Carbonaj in patria.

Coiro Calzolaj a Pavia e Soresina, Pastori in patria.
Corcogno

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Osti nella Spagna e Scalpellini in patria.

S. Maurizio d'Opaglio Osti in Ispagna ed a Roma.

Vacciago Scalpellini e Mercatanti a Milano, Muratori e Scalpellini in patria.

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Muratori e Scalpellini a Pavia ed in patria, Falegnami a

Osti a Roma, Peltraj in Germania.

Conciatori di pelli, Fabricatori di stoviglie in patria, e Cal

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Ottonaj a Torino ed a Milano, Peltraj in Germania, Pizzicàgnoli a Roma.

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Peltraj in Germania, Osti a Roma, Milano e Spagna.

Calzolaj e Conciatori di pelli in patria, Osti a Roma ed in Ispagna.

Il Bergamasco possiede per eminenza le proprietà distintive dei dialetti orientali, e sono: le gutturali aspirate, le permutazioni del z in s, dell'o in u, ed altre più sopra mentovate; ma vi aggiunge ancora alcune forme al tutto sue. Esso, come si è notato, parlando del Bormiese, ha un modo strano di formare la prima persona plurale nei verbi interponendo fra il pronome ed il verbo la sillaba ma, o l'inversa am, invece di suffiggere al verbo stesso la caratteristica m, come: nóter (cioè noi altri, Fr. nous autres) ma scrif, noi scriviamo; nóter am turna, noi ritorniamo; nóter am durma, noi dormiamo; nóter m'andarà, o am portarà, noi andremo o porteremo. Muta sovente la i e la j in gi, dicendo ucasgiù, scalgiù, per occasione, scaglione; e questo modo accompagna la pronuncia dei Bergamaschi, come quella dei Veneti, eziandio quando parlano Italiano, onde proferiscono familgia, elgi, quelgi, per famiglia, egli, quegli. Aspira le sibilanti, dicendo hervo, hovrà, per servo, sovrano. E qui vuolsi osservare, che questa proprietà forma appunto uno dei principali distintivi fra la lingua latina e la greca, in quelle radici che hanno comuni, come: serpo, sal, sylva, che il Greco aspira in herpo, hals, hyle. Nelle valli superiori l'aspirazione si fa più frequente e più forte, e toglie il posto alla s, altresì quando è preceduta o seguita da consonante; cosicchè le voci italiane castello, costa, pensare, pestare, grosso, rosso, si òdono aspramente mutilate in cahtel, cohta, penhà, pehtà, groh, ruh. — Pèrmuta la desinenza italiana ia in éa, dicendo cumpagnéa, ostaréa o ohtaréa, malatéa, per compagnia, osteria, malattia. - Suol terminare in è le parole tronche terminate negli altri dialetti affini in te d:

Italiano gatti pianeti fatti stati scudi freddo nudo e crudo Bergamasco gač pianec fač stač scüč frèč

Bresciano

Cremonese

gat pianet fat stat scüd fred

nüč e crůč

nüd e crüd.

Quì però è da notarsi, che questa permutazione nei participj ed in alcuni nomi ha luogo solamente al plurale, dicendosi anche dal Bergamasco ol gat, l'è andat, nel singolare.

Il Cremasco, il quale, come abbiamo detto, continua sin presso

alla foce del Serio il dialetto Bergamasco, se ne allontana solo per le men frequenti elisioni del v e dell'n, di modo che, se per la comunanza delle proprietà può riguardarsi come un suddialetto del Bergamasco, d'altra parte, per la poca loro intensità, segna il trapasso al Cremonese. Un distintivo da notarsi in esso è, che nelle desinenze italiane in tre, tri, tro, dre, dri, dro, conserva lo stesso òrdine di lèttere, mentre negli altri è invertito il posto delle ùltime:

dentro padre
padre ladri quadro
dentre padre ladre quadro

Italiano

Cremasco

mentre altri
mentre altre

Bergamasco & menter

olter

déter dénter

påder låder quader.

Cremonese

In generale, come dialetto di pianura, è meno scabro del Bergamasco e del Bresciano, e, per la poca superficie sulla quale è parlato, non offre altra varietà che la consueta distinzione del dialetto rústico e dell' urbano; che anzi nella città, non solo è più copioso di buone voci della comune lingua italiana, ma per la passata intimità e alcune parentele delle famiglie più cospicue colla nobiltà vèneta, accolse parecchie voci di quell' elegante dialetto.

Il Bresciano serba pure presso che tutti i distintivi del Bergamasco, sebbene meno intensi; vale dire, ha meno forti e meno frequenti le aspirazioni, le quali non vi hanno mai luogo nel mezzo delle voci, al posto della s; e meno frequenti ancora le elisioni della n, màssime nel mezzo delle parole. Del resto esso partecipa dei suoni e delle forme del Bergamasco per modo, da potersi riguardare come un suo prossimo suddialetto. Se non che, essendo esteso sopra vastissima superficie, dalla catena Camonia alla pianura mantovana, e confinando per oltre cinquanta miglia coi dialetti vèneti e col Mantovano, offre parecchie varietà, le quali, di mano in mano che si allontanano dal centro, si vanno assimilando a questi. Perciò esso ha un Vocabolario più copioso che non gli altri suoi affini, riunendo alle voci di questi ed alle proprie parecchie radici tolte ai dialetti vèneti ed emiliani. Le varietà superiori pòrgono sopra tutto una serie importante di voci che si riferiscono alla pastorizia ed all'agricultura, come

lungo la Riviera del Benaco se ne sèrbano parecchie appartenenti alla nàutica ed alla meteorologia.

Il Cremonese è fra gli orientali il più distinto dal Bergamasco. Situato fra gli Emiliani ed i Lombardi d'ambi i gruppi, esso è piuttosto un dialetto ibrido e misto degli uni e degli altri, che non originale e distinto. Infatti, lungo la zona che accompagna la riva sinistra del Po, segna il trapasso dal Lombardo all' Emiliano, assumendo parecchie proprietà distintive di questo; mentre a settentrione si confonde col Bresciano e col Cremasco, e ad occidente col Lodigiano, col quale ha comuni parecchie proprietà normali. Esso non suole mai elidere, come gli altri orientali, le consonanti v ed n; ma in quella vece fa uso di suoni nasali; ed in ciò pure si distacca dagli occidentali, pronunciando alquanto aperta la desinenza on, e permutando la in in én, come:

ragione spino fine giardino spén fén giardén

Italiano padrone timone
Cremonese padròn timòn
D. Or. padrù timi rasù
D. Oc.
padrón timón rasón

razòn

spi fi giardi

spin fin giardin.

Questa proprietà, comune eziandio al Lodigiano, segna appunto il trapasso dal Lombardo all'Emiliano, che permuta per lo più quelle desinenze, come vedremo, in òun, ein, oppure in òn, èn.

e

Del resto il Cremonese ha comuni cogli orientali le seguenti proprietà permuta in é la i finale accentata, dicendo ché, mé, dé, insé, per qui, mi o me, di, cosi; volge sovente la o in u, dicendo urtulan, fiùr, odùr, per ortolano, fiore, odore; la u in ö, dicendo giöst, göst, töt, löm, per giusto, gusto, tutto, lume. Tèrmina in ér le voci italiane che finiscono in ere ed ajo; ed i participj dei verbi in àt, it, üt.

2. 4. Osservazioni grammaticali in generale.

Nella complessiva grammaticale struttura tutte queste varie favelle sono collegate da uno stesso principio ordinatore, comune alla lingua italiana, e quindi in parte alla latina ed alla greca, ed in parte ai cèltici dialetti; ma, in onta a questa complessiva analogia di forme, si allontànano sovente dalle une e dagli altri, in alcuni punti cardinali, dai quali appare manifesto, che estranei

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