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necessarissimi per questa Manifattura. (24)

Le premure, che aveva il Governo per la perfezione di questa Manifattura, lo mosse a fare una Legge, che proibiva sotto severissime pene ogni sorta di falsità, o di frode, che si potesse praticare contro la bontà della Manifattura, come dichiara la Rubrica 191. degli Statuti di Firenze lib. 3.

Era vietato d'impiegarsi ne' Panni da fabbricarsi qualunque sorta di cardatura, eccetto in quelli, il prezzo dei quali non oltrepassava un Fiorino la canna, ovvero in quelli, che erano fabbricati all' uso Oltramontano con Accia, i quali si chiamavano Mosculati, Tentillani ec. sottoponendo alla pena di essere abbruciati tutti gli altri nei quali si fosse trovata la Cardatura, come dimostra la Rubrica 45. degli Statuti Fiorent. lib. 4.

Non era permesso ai Fabbricatori di Panni lani, e generalmente a tutti quelli, che erano addetti all' Arte della Lana di ritenere, e vendere Panni Forestieri.

Era

(24) Questa proibizione è anche iu Inghilterra.

Era proibito a tutti i Cittadini di prendere in ipoteca dai Lavoranti di Lana instrumenti necessari al lavoro, e Lane d' ogni qualità, le quali non si potevano comprare da alcuno, che non fosse stato Lanajolo principale di Negozio. Non a tutti indistintamante era permesso esercitare l'Arte del Lanaiolo, ma disponevano le Leggi, che potessero esercitare quest' Arte solamente quelli, che della medesima avevano presa la Matricola la quale non si concedeva se non a quelli, che avevano della Perizia nell' Arte. Ottima era questa Legge, poichè l' Arte in generale veniva assicurata di essere esercitata da Artefici intendenti, capaci certamente di bene fare le loro Manifatture.

Tutti questi provvedimenti, ed altri simili furono tanto utili all' ingrandimento dell' Arte della Lana nella nostra Gittà, che non vi fu luogo ove fosse tanto esteso, e felice il Commercio dei Panni di Lana quanto in Firenze. (25)

§. III

(25) Aldire di Giovanni Villani nell' Anno 1328. si contavano in Firenze 200. Bot

S. III.

Del Magistrato dell' Arte della Lana.

Uando precisamente avesse principio il Magistrato rappresentante l' Arte della Lana, non vi è memoria sicu

ra

teghe d'Arte di Lana, le quali fabbricavano dalle 70. alle 8o. mila pezze di Panno l'anno, del valore di un millione e 200. mila Fiorini d'oro, e che il lavorio di questi Panni dava la sussistenza a più di 30. mila persone. Dice ancora che go. anni addietro al 1338. queste Botteghe passavano il num. di 300. Al Catasto dell'anno 1427. apparisce il num. di queste Botteghe di 18., e nell' anno 1460. erano cresciute fino al numero di 273. Benedetto Dei racconta ove si vendevano dai Fiorentini i loro Panni, e dice che si esitavano in Roma, Napoli, Sicilia, nella Marca, in Turchia, in Constantinopoli, in Pera, in Adrianopoli, in Bursia, ed in Scio. Narra ancora che l'anno 1470. quando da Ottomanno Ughuli fu conquistata l'Isola di Negroponte, erano sulle tre Galeazze Fiorentine ottomila Panni. Il Dei per quanto racconti la verità, tace molti Paesi ove si smerciava

no

Ja che ce ne 'dia contezza. Abbiamo già detto che nel XII. Secolo le Arti avevano un Magistrato Rappresentante, e che l'Arte della Lana non era SCO

no

no felicemente i Panni di Firenze. Sappiamo certamente che i Fiorentini portavano i loro Panni in Inghilterra, in Fiandra, in Francia, ed in altre parti dell' Europa. Marino Sanu do nelle sue Vite dei Dogi di Venezia, ci fa sapere che dai Fiorentini si mettevano ogni Anno 16. mila Panni in Venezia, quali poi dai Veneziani si portavano a vendere in Barberia, in Soria, in Candia, e nell'Istria.

In qualche occasione fu deputata questa Arte, mediante credo io la sua ricchezza, dalla Repubblica alla soprintendenza di qualche grande intrapresa. Nell' anno 1331. la Repubblica raccomandò a quest' Arte la magnifica Fabbrica di S. Maria del Fiore, del quale Atto trovasi la seguente Memoria scolpita in marmo sopra la Porta di detto Tempio dalla parte di Settentrione

Anno Milleno centum r, ter quoque deno Coniun&to primo quo summum jungitur imo Virgine Matre Pia Domini Spirante Maria Hoc opus insigne statuit Florentia digne Consulibus dandum prudenter ad ædificandum Artificium Lanae complendum denique sane.

Ac

nosciuta ai Fiorentini ma ciò non dee servire per farci credere, come, secondo me, male a proposito ha creduto l'Ammirato, e ai giorni nostri il Pagnini, che l'Arte della Lana avesse un

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Accettò l'incarico l'Arte della Lana, non solamente pensò ella al proseguimento dell'Opera intrapresa col suo erario, e colle contribuzioni dei Lanajoli, e non solo condusse quel Tempio al termine, in cui è di presente, ma lo dotò di 12. Canonicati, otto dei quali gli fondò il dì 26. Giugno dell' Anno 1427. in sequela delle Bolle spedite dal Pontefice Martino V. lo arricchì di Cappelle, e lo provvedde di Cherici, acciò fosse decorosamente Uffizziato.

Nell'anno 1432. essendo stati ristabiliti i Frati dell Osservanza nel Monte dell' Alvernia per ordine di Eugenio IV. la Repubblica ad esortazione di detto Pontefice gli raccomandò all'Arte della Lana, come dimostra la Provvisione del dì 28 Giugno di detto Anno, registrata al Lib di Provvis. D. a 136. delle Riformagioni.

Molte altre incombenze furono addossate aquesta Arte; e gli affari più rilevanti della Repubblica, almeno nei tempi più antichi non si risolvevano senza il voto dell' Arte della Lana.

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