Ricerche su' Bruzïdalla Tipografia Boeziana, 1839 - 798 pagine |
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 136 - ... morti, e la pietà dell'arse città. Là, pendenti dal labbro materno 50 vedi i figli che imparano intenti a distinguer con nomi di scherno quei che andranno ad uccidere un dì; qui le donne alle veglie lucenti de' monili far pompa e de' cinti, « che alle donne diserte de' vinti il marito o l'amante rapì.
Pagina 85 - D'ambo i lati calpesto rimbomba Da cavalli e da fanti il terren. Quinci' spunta per l'aria un vessillo; Quindi' un altro s'avanza spiegato: Ecco appare un drappello schierato; Ecco un altro che incontro gli vien. Già di mezzo sparito è il terreno'; Già le spade rispingon le spade; L'un dell'altro le immerge nel seno; Gronda il sangue; raddoppia il ferir. - Chi son essi? Alle belle contrade Qual ne venne straniero a far guerra "? Qual è quei che ha giurato la terra Dove nacque far salva, o morir"?
Pagina 85 - D'una terra son tutti: un linguaggio" Parlan tutti: fratelli li dice Lo straniero: il comune lignaggio" A ognun d'essi dal volto traspar. Questa terra fu a tutti nudrice ", Questa terra di sangue ora intrisa, Che natura dall'altre ha divisa, E ricinta" con l'alpe e col mar. - Ahi! Qual d'essi il sacrilego brando" Trasse il primo il fratello a ferire? Oh terrori Del conflitto esecrando
Pagina 136 - Siete deboli e pochi? Ma per questo a sfidarvi ei discende; e voglioso a quei campi v'attende dove il vostro fratello perì. Tu che angusta a...
Pagina 108 - Così dunque salite in onor le ricchezze, e procacciando esse gloria, potenza ed impero, s'intorpidì la virtù; la povertà riputata venne ignominia; la innocenza rimprovero. Quindi e lusso e cupidigia e superbia invasero i giovani, che al rapire, allo scialacquare si diedero; al non curare le proprie, all' invidiare le altrui facoltà; sfrenatamente la vergogna, la pudicizia, le umane e le divine leggi sprezzando.
Pagina 167 - Alpi non vedrei torrenti Scender d'armati, e del tuo sangue tinta Bever l' onda del Po gallici armenti. Nè te vedrei del non tuo ferro cinta Pugnar col braccio di straniere genti, Per servir sempre o vincitrice o vinta.
Pagina 136 - Giù dal cerchio dell'alpi frattanto Lo straniero gli sguardi rivolve; Vede i forti che mordon la polve, E li conta con gioia crudel.
Pagina 117 - Udite! Quei forti che tengono il campo, Che ai vostri tiranni precludon lo scampo, Son giunti da lunge, per aspri sentier: Sospeser le gioie dei prandi festosi, Assursero in fretta dai blandi riposi, Chiamati repente da squillo guerrier.
Pagina 170 - L' un popolo e l' altro sul collo vi sta. Dividono i servi, dividon gli armenti : Si posano insieme sui campi cruenti D' un volgo disperso che nome non ha.
Pagina 136 - I fratelli hanno ucciso i fratelli : Questa orrenda novella vi do. Odo intorno festevoli gridi ; S' orna il tempio, e risuona del canto ; Già s' innalzan dai cuori omicidi Grazie ed inni che abbomina il ciel.