VersiA spese Remondini di Venezia, 1784 - 143 pagine |
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Parole e frasi comuni
alfin allor alma alto anco ANGELICA KAUFFMANN Anglo appo armate aura aurea avea bella braccia Britanno Calipso Calpe canto cara Ceuta ch'io cinto coturno crin d'alto d'ogni desio discaccia Quel pensier dolce Donna Donzella duolo ecco Epistola Etna falangi armate Fanciulla FATA MORGANA Febèe felice fiamme figli foco furo gemme gentil Gibilterra gran grida guardo immortal immoto indi intanto intorno invan l'alma l'altro l'arte l'aura l'onde l'opre labbro Lesbia lieto loco lodato lungo Madre MELPOMENIO mira mondo monte Morgana mostri mura navi Nemico Nettuno Ninfe notte novello nubi Nume occhi oltra opra PAOLO FRISI petto piacer piagge piè Pindo pinta POLIDETE pria riva saggio scena Sebeto selva Signor sonno Sorger spesso Sposa suol talor Tebro Temira terra Tirinzio tosto Università di Parma vago vanta vapor varco vede vegga vele vide vista Vitruvio volto volve دو
Brani popolari
Pagina 143 - Pompd m$. non vi esser cosa alcuna contro la Santa Fede Cattolica , e parimente per attestato del Segretario nostro ^ niente contro Principi , e buoni costumi , concediamo licenza a Giuseppe...
Pagina 62 - Così Natura , grande ancor se giucca , Spesso gode accoppiar l'orrido e il bello, Somma pittrice in contrapposti. E il vago Non appar forse di Morgana aspetto Tra due infamie del mar , Cariddi e Scilla? Pende su fresca valle arida rupe, Tra piagge di bei fior mugghia un torrente, E tal vedrai di giovinetta donna Sotto viso gentil rustiche voglie , E in Angelico petto un cor d'Inferno.
Pagina 71 - Partenope solchiam l' onda, cui fea Lucida e crespa il bell'argenteo lume De la tacita Luna. Al fuggitivo Lito io spesso mirava, e di Morgana Non volgea si le meraviglie in petto, Che non volgessi ed ancor più le care Mura, e il viso gentil, gli atti soavi, Lo sguardo in sé raccolto, il parco labbro, E il rossor vago, e la pudica fuga; E tutta del compagno Astro, che piove Si dolce in suo cheto vagar tristezza, Mesto e lieto io sentia nel cor la forza. Sorgiam, Temira: la notturna veglia T aspetta,...
Pagina 71 - Lo sguardo in se raccolto, il parco labbro , E il rossor vago, e la pudica fuga ; E tutta del compagno Astro, che piove Si dolce in suo cheto vagar tristezza, Mesto e lieto io sentia nel cor la forza. Sorgiam , Temira : la notturna veglia T aspetta , e grida ch
Pagina 43 - Happy, for ages still, if the pursuit Of pleasure, the decay of moral sense, And the ill-omened calm of endless peace Sap not the pristine vigour of your souls.
Pagina 50 - ... imposto: Poi , la scena mutando , ecco sfilarsi Mille viali di ben culte piante , E fiorir sotto a innumerevol greggia Mille colline : indi mutando ancora , Schiere di Fanti e di Cavalli armate Muover come ad assalto , e le faville Di vicina battaglia in cor volgendo : Ed altre varie forme e pinti aspetti, Che vengono e che van , tornan, dan loco A pinti aspetti e ad altre varie forme, Qual fosse...
Pagina 5 - Ulisse'] in quell'età in cui gl'ingegni anche più felici ne danno appena de" buoni sonetti, egli è andato poi scorrendo diverse provincie poetiche, e sempre con passi grandi e sicuri. Questo non è tutto : egli è fornito in singolar modo di quella modestia che oggi è pochissimo...
Pagina 84 - Sans scucì, spesso mutar Sofia Parigi e Oxford gode col regio albergo, Tocchi tu mai le aurate corde? o tanto La rigida Sofia di te s' indonna, Ch'onta a far temi, anche fingendo, al vero?
Pagina 49 - E già nato era il Sol : quand'ecco in fretta Donne e fanciulli, ogni uom correre al mare Veggio , e gridar Morgana odo, Morgana, E Morgana iterar gli scogli e l'onde. Precipitiam le scale, e in erto loco Su l'orme del mio duce i passi affretto.
Pagina 64 - E bei fatti ciascun traea del capo , E ne ordian lor novelle. Al Tebro in riva Ecco d'Unni e Roman sì orrenda zuffa, Che d...