Poesie, Volume 2

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Pagina 63 - Oh così dolcemente della fossa Nel tacito calar sen tenebroso, E a poco a poco ir terminando io possa Questo viaggio uman caro, e affannoso . Ma il dì, che or parte , riederà : quest...
Pagina 143 - L' innocente seren de' tuoi bei giorni. Non che il Mondo ritorni A te quanto gli dai tu di dolcezza, di' e^li stesso ben sa non poter tanto. Valle è questa di pianto E gran danno qui spesso è gran bellezza, Qui dove perde agevolmente fama Qiial più vaga si chiama : Come andrà l...
Pagina 36 - Melanconia, Ninfa gentile, La vita mia Consegno a te. I tuoi piaceri Chi tiene a vile, Ai piacer veri Nato non è. O sotto un faggio Io ti ritrovi Al caldo raggio Di bianco Ciel ; Mentre il pensoso Occhio non movi Dal frettoloso - Noto ruscel...
Pagina 26 - Perché sola ti vede, sola l'ignaro vulgo in ciel ti crede; ma il Riposo, la Calma, del meditar Vaghezza, ogni Piacer dell'alma, la gioconda Tristezza, e la Pietà con dolce stilla all'occhio, ti stanno taciturne intorno al cocchio.
Pagina 37 - Chioma e del manto Che roseo porta La dea d'amor, E del vivace Suo sguardo, oh quanto Più il tuo mi piace Contemplator. Mi g;iardi amica La tua pupilla Sempre, o pudica Ninfa gentil, E a te soave Ninfa tranquilla Fia sacro il grave Nuovo mio stil.
Pagina 124 - Così poco di te, che non la tocchi La tua beltade mai, non che la scuota? Ma se ordirci così ti piacque gli occhi, Che in loro il verde del tuo manto immenso Più, che ogni altro color, dolce si scocchi , Perché del pari universale, intenso Non vuoi, che fra le regni, e il core umano L'accordo, che fra te regna, ed il senso?
Pagina 115 - Qui de' suoi cedri al lume, oprando tele. Circe l'aere notturno empiea di canti. Ed or nella Trinacria ha il suo bel nido La più cara Fanciulla e la più vaga Che mai levasse in questi mari il grido. Fuggii : ma come?
Pagina 143 - L'innocente seren de' tuoi bei giorni. Non che il Mondo ritorni A te quanto gli dai tu di dolcezza, Ch'egli stesso ben sa non poter tanto. Valle è questa di pianto E gran danno qui spesso è gran bellezza, Qui dove perde agevolmente fama Qual più vaga si chiama: Come andrà l'alma mia gioiosa e paga Se impunemente esser potrai sì vaga!
Pagina 35 - Né può di tempre Cangiar mio fato ; Dipinto sempre II ciel sarà. Ritorneranno I fior nel prato Sin che a me l
Pagina 145 - Non è quello che in te vagheggio e colo. Te stessa amo in te solo, Te dentro e fuor sol di te stessa adorna. La sola voce tua non è concento ? Non danza il portamento ? E cercherò se dotta suona o pinge Man che in eterne reti ogni alma stringe ? Ma tra non molto, ohimè (nè mi querelo Altro che, invan, contra il destin mio duro) ! Rivolgerò all

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