San Bernardo prega affettuosamente la Vergine, che conceda a Dante la grazia di veder Dio, e di trar poi profitto delle cose vedute. Il Poeta, ravvalorato, scorge in un triplice cerchio l'arcano ineffabile della Trinita. Nel cerchio medio vede figurata l'umana effigie, onde gli vien desiderio di conoscere il modo dell' unione della divina natura con l'umana. Uno improvviso splendore glielo manifesta, e qui termina la visione. Vergine madre, figlia del tuo Figlio, Umile ed alta più che creatura, Termine fisso d'eterno consiglio, Tu se'colei che l'umana natura Nobilitasti si, che il suo Fattore Non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, Per lo cui caldo nell'eterna pace Così è germinato questo fiore. Qui se'a noi meridiana face Di caritate, e giuso, intra i mortali, Che qual vuol grazia, ed a te non ricorre, La tua benignità non pur soccorre A chi dimanda, ma molte fiate Liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, In te magnificenza, in te s'aduna Dell'universo infin qui ha vedute 4 7 10 13 16 19 22 25 28 Ed io, che mai per mio veder non arsi Di sua mortalità co' preghi tuoi, Ciò che tu vuoli, che conservi sani, 31 34 stanziale del Padre e del Figliuolo, prese stanza nel ventre di lei: Spiritus Sancius superveniet in te, le disse l'Angelo, Per lo cui caldo, ecc. La carità divina è il seme della santità che popolò il paradiso: simile all'altro pas80: Accesi di quel caldo, Che fa nascere i fiori e i frutti santi (Sopra, xxII, 46) (Ces.). E per questa cagione è fiorito e multiplicato questo cielo di santi e di sante (Chios ). — Meridiana face, eccellentissima fiaccula, come nel mezzodi la luce del Sole è più eccellente (B.). Fontana vivace, .fonte indeficiente di speranza (B.). -Non pur, non solamente (B.). Liberamente, per tua liberalità (B.). Liberamente leggo io co' migliori; e l'intendo per libera volontd, tutto da sè, non aspettan (0 preghiera: il qual senso porta un altro che può essere suo fratello, cioè gentilmente, nobilmente, dal latino libere, liberaliter. V. Purg., XVII, 55 8 segg. (Ces). Precorre, viene innanti (B.). — S'aduna, si trova raccolto (B.). - Quan tunque in creatura è di bontate, in te sono tutte quelle perfezioni che in creatura posBono essere (Lan.). no 22-39. Dall'infima lacuna. Dal centro del mondo, ov'è il lago del ghiaccio, infino a qui: tutto il gran voto d' Inferno, che riceve a diverse altezze la scolatura di tutti i peccati; e coll'infima, ne nota il fondo (Ces.). Le vite spiritali. Si degli angeli, come dell'anime del corpo separate (Vent.). Dannate, purganti e beate. Per grazia, che tu, per grazia, non per suo merito, li concedi di virtute Tanto, tanta quantità di virtù 1-21. Figlia del tuo Figlio, sa la maternità della Vergine l'ultima salute, Iddio (B.).— ch'ella fu figliuola d' Iddio per (Ces.). - Sua fattura, fattura Per mio veder, che di veder io creazione; et Iddio fu figliuolo dell'umana natura (B.). -Si non desiderai maggiormente di di lei quanto all' umanità (B.). nccese l'amore, tra Dio e quello desidero che vegga egli Genuisti qui te fecit canta a l'uomo, lo quale era spento (L.). Gli si dispieghi, si maniMaria Vergine anche la Chie- (intepidito 7.) per lo peccato festi a lui (B.).— Ancor, inolsa (L.). -Umile, quanto al d'Adamo (B.). - Nell'eterna tre. Che puoi, ecc., che iml'animo ed alta, quanto al pace, nella beatitudine cèlel'essere madre di Dio (B.). ste, dove è pace eterna Fisso, fermo (B.). Ab eterno germinato, hae cresciuto nel proponimento della incar- messo foglie questa rosa (B.). nazione del Verbo, era inchiu-Lo Spirito Santo, Amor so petri da Dio qualunque grazia tu chiedi (L.). Dopo tanto veder, post visionem summi boni (Benv.). Dopo la visione del Paradiso e di Dio. Altri estendono questo vedere all'In ferno e al Purgatorio (B. B.) Guardia, custodia. I movimenti umani, le passioni che l'umanità dà (B.); Per li miei preghi, acciò tu esaudisca i miei preghi (L.). — Ti chiudon le mani, chiudeno et accoppiano le mani, inchinandosi a te per lui. 40-54. Gli occhi, ecc., di Maria Vergine (L.). — Fissi, fermati (B.). Orator, Bernardo. Orator vale e dicente e pregante (T.) -S'invii, s' indirizzi il Buti: s'invii, si metta dentro (B.). Per, da. Tanto chiaro. Non si può credere ch'altro occhio creato miri con altrettanta chiarezza (L.). Al fine, Dio. Finii, certo d'essere soddisfatto (T.). - In suso, inverso Iddio (B.). - Venendo, divenendo. Sincera, pura e chiara. - Sopra, VII, 130: Il paese sincero, il cielo (T.). Dell'alta luce. Erat lux vera. quo illuminat omnem hominem venientem in hunc mundum (B.). — Da sè è vera, è vera luce da se. perchè da altro non depende B.). E più e più, vale ognora più, sempre più addentro: nobile ed alto parlare questo entrar per l'alla luce, che da sè è vera, cioè: Che ha in sè e da sè la ragion del suo essere perfettissimo (Ces.). 55-66. Da quinci, da questo punto in là (B.). Maggio Nostro. Il B: Mostri. che 'l parlare mio possa mostrare. Gede, dà luogo (B,). Oltraggio, 80perchio (B.). Eccesso d'altezza (T.) Somniando. Altri: soguando. Ditamondo, vi, 13: sonia per sogna. - La passione impressa, la paura, o l'allegrezza, o lo dolore messo nella sua fantasia (B.) - L'al Vinca tua guardia i movimenti umani; Fissi nell'orator, ne dimostraro Nel qual non si de'creder che s'invii M'appropinquava, sì com'io doveva, Perch'io guardassi in suso; ma io era E più e più entrava per lo raggio 37 40 43 46 49 52 Da quinci innanzi il mio veder fu maggio 55 E dopo il sogno la passione impressa Mia visione, ed ancor mi distilla 58 61 67 70 Dai concetti mortali, alla mia mente Io credo, per l'acume, ch'io soffersi E mi ricorda ch'io fui più ardito Per questo a sostener tanto, ch'io giunsi 76 79 tro, il resto (T.). -Cessa dalla memoria (T.). Così la neve, ecc., allo caldo del Sole si disfa, come si disfece la mia visione (B.). Nelle foglie che erano poste in su l'uscio et eranovi scritti li versi, e perchè erano leggieri lo vento le facea volare, e turbavasi l'ordine de' versi, sicchè non si potevano intendere poi (B.). -La sentenzia, l'oracolo (T.), — Sibilla, della Sibilla Cumea. En., 111, 445. tori e dall'intelletti umani (B.). rivolti. Più si guarda nella 67-69. 7 levi, levi te in alto Di tua vittoria. Come tu luce mortale, e più l'occhio (B.). Ripresta. Sopra, 1, 22: vinci ogni anima umana (T.). indebolisce; più in Dio, e più Se mi ti presti. Or qui pre- Dalla grandezza della parte rinforza (T.). Per questo. ga, che gli sia riconcesso il s'argomenterà la grandezza del perchè più mirando, meglio si conoscimento che ebbe allora tutto (L.). Per l'acume, per vede (T.). Giunsi, congiunsi, delle cose, quando le vide; la sottigliezza et eccellenzia l'occhio mio penetrò (T.).- Col parevi per apparivi (Ces.). (B.).. Soffersi senz'abbaglia- valor infinito, colla Divinità, 73-84. Per sonare. Se torna... re (T.). — Sarei smarrito, sa che è valore senza fine (B.) Disse suona (T.). Più si con- rei stato smarrito (T.). Sarei se così per far intendere la forza cepera, più s'intenderà da' let- uscito di me (B.). Aversi, di questo suo atto, onde potè O abbondante grazia, ond'io presunsi Ciò che per l'universo si squaderna: Credo ch'io vidi, perchè più di largo, A quella luce cotal si diventa, Che volgersi da lei per altro aspetto Omai sarà più corta mia favella, 82 85 88 อา 94 97 100 103 106 Pure a quel ch'io ricordo, che d'infante In me, guardando, una sola parvenza, con la conoscenza sua toccarsi e lor costume. 112 115 Proprie Petavio 750, da Roma a Troia distrutta 431, e da Troia agli Argonauti 42 (T.). Se io fossi stato assopito 25 secoli, e mi fosser paruti un momento; che letargo era quello! Tanto, e più fisso fu il punto di quella visione; che in opera di tener la mente legata, valse quel medesimo che tanti secoli, e più (Ces.). Fe', la qual fece che il mare ammirasse nell' onde sue l'ombra del primo legno (Argo) (T.), Faceasi accesa, diventava più ardente di considerare e cognosoere Iddio (B.). S. Gregorio papa: Augent spiritales delicia desiderium, dum saliant (L.). 100-108. Del volere obbietto, la voluntà umana hae per suo obbietto lo sommo bene (B.). — E difettivo, ecc., è bene imperfetto ogni bene, che in Dio è perfetto (B.). - Corta, indenciente (B.). Imperfetta non solo a vero, ma a quel po' ch' io rammento (T.). - D'infante. II B.: D'un fante, d'un fanciullo. 109-114.Non perchè, eco. Non vedevo che un punto; ma la mia vista rinforzata vedeva in quell' uno inenarrabili Cose (T.). Tal. Sopra, xxix, 145: Uno manendo in sè come davanti (T.). Parvenza, non apparenza, ma apparizione ; oosì parvenze, le stelle. Sopra, XIV. 71 (7.). Risponde ad un dubbio possibile: come fosse che (essendo semplicissima la natura divina) egli prima non vide in Dio quello che dioe d'aver veduto testè. Non è, risponde, che l'aspetto dell'essenza divina non fosse pure uno e semplicissimo, sì prima e si dopo: ma egli è, ch'io passai ad aver vista più acuta; e così mutandomi io, a me si veniva mutando l'oggetto del mio vedere; onde vidi quello vagliare per alterare(cangiarsi. Bl) di qua travagliatore, cioè tragettatore, bagattelliere, chi con giuochi di mano fa travedere altrui, scambiandogli le cose sugli occhi: e così qui a Dante, per essergli tramutato il vedere, venia quasi a mutarglisi l'aspetto dell'essenza divina, vedendo in lei quello che prima non avea potuto (Cv.). con una potenza o virtù infi- tà, modo d'operare (T.). che non vedea prima. --Tranita, che l'avrebbe dovuto op- Conflati, coniunti (B.). Alprimere (Ces.). - Presunst, tri: Quasi conflati. Non è presi ardire -Ficcar lo viso, distinto in Dio accidente da io intelletto mio (B.). Vi sostanza: accidente non c'è consunsi. Spesi tutte le mie (T.).- La forma, ecc., la forforze visive (T.). Compii la vi- ma d'ogni cosa, che è nodo sione (L.). fermo che tiene ogni cosa nel 85-99. Vidi che s' interna, suo essere, e questo è Iddio vidi racchiudersi, contenersi, (B.), Nodo, di tutto in uno ecc. (B. B.). Interna, tre e (T.). Di largo, largamente. ano (T.). Sopra, xxvi11, 120. Godo. Dal godere ampio Legato, contrario di spie- deduce l'avere veduto (T.). gato (T.). - Dante ha bene fic- M'è maggior letargo. Un solo cato lo guardo nell' esser punto di tempo scorso dopo la di Dio, che ne toccò il fon- beata visione gli cagionò magdo; nel qual vide il Verbo gior dimenticanza di ciò che in di Dio, esemplare perfetto et Dio avea veduto, che non apporidea originale di tutti gli esseri creati; che, quasi in un ruotolo, tenea raccolta ogni cosa, che fuor da lui è squadernata bel mondo (Ces.). tassero di oblivione al fatto de- 115-132. Nella profonda, ece Nella profonda sì, ma chiara essenza divina -d'una continenza, d'una misura tutti tre; intendendo pel loro ternario numero le tre divine persone, per la varietx de' colori la personale distinzione tra esse, e per la loro uguaglianza, l'uguaglianza degli essenziali at tributi in tutte e tre le divine - Al mio concetto! e questo, a quel ch'io vidi 127 130 Mi parve pinta della nostra effige, d'essere da te sola intesa e sola Qual è 'I geometra che tutto s'affige 133 Per misurar lo cerchio, e non ritrova, Veder voleva, come si convenne Se non che la mia mente fu percossa 136 139 142 essere intendente te stessa (L.). Ma già volgea il mio disiro e il velle, 133-145. Qual è il geometra, - FINE DEL PARADISO B DELLA DIVINA COMMEDIA. |