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nullameno preziosi materiali per lo studioso che indaga per questa via le origini delle popolazioni lombarde, e ci pòrgono arra non dubia dell'attuale cultura e dei futuri progressi di tali studii presso di noi.

Mentre quindi sopperiamo con questa breve notizia alla lacuna dei successivi cenni bibliogràfici, chiediamo venia per la ommissione di alcuni altri scritti vernàcoli di minor conto, che vennero publicati nel corso della presente edizione.

L'AUTORE.

INTRODUZIONE.

Pochi anni sono publicavamo nel Politècnico alcuni canoni fondamentali per lo studio comparativo delle lingue in generale (1), ed alcune Osservazioni sull'italiana favella in particolare (2), nelle quali accennavamo all'importanza dei dialetti nella ricerca delle origini, così delle lingue, come delle nazioni che le parlano. Siccome gli studj da noi a tal uopo instituiti sugli italici dialetti, e dei quali porgiamo un brano nel presente Saggio, sono appunto fondati su quei canoni per modo, che si possono considerare come applicazioni speciali dei medèsimi, così reputiamo cosa utile, se non necessaria, il premettere riassunto in poche pàgine quanto venivamo più diffusamente esponendo in quelle due separate Memorie.

(1) Vedi il Politècnico, repertorio mensile di studj applicati alla prosperità e coltura sociale. Vol. II, pag. 161-484. Milano, 1839.

(2) Ivi. Vol. III, pag. 123-141.

I.

Dappoichè lo studio comparativo delle lingue venne generalmente riconosciuto qual mezzo efficace e sussidiario dell'istoria nella ricerca delle origini e dei rapporti delle nazioni, i linguisti procedettero nelle loro speculazioni per due vie diverse, mentre alcuni prèsero a principal fondamento il vocabolario, come rappresentante la materia, altri invece preferirono la grammàtica, come rappresentante la forma delle lingue. L'insufficienza di ciascuno di questi mezzi preso isolatamente, per la soluzione di qualsiasi problema linguistico, venne abbastanza dimostrato dalla dissonanza delle rispettive loro induzioni. Infatti è a tutti palese, come la simiglianza lessicale di due lingue possa dipèndere, o dalla comunanza d'origine, sia che derivino da un ceppo comune, sia che l'una proceda dall'altra, o dall'influenza che un popolo esercitò sull'altro, sia con diretto dominio, sia per iscambiévole commercio, sia finalmente per mezzo della letteratuche più sviluppata e più ricca nell' una lingua, lasciò impresse alcune traccie nell'altra. Talvolta ancora il vocabolario d'una lingua rassimiglia in parti eguali o diseguali a quelli di due o tre lingue di famiglia e natura discordi, senza che l'eguaglianza o la diseguaglianza delle parti condur possa ad induzioni certe e fondate; come avvenne appunto nella GranBrettagna. Troviamo colà una lingua, il cui lèssico in parti diseguali ha manifesta parentela col cèltico, col sassone e col latino. Se l'istoria non ci avesse edotti, che i primi abitanti di quell'isola erano Celti, soggiogati nel VI secolo da alcune tribù germàniche, le quali

ra,

alla loro volta soggiàcquero nell' XI alla conquista dei Normanni già lungamente stanziati nelle Gallie fra pòpoli anticamente conquistati dai Romani, come potrebbe il linguista, col solo soccorso del lèssico, sciogliere il problema di quel miscuglio d'elementi disparati, e distinguere fra i varj che compongono la lingua inglese l'idioma primitivo di quelle tribù? Ora simili miscellanee sono appunto avvenute più volte sul nostro globo, senza che la storia ne serbasse reminiscenza. Il mondo è antico; innumerevoli popoli lo percorsero più volte in ogni direzione, e poi scomparvero; l'avidità di dominio accozzò insieme più volte le più disparate nazioni; più volte si confùsero i vincitori coi vinti, e l'istoria, troppo giovane per isquarciare l'impenetrabile velo dei secoli, ci addita troppo vicino il tèrmine, oltre il quale non può spaziare il nostro sguardo!

Senza mendicarne gli esempj nell'Amèrica, nell'Africa o nell'Arcipelago indiano, ce ne porge abbastanza la nostra Europa nelle nazioni cèltiche, nelle valacche, nelle albanesi ed in quelle persino che coltivano la penisola italica.

A provare l'insufficienza del sistema grammaticale abbiamo sott'occhio le moderne lingue dette latine, appunto perchè derivate principalmente dalla lingua del Lazio; ma se poniamo a riscontro le rispettive grammàtiche, vi scopriamo le più radicali differenze. L'uso dell'articolo a tutte comune ed ignoto alla latina, la mancanza del nèutro, la sostituzione delle preposizioni alle flessioni, la combinazione dei verbi ausiliari coi participj d'altri verbi per la formazione delle voci passive e delle passate attive, che mancano in tutte le derivate, ed altretali varietà, costituiscono la più radi

cale dissonanza tra la grammàtica latina e quella delle sue derivate. Arroge l'enorme differenza della sintassi derivata dal vario reggimento delle parti del discorso, differenza molto importante pel linguista, giacchè il diverso ordine delle parti nel discorso importa niente meno che una diversa successione d'idee nella filiazione dei concetti, e quindi vario il principio lògico ed il processo intellettuale. La medèsima osservazione potremmo estendere a tutte le moderne lingue d'Europa, le quali sostituirono il processo analitico al sintètico, distintivo degli antichi idiomi dai quali derivarono; ond'è manifesto, quanto erronea sarebbe un' induzione dedotta dal semplice confronto grammaticale.

Nè intendiamo con ciò eliminare dallo studio comparativo delle lingue i due mezzi che ne sono principal fondamento; ma bensì mostrare la necessità, che questi insieme combinati procédano di pari passo, e di più concòrdino con altri elementi atti a contrasegnare la natura delle varie lingue. Infatti, se l'affinità lessicale di due lingue manifesta probabile comunanza di rapporti fra le nazioni che le parlano, non v' ha dubio che, aggiungendovi l'affinità grammaticale, questa probabilità diverrà certezza; onde avremo una forte presunzione per ammettere eziandio la loro comunanza d'origine; mentre all'opposto la sola simiglianza lessicale tra due lingue essenzialmente discordi nella grammaticale struttura, provando la diversa origine rispettiva, accuserà nell'una e nell'altra l'influenza di due lingue diverse, delle quali una dev'essere stata la prima.

Esaminando questo fatto presso le nazioni delle quali ci sono palesi le istòriche vicende, osserviamo generalmente, che quando una nazione fu condutta dalla forza

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