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omnium circa populorum, opifices ac lapicidas pro bellatoribus factos. Indigna Servi Tulli regis memorata caedis et invecta 10 corpori patris nefando vehiculo filia, invocatique ultores parentum di. His atrocioribusque credo aliis, quae praesens rerum 11 indignitas haudquaquam relatu scriptoribus facilia subicit, memoratis incensam multitudinem perpulit, ut imperium regi abrogaret exsulesque esse iuberet L. Tarquinium cum coniuge ac liberis. Ipse iunioribus, qui ultro nomina dabant, lectis ar- 12 matisque ad concitandum inde adversus regem exercitum Ardeam in castra est profectus; imperium in urbe Lucretio, praefecto urbis iam ante ab rege instituto, relinquit. Inter hunc 13 tumultum Tullia domo profugit exsecrantibus, quacumque incedebat, invocantibusque parentum furias viris mulieribusque.

LX. Harum rerum nuntiis in castra perlatis, cum re nova 1

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scavare, cioè nell'estrarne terra o melma, cfr. Caes. b. g. 5, 42 terram exhaurire. circa, cfr. n. 14, 7. lapicidas, ἅπ. εἰρ. 10. caedis, cfr. n. 1, 11. invecta, cfr. 48, per corpus: comunemente inveo si trova costruito con in e l'acc. o pure col semplice accusativo, il dat. s'incontra ancora in 22, 5, 8. 11. quae etc., costr.: quae praesens rerum indignitas subicit che l'indegnazione quando è più viva suggerisce haudquaquam facilia relatu scriptoribus va considerato quale apposizione della prop. relativa che precede, e che lo scrittore può difficilmente riferire nella loro integrità multitudinem: bisogna immaginare che, dopo tenuta l'adunanza popolare (contio), il popolo si raccogliesse nel comizio per dichiarare decaduto il re, cfr. n. 8, 1. imperium abrogaret. Poichè Tarquinio non era stato eletto dal popolo, nè gli erano stati conferiti gli auspicii dall'interrex (cfr. 47, 10), così egli non poteva considerarsi qual legittimo re (cfr. 48, 8; 49, 3), e il popolo aveva il diritto di togliergli l'imperium, che egli si era colla violenza arrogato, cfr. 2, 2, 10. exsulesque. La seconda rogatio, accettata dal popolo, pronunzia a riguardo della famiglia del re l'aquae et ignis interdictio, per cui le è reso impossibile di pigliar stanza nel territorio romano, cfr. 25, 4, 9. 12. iunioribus, cfr. 52, 5: solo una parte delle centuriae iuniorum si trovavano sotto Ardea, le rimanenti sono raccolte ora per la prima volta sotto le armi. ultro spontaneamente, volontariamente nomina dabant è detto qui di quelli che si prestano spontaneamente al servizio militare, altrove invece accenna anche alla leva regolare dei soldati, cfr. 2, 24, 2. Ardeam in c. per il campo presso Ardea cfr. 21, 47, 7 Placentiam. pracfecto urbis, cfr. Tac. Ann. 6, 11 namque antea profectis domo regibus ac mox magistratibus, ne urbs sine imperio foret, in tempus deligebatur, qui ius redderet ac subitis mederetur, ferumque ab Romulo Dentrem Romulium, post ab Tullio Hostilio Numam Marcium et ab Tarquinio Superbo Spurium Lucretium impositos. 13. parentum, di Servio cioè e degli altri consanguinei. furias, a cui il popolo lascia la vendetta, cfr. Tac. Ann. 1, 73. LX. 1. harum rerum nuntiis

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E. COCCHIA, Tito Livio, I, 3a ed.

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his nuntiis, cfr. 30, 4.

pergeret,

14

trepidus rex pergeret Romam ad comprimendos motus, flexit viam Brutus senserat enim adventum -, ne obvius fieret; eodemque fere tempore diversis itineribus Brutus Ardeam, Tar2 quinius Romam venerunt. Tarquinio clausae portae exsiliumque indictum; liberatorem urbis laeta castra accepere, exactique inde liberi regis. Duo patrem secuti sunt, qui exsulatum Caere in Etruscos ierunt; Sextus Tarquinius Gabios tamquam in suum regnum profectus ab ultoribus veterum simultatium, quas sibi 3 ipse caedibus rapinisque concierat, est interfectus. L. Tarquinius Superbus regnavit annos quinque et viginti. Regnatum Romae ab condita urbe ad liberatam annos ducentos quadra4 ginta quattuor. Duo consules inde comitiis centuriatis a praefecto urbis ex commentariis Servi Tulli creati sunt, L. Iunius Brutus et L. Tarquinius Conlatinus.

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2. castra etc. =

cfr. 7, 6. flexit viam battè un'altra via qui in castris erant laeti accep. Caere, dove poco tempo fa fu scoperta appunto una tomba dei Tarquinii. in Etruscos B Etruscorum, cfr. 59, 12. regnum. Secondo Dionigi 4, 58, Sesto era stato nominato dal padre re di Gabio. 3. regnatum il governo dei re durò

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il passivo di regnare non ricorre che in questo luogo e in 17, 2, 3. ducentos quadraginta quattuor. Prima di Augusto si ammetteva che la monarchia fosse durata 240 o 243 anni, cifra che si ottiene senza computar l'interregno tra Romolo e Numa, cfr. Cic. de rep. 2, 52. 4. consules.

Questo nome, sebbene adoperato da Livio fin dal principio di questo nuovo ordine di cose, pure è probabile che non rimonti più indietro delle leggi dei decemviri: prima di esse era in uso il nome di praetor o pure di iudex, cfr. 3, 55, 12 e i nomi praetorium e porta praetoria. comitiis cent.: in essi si raccoglie d'oggi innanzi il popolo, per procedere alla scelta dei liberi magistrati dello Stato. a praef. urbis. Sebbene questi decadesse d'uffizio, appena perdeva l'imperium colui che l'aveva nominato, pure è probabile che questa volta egli restasse in carica per poter procedere alla nomina dei nuovi magistrati. Del resto Dionigi 4, 76 afferma che Lucrezio presedette alla nomina dei consoli quale interrex. ex commentariis Servii. A Servio viene attribuita una descriptio classium o centuriarum (cfr. Festo, p. 149 e 246), nella quale forse erano contenute le disposizioni relative alla convocazione dei comizi centuriati. Col collegarsi che fa questo nuovo magistrato alla tradizione dell'ultimo re legittimo, si viene come a giustificare la rivoluzione, da cui ebbe origine la cacciata dei Tarquini. creati sunt: essi furono creati consoli in seguito alla nuova potenza e dignità loro concessa; ma la nomina definitiva non potè aver luogo, se non dopo che gli eletti del popolo ebbero l'assenso degli dèi, per mezzo degli auspicii, cfr. 17, 10; 32, 1. Conlatinus. Una parte della stirpe dei Tarquinii stava coll'aristocrazia, la quale trasse pretesto dal malcontento popolare per scacciare i re: fu, come si vede, una specie di rivoluzione di palazzo, a cui gli intimi stessi del re dettero mano.

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Capitolium 5, 5. 6; 8, 5; 10, 5; 11,

6; 18, 6; 33, 2; 55, 1. 2. 5. 6; 38,
7; 53, 5; 56, 1.

Caprae palus 16, 1.

carcer Mamertinus 33, 8.

carmen 26, 6; 45, 5.

Carmenta 7, 8.
Casa Romana 41, 4.
Celer 15, 8.

censeo e sua costruz. 52, 3.
census 42, 5; 43, 7; 44, 2.

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effari 55, 2.

Egeria 19, 5.

Egerius 38, 1; 57, 6.

egredi ed excedere coll'acc. 29, 6.

ei

-

sibi 54, 5; 56, 10.

elata relata 32, 2; Cic. de or. 2,
12, 52.

Ellissi del soggetto 9, 4; 41, 5; 39,
2; della copula 3, 3; di esse dopo
solet 25, 9; di fiat 23, 8; del pre-
dicato 41, 1; 18, 3; 54, 10; di di-
ceret dopo cum 35, 3; 48, 2; del
sogg. e della copula coll'inf. futuro
23, 5; 37, 6; 41, 5; 58, 4; del pro-
nome personale colla 3a pers. del
v. videor 23, 7; 31, 3; dell'oggetto
di ducere 23, 5 e di mittere 31, 2;

37, 1; di herbam accanto a puram
24, 5; di ille innanzi a quidem 29,
2; di tamen 4, 8; dei partic. pro-
fluens 21, 3; 18, 3; permotus 5,
2; 15, 4; 26, 12; 34, 1; 47, 11;
natu 3, 10; 46, 9; 53, 5; di exci-
tandam accanto a invidiam 47, 12;
di faciendas accanto a impensas
55, 7; di milia 43, 4.

eludo 36, 4; 48, 2.

Enallage dell'agg. 1, 4; 3, 1; 21, 4;
30, 4; 47, 7; 57, 10; 58, 5.
Endiadi 24, 7; 48, 7; 11, 1.
enimvero asseverativo, 51, 7.
Erdonius 50, 7; 51, 2.
Esquiliae 44, 3.

et = e difatti » 1, 3; 2, 5; 6, 3.
et ipsum καὶ αὐτόν praef. 3 ; 7,
12, 3; 30, 6; 46, 2; 56, 1.

Etrusci e loro potenza 2, 3; loro ar-
chitettura 56, 1.

Eufemismo 4, 2.

Euganei 1, 3.

Evandrus e la sua leggenda 5, 2;
7, 8.

evocatio deorum 38, 2; 55, 4.
ex quo

=

ἐξ οὗ 35, 4.

exaugurare 55, 2.
eximere diem 50, 8.

eximius 7, 12.

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