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parum amplo, fons aquae magnus erat, alter usui oportunus, quia magna parte editus et praeceps pauca munimenta quaerebat. ceterum apud aquam Sullam cum equitibus noctem agitare iubet; ipse paulatim dispersos milites, neque minus hostibus conturbatis, in unum contrahit, dein cunctos pleno gradu in collem subducit. ita reges loci difficultate coacti proelio deterrentur, neque tamen suos longius abire sinunt, sed, utroque colle multitudine circumdato, effusi consedere. dein crebris ignibus factis, plerumque noctis barbari more suo laetari, exultare, strepere vocibus, et ipsi duces feroces, quia non fugerant, pro victoribus agere. sed ea cuncta Romanis ex tenebris et editioribus locis facilia visu magnoque hortamento erant.

99. Plurumum vero Marius inperitia hostium confirmatus,quam maxumum silentium haberi iubet, ne signa quidem, uti per vigilias solebant, canere. deinde, ubi lux adventabat, defessis iam hostibus ac paulo ante somno captis, de inproviso vigiles, item cohortium, turmarum, legionum tubicines simul omnes signa canere, milites clamorem tollere atque portis erumpere. Mauri atque Gaetuli, ignoto et horribili sonitu repente exciti, neque fugere neque arma capere neque omnino facere aut providere quicquam poterant; ita cunctos strepitu, clamore, nullo subveniente, nostris instantibus, tumultu, formidine, terrore, quasi vecordia ceperat. denique omnes fusi fugatique; arma et signa militaria pleraque capta, pluresque eo proelio quam omnibus superioribus interempti. nam somno et metu insolito inpedita fuga.

avessero un luogo alla ritirata, occupa due colli, l'uno all'altro vicino; in uno dei quali, poco acconcio a tenervi campo, sgorgava una grossa polla di acqua; l'altro buono a tenervisi, perchè in gran parte alto e dirupato, ed a fortificarlo si chiedeva poco. Intanto manda Silla a starsene la notte con la cavalleria intorno alla fonte. Egli a poco a poco va raccozzando di mezzo al nemico, non meno scompigliato, gli sbandati; di poi a gran passo mena tutti in sul colle. I re, sforzati dall'asprezza del luogo, si tengono dall'assaltarlo; tuttavolta non lasciano dilungare i loro; ma, accerchiati con molta oste amendue i colli, sparsi posarono. Di poi, accesi di molti fuochi, i barbari il più della notte menano alla lor maniera in festa e tripudio e canti selvatici; e gli stessi capitani, baldi di non aver presa la fuga, trionfavano da vincitori. Ma tutto questo, e per le tenebre e per la maggiore levatura del luogo reso più visibile ai Romani, era loro di gran consiglio al da fare.

99. Mario, molto rassicurato dalla stoltezza del nemico, comanda che non si fiati, e neppure si suoni, com'era usanza, il cambio delle scolte. Di poi, come s'andava facendo l'alba, già stracchi i nemici e da poco vinti dal sonno, in un subito le scolte e i trombettieri delle coorti, delle squadre e delle legioni tutti di un fiato dànno negli strumenti, e i soldati levano il rumore e prorompono nel campo. I Mauri e i Getuli, desti ad un tratto a quello strano ed orribile frastuono, non sapevano pigliar fuga od armi, nè andare a fatto o a consiglio di sorta alcuna: così, in mezzo al rumore ed alle grida, senza uno aiuto, coi nostri addosso, per lo scompiglio, lo spavento e la paura erano divenuti quasi farnetici. Da ultimo tutti a sperpero ed in fuga; molte armi e bandiere prese, e più di uccisi in questa battaglia, che in qualsifosse altra passata; imperocchè il sonno e la strana paura era intoppo al fuggire.

17. - LA GUERRA DI GIUGURTA.

100. Dein Marius, uti coeperat, in hiberna, [quae] propter conmeatum in oppidis maritumis agere decreverat. neque tamen victoria socors aut insolens factus, sed pariter atque in conspectu hostium quadrato agmine incedere; Sulla cum equitatu apud dextumos, in sinistra parte A. Manlius cum funditoribus et sagittariis, praeterea cohortis Ligurum curabat; primos et extremos cum expeditis manipulis tribunos locaverat. perfugae, minume cari et regionum scientissumi, hostium iter explorabant. simul consul, quasi nullo inposito, omnia providere, apud omnis adesse, laudare et increpare merentis. ipse armatus intentusque, item milites cogebat; neque secus, atque iter facere, castra munire, excubitum in porta cohortis ex legionibus, pro castris equites auxiliarios mittere, praeterea alios super vallum in munimentis locare, vigilias ipse circumire, non tam diffidentia futuri, quae imperavisset, quam uti militibus exaequatus cum imperatore labos volentibus esset. et sane Marius illoque aliisque temporibus Iugurthini belli pudore magis quam malo exercitum coercebat; quod multi per ambitionem fieri aiebant, pars quod a pueritia consuetum duritiam et alia, quae ceteri miserias vocant, voluptati habuisset; nisi tamen res publica pariter ac saevissumo imperio bene atque decore gesta.

101. Igitur quarto denique die haud longe ab oppido Cirta undique simul speculatores citi sese ostendunt, qua re hostis adesse intellegitur. sed quia divorsi redeuntes alius ab alia parte atque omnes idem significabant, consul incertus, quonam modo

100. Di poi Mario riprende la via per le stanze d'inverno, che aveva scelte nelle terre marittime per la opportunità delle vettovaglie. Non divenuto tuttavia neghittoso o baldo per la vittoria, ma come se fosse a fronte del nemico, se ne andava con le ordinanze in quadrato. Silla con la cavalleria capitanava a destra, a sinistra Aulo Manlio coi frombolieri e gli arcieri, oltre alle coorti dei Liguri; aveva allogati i tribuni con leggieri drappelli al capo ed alla coda; i disertori, gente di niun conto, e praticissimi del paese, spiavano i passi del nemico. Il console, come se non vi fosse altri a sovrastare, nello stesso tempo ad ogni cosa provvedeva; presente a tutti, dispensava lode e biasimo secondo il merito; egli in armi e in punto, obbligava i soldati a starvi. Nè altrimenti di quello che usava nel cammino, assicurava gli alloggiamenti; mandava le coorti delle legioni a vegliare le porte, e fuori la cavalleria degli alleati; altri locava su per lo steccato a guardia, ed egli stesso faceva la ronda, non tanto per isfiducia di trasandati comandi, quanto perchè, entrato a pari il capitano coi soldati, questi durassero più allegramente le fatiche. E per fermo, in quello ed in ogni altro tempo della guerra giugurtina, Mario conteneva in ufficio le soldatesche più col timore dell'infamia che del castigo; la qual cosa molti spargevano che facesse per accattare favore, altri perchè da fanciullo gli fosse saputo dolce l'abituale asprezza del vivere e gli altri incomodi, che il rimanente degli uomini chiamano miserie. Che che ne sia, certo è che i pubblici affari furono da lui amministrati a quella guisa tanto bene e onoratamente, quanto avrebbe fatto con un severissimo reggimento.

101. Adunque in capo al quarto dì, non lungi dalla terra di Cirta, in un subito appaiono insieme da ogni banda gli esploratori; onde si argomenta della presenza del nemico. Ma, perchè i tornati da opposte bande venivano e recavano lo stesso avviso,

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