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CANTO PRIMO DELLA PRIMA CANTICA OVERO COMEDIA DEL DIVINO
POETA FIORENTINO DANTHE ALEGHIERI.

El mezo del cami dí
noftra uíta

Mi ritrouai p una
felua obfcura
Che la díricta uía era
fmarrita

He quanto adir quale era e cofa dura
efta felua feluagia & afpra & forte
che nel penfier rínoua la paura
Tanto era amara che poco e piu morte
ma per tractar del ben chio ui trouai
díro dellale cofe chio uho scorte
I non fo ben ridír chomio uentraí
tantera pié di fonno in fu quel pucto
che la uerace uía abbandonaí

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CAPITOLO PRIMO.

Abbiamo narrato non folamête la uita del poeta & el titolo del libro & ch cofa fia poe ta.Ma etiam quanto sia uetufta & anticha: quanto nobile & uaria:quato utile & iocon da tal doctrina. Quanto fia efficace a mouere lhuma na menti:& quanto dilecti ogni liberale ingegno. Ne giudicamo da tacere quanto in fi diuina difciplina fia ftata la excellentia dello ingegno del noftro poeta. In che fi fono ftato piu brieue che forse no fi cöuerebbe: confideri che legge che la numerofa & quafi infinita copia delle cofe delle qli e neceffario tractare mi sfor za non uolendo chel uolume crefca fopra modo a in culcare & inuiluppare piu tofto che explicare & difte dere molte cofe:& maxime quelle lequali quãdo ben taceffi non pero ne reftera obfcura la expofitione del tefto. Verremo adunque a quella. Mapche ftimo no effere lectore alchuno ne di fi baffo ingegno:ne di fi pocho giudicio:che hauedo intefo quato fia & la pro fundita & uarieta della doctrina:& la excellentia:& di uinita dello ingegno del noftro toscano & fiorentino

Ma poi chio fuí appie du colle giunto poerano fi perfuada che quefto principio del primo canto debba per fublimita & grandeza effere pari alla. la oue terminaua quella ualle ftupenda doctrina delle cofe che feguitano:pero con che mhauea di paura il cor coponcto ogni induftria inueftigheremo che allegorico fenfo Guardai in alto & uidi le fue fpalle arechi feco quefto mezo del camino & che cofa fia fel ua.Diche ueggio non piccola differentia effere ftata coperte gía de raggi del pianeta tra glinterpreti & expofitori di quefta cantica.Impero che mena dricto altrui p ogni calle che alchuni dicono che il mezo della uita humanae el fonno moffi:credo dalla fententia dariftotile dicen Alhor fu la paura un puoco queta do lui nelleticha neffuna differentia effere tra felici:& che nel lago del cuor mera durata 'miferi nella meta della uita:pche le nocti che fono la la nocte chio paffai con tanta picta che ne benene male fentir poffiamo.llpche uogliono meta del tempo cinducono fonno:& da quello nafce qfti che el poeta pogha el mezo dela uità per la nocte:& la nocte pel fonno de notare che questo poe mano fia altro che una uifione che gli apparue dormédo per laquale hebbe cognitione delle cofe da lui decripte i quefte tre comedie.Dicono adúque che lui imita foane euágelifta elquale dormédo fo pra il pecto di Chrifto redéptore hebbe uifioe delle cofe celefte:oueramete poghi la nocte dimoftrá do lui hauere comiciato il fuo poema di nocte nellaële racoglédofi lanimo in fe medefimo & abfol uendofi & liberandofi da ogni cura meglio intenda.Ma benche tal fententia quadri al poeta:niente dimeno le parole non la dimoftrono fe non con tanta obfcura ambiguita:che no par degna della ele gantia di tanto poeta.Prima perche non seguita che benche nelle reuolutioni del tempo táto fpacio occupin le nocti quato e di:per qfto dicédo io fcripfi di nocte fintéda io fcripfi nel mezo della mia èta: perche & nel principio & nel fine della eta humana fono le no&ti come nel mezo & fimelmente e di. flpche per la medefima ragione fi potrebbe fare tale interpretatione pel di come p la nocte.Altri dico no che uolle pel mezo del camino intéder che nel mezo delleta dette principio al fuo poema. Ma nó e una medefima opinione del termine della nostra eta:pche diuerfi fcriptori diuerfaniente fentono. Ariftotile nel fuo de republica pare che aproui la fententia di certi poeti:equali diuifono letap nume ro feptenario attribuendo.Eprimi fepte alla infantia:Efecondi alla pueritia:Etertii che peruengono auentuno alla adolefcentia.Dipoi pongono due feptenarii pla giouentu & arriuono a trentacing & quefta eta uole nel medefimo luogho Ariftotile che fia perfecta a celebrare ematrimonii. Doppo la giouentu feguita la eta uirile la ĝle p due feptenarii arriua alláno nono & quadragefimo:nelqual té

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po perche glhuomini fonno di perfecto configlio:ne anchora hanno diminuite le forze del corpo giudica tā to philofopho che lhuomo fia molto apto al gouerno della rep.Et finalméte pone el refto delleta in tre fepte narii.Et uuole che el termine fia anni fèptanta quafi prefago della fua morte:laquale fu nellanno feptuagefi mo della fua uita.Et maxime fi moffe a quefto perche el numero feptenario fi fa non folamente di fepte:ma anchora fi multiplica per dieci numero perfecto.Questa medefima fententia e del pfalmifta dicente,Anni no ftri ficut aranea meditabuntur:dies annorum noftrorum in ipfis feptuaginta anni.Si autem in potentatibus octuaginta anni & amplius eorum labor & dolor.Pythagora famio pofe el fine delleta lanno octogefimo de la uita:& fimelmente in quel tempo lui mori.O&tanta anni anchora pofe Solone atheniefe. Gliaftrologi eqli riferiscono ogni cofa al corfo delle ftelle ci concedono nouantacinq. Quefti uogliono che la luna ne contri buifca quattro:Mercurio dieci:Venere octo:el fole diecenoue:Marte quindeci:Joue dodici, Dipoi nel refto delia eta decrepita fignoreggia Saturno:& in quefta e frigidita:fatica:& anguftia:& graueza di corpo & di mente.llperche pochi fono che uarriuono.Furono alquanti che come riferisce Seruio nel qrto delleneide di xono effère di tre fpecie.termine di noftra uita:di natura:di fato:& di cafo.La natura uogliono che fi diften. da infino al quarto corfo di Saturno:elquale perche lui fa la fua reuolutione in trenta anni:fara di centouinti anni:el fato empie tre corfi di Saturno:ilperche nel nonagefimo anno uiene la morte.Ma se la benignita dal chuna felice ftella frange la malignita di Saturno puo uenire lhuomo al quarto corfo gia detto. Onde lofa pho nel fuo de antiquitate fcriue che idio doppo el diluuio di Noe abreuio glianni della uita humana:equali inanzi al diluuio in alchuni erono paffati nouecento:& ftatui che lultimo termine fufficento uenti. Et per quefto uoglono certi interpreti di ftatio.che quando fcriue Dadrafto re.Rex ibi tranquille medio de limite uite.Infenium uergens populos Adraftus habebat.lui intenda che fuffi nellanno fexagefimo che e el mezo di centouenti.Nientedimeiro pche la comue opinione de glhuomini feguita Ariftotile & Dauid intendono elmezo della uita trentacinque anni.Ma benche tale expofitione non fia al tutto absona dal uero:nientedi. meno a fi alto poema par che fi richiega altro principio.Ilche accioche meglio poffiamo exprimere.ripetere mo con breuita alchune cofe piu dilontano:lequali in forma ci apriranno lamente de lau&tore:che facile ci fia interpretare quefto principio. Et uerifimile adunque che Danthe fi proponeffi il medefimo fine elquale & apreffo de greci Homero & apreffo de latini Virgilio faueuono ppofto.Et come quelli luno per Vlixe.lal tro per Enea dimoftrano in che modo uenendofi nella cognitione de uitii & cognofciutogli purgandofi da quegli fariua finalmente alla contemplatione delle cofe diuine:cofi Danthe fotto quefto figmento per la pe regrinatione finge hauer facto con Virgilio in perfona di fe dimoftra quel medefimo. E lhuomo compofto danimo & di corpo.Lanimo e diuino:& femplice immortale & incorruptibile. Et perche e producto da dio'a fua imagine & fimilitudine e diuino & pieno di luce:& e capace per la contemplatione di uenire alla cognitio ne delle cofe diuine.& fruire idio.In che confifte el noftro fommo bene come in altro luogho piu abfoluta mente tractaremo.El corpo per loppofito effendo compofto di materia de quattro elementi di fua natura e corruptibile obfcuro & pieno di tenebre.Lanimo adunque fommerfo in quefto obfcuro carcere perde quafi ogni fuo celefte uigore.& per le tenebre del corpo rimane quafi priuato dogni luce di ragione & puoffi dire quello effere fepulto fotto la corporea molle.Onde fapientemente el diuino Platone pone due fpecie di mor te:& luna chiama morte danimale:cofa nota a tutti:laquale alhora uiene quádo lanima dal corpo fi fepera.Lal tra e morte danima:& quefta e qdo lanima come gia habbiamo decto sommerfa dal pondo & obfcurita del corpo perde tanto di uigore:che neffuna delle fue excelléti potentie puo adoperare.llperche ueggiamo lhuo mo non folamente ne primi anni infantili & puerili:ma in gran parte della adolefcentia & giouetu uiuere for lamente fecondo el fenfo.Et perche non conofce altro che quello non crede fe effere altro:& niéte reputa be ne:fe non quelle cofe che diletano e corporei fenfi,Ne alchuna cofa male fe no quella che gliatrifta. Et come ebbro da profonda fomnolentia oppreffo ne se conescene ad che fine fia prodotto intéde:ne conosce la igno rantia fua ne la fua miferia infino a tanto che arriuato alleta gia matura parte per la experientia di molte cofe: parte per alchuna doctrina acquistata & per precepti da piu faui di se hauuti:comincia adeftare la ragione:& alhora finalmente conofce fe effere in obfcura felua cioe lanimo fuo effere oppreffo da ignoratia & da uitii p la cotagione del corpo.E adunq la fententia del tefto.IO MIRITROVAI IN VNA SELVA OBSCVRA: Ilche importa io maccorfi lanimo mio effere fommerfo nel corpo per la cotagione & tenebre dal quale hauea perduto la dirita & uera uia.NELMEZODEL CAMIN DINOSTRA VITA:Cioe nel mezo del corso della uita humana:nel qual tempo la difcretione comincia deftarfi ne lhuomo laquale infino a quel termine era ftata quafi fpenta.Et defta facorge del errore & prende la uia falutare:Se gia non fi lafcia tanto uincere alla fenfualita che non che pceda auanti: Ma piu tofto ritorna indrieto nella obfcurita della felua.Dalla quale mi feria priega.Dauid el fignore chel guardi dicendo.O fignore non mi richiamare indrieto nel mezo de miei giorni.Ne e neceffario interpretare el mezo appunto ilche e quello che per equal parte e diftate da fuoi extre mi come diremo noue effere el mezo di decefepte perche ha da ogni parte octo.Non e adunq da interpretare il mezo coffi appunto perche etiá appreffo de philofophi fpeffo e deco mezo qlloch e diftate da gli extre mi:benche non fia equalmente diftante.DEL CAMINO.Optimaméte detto impero che la nía uita nõ epo fta nella eternita doue ogni cofa e ftabile:& in eterna quiete.Manel tépo che non è altro che affiduo fluxo & corfo.Preterea come dice lapoftolo nó fiamo qui in patria ne habbiamo citta ferma.Maequefta uita una pere grinatione laquale fe pcediamo per certa uia ci coduce ad hierufale celefte patria doue fiamo ciues fanctoru & domeftici dei:Ne e da pretermettere p la dichiaratione di questo luogho che lui dixe mi ritrouai & nó en

Platone.

trai.imperho che laninio entra nel corpo.fubito che fi crea ma non faccorge della fua ignorantia:fe non nel mezo del camin come habiamo detto.Ne e fanza cagione che lui poneffi la felua pel corpo:& confequente mente pel uitio:perche Platone & molti altri philofophi chiamano la materia corporea in greco hyle & in la tino felua & come lanimo ha ogni excellétia & felicita per la natura fua indiuifibile incorporea & incorrupti bile:cofi per loppofito ha ogni calamita & ogni uitio per la felua cioe pel corpo elqual e corruptibile.llperche rectamente Platone come chiama idio cagione & fonte de tutti ebeni:cofi per loppofito chiama la selua cioe el noftro terreftre carcere cagione de tutti emali.Adunque fapientemente Boetio fcriue.Felix qui potuit gra uis terre rompere uincula.Et certamente e beato chi puo rompere e legami della graue terra & fciogliere la nimo dalla contagione del corpo & dalla fenfualita & eleuarfi alle cofe celefti.llperche egreci chiamano el cor po demas perche demin fignifica legare & el corpo come e deco e legame dellanima.Et certo come la mofca tracta dalla dolceza del mele ui fi tuffa tanto che uiaffoga:cofi lanima irretita & inuifchiata dalle terrene dol ceze tanto dal principio fi fomerge& attuffa nella fuauita di quelle che altutto diuentata ebbra difficilmente fi fueglia ne puo guftare el nutrimento del uero gaudio:ilche e la cotemplatione delle cofe celefte. Onde na fcie che benche lanima noftra fia prodotta ad quefta contemplatione nientedimeno la felua gli fa fmarrire la uia:perche la contagione del corpo gli toglie la cognitione laquale fe haueffi intenderebbe quanto la natura noftra auanzi fi altri animali.Perche quegli niente fentono fe non le uolupta pel corpo:& ad quelle cō ogni impeto fadrizono.Ma la mente humana imparando fi nutrifce & penfando fempre inueftiga o ueramente ein alchuna actione:Pone adunque la felua per la contagione del corpo & per le tenebre & ignorantia imită, do el fuo maeftro Virgilio elquale dixe:tenente media omnia filue.SMARITA:& non perduta pche chi gia tranfcorfo ne uitii quando che sia torna alla uirtu non hauea perduta:ma smarrita la uia. HA quanto è di re quale era e cofa dura.Qui e uno ornamento rethorico elquale chiamano exclamatione:& ufafi quádo uo gliamo dimoftrare la grandeza della cofa:oueramente quado uogliamo exprimere una giufta indegnatiõe contro a quello che ci pare fommamente da biasemare come qdo dice:Ah Conftatino di quanto male fu ma dre.Et perho ufo quefta dictione ah:laquale elatini chiamano interiectione: Adunque ah quanto dura cofa cioe difficile era a dire cioe a narrare quale cioe di che qualita era qfta selua seluaggia cioe qfta felua derelicta abandonata & remota da ogni culto & habitatione humana perche el uitio e altutto remoto dalla naturahu Ne mana:conciofiacofa che con efficace demonftratione platonici:& Ariftotelici philofophi prouono che uiue re fecondo la naturae uiuere fecondo la uirtu. Adunque e filuaggia quafi dica e ferina & no humana perche re chi e infecto da uitii benche ritenga leffigie humana:nientedimeno ne coftumi e diuentato fiera crudeliffima contro a dio.cótro a fe:cótro al proximo.ASPRA:certo e afpra la felua de uitii:impho che come neffuna cofa e piu foaue che hauere pura confcientia lagle tiene lanimo traquillo & lieto & fanza alchuno pauento. Coffi efuitio del cótinuo ci ftimola con continue'paure o delle future pene eterne ordinate allanima del peccatore: o delle pene prefenti delle qle le ciuili & morali legge ciminacciono.Ne ondegionno o ribollono tanto lem fiamate cauerne dethna o di mongibello qto la cofciétia del peccatore.FORTE:pche difficile e &qfi inexpu gnabile a rimuovere lhabito gia cótracto nel uitio.CHE nel cuor mi rinoua la paura:Et certo come nó fanza uolupta & fummo appagameto di cofcientia ci ricordiamo delle cofe laudabilmente facte:Cofi per loppofito quando da uitii ci fiamo ridotti alla uirtu non fanza horrore & fonimo pentiméto ci ricordiamo della prete rita & uitiofa uita.llpche amoniua platone gliamici che fi ricordaffeno che le uolupta & piaceri corporali era no momentanei & brieui:& niente altro che pentiméto lafciauono dopo fe.E TANTO amara che poco piu morte.MA per tractar del ben chio ui trouai diro dellaltre cofe chio uho scorte.E morte come dicemo poco auanti danimale & e morte danima.Et morte danima anchora in due modi fi piglia.Ouero fecōdo eplatoni ci quádo lanimo entrando nel corpo fomerfo & foffocato da quello pde quafi ogni fuo uigore.Oueramente quádo lanima fi fepa dal corpo & rimane morta nel peccato:& di qfta'intéde al pfente pche e la piu horrenda conciofiacofa che non ha redéptione alchuna & tal morte e eterna & fenfibile impho che e mortalanima nō perche no refti imortale & fempre duri:ma pche in eterno e collocata in fomma miferia.Adunque diremo ch Tafeluae amara perche tale e la uita uitiofa de lhuomo anchora uiuente nel corpo.Ma perche ha redemptio ne & puo conuertirsi a dio & operare el bene feguita che fia piu amara la morte poco difopra detta pché e fuo ti dogni fperáza. MA per tractare del ben chio ui trouai.Et certo no poco bene cognofcere la obscurita della felua cioe el uitio elquale dogni luce priua lanima:pche quello cognofciuto uiene in tanta abominatione che con ogni induftria lo fuggiamo & purghiancene:Adung trouiamo quefto bene nella felua.llperche fapien temente dixe Oratio.Virtus eft uitium fugere:& fapientia prima ftultitia caruiffe.E uirtu fugir el uitio:& ca ciare da fe la ftultitia e principio di fapientia. Alchuni dicono che il poeta uuole dimoftrare che anchora nello Oratio, inferno fi troua bene perche ue la giuftitia laquale e fomma delle uirtu morali.Ilche benche fia uero niente dimeno la prima fententia quadra meglio al tefto.IO NON fo ben ridir comio uentrai tatera pien di fonno: Dichiara quello che dicemo di fopra della felua & dello ingreffo dellanimo nel corpo & dipoi di tutto il tem poche la ragione e confopita & niente altro che il fenfo puo in noi.Non puo adunque dire lhomo come o in che modo entra nella felua cioe come lanimo entra nel corpo onde contrahe molti uitii pche in fuquel pon to e pieno di fonno cioe diuiene fi inebriato dalla corporea molle che faddormēta in lui la ragione ne fi defta prima che nel mezo del camino.Et pho feguita.TAnto ero pien di fonno in fu quel punto. Cioe tanto era co Topito dalla ebrieta de fenfi lanimo che la ragione coffi adormentata lafcio la diria uia cioe la uia delle uirtu laquale no puo uedere chi camia nelle tenebre.E la uirtu morale come ogni philofopho cófeffa un mezo co

ftituto tra due extremi.come uerbi gratia e una uirtu circa la diftributione & lo fpendere le pecunie noftre:la quale obferua una moderata mediocrita tral poco el tropo:& e deca liberalita.Et qfta ha due extremi:el de fecto detto auaritia perche mancha & non arriua al mezo.& lo exceffo dicto prodigalita laquale non fi raffre na dentro a termini de la mediocrita:ma excede & trapaffa.Adunque come in larga & fpaciofa campagna fe meni una linea sempre pel mezo couiene che quella fia dirica & tutte laltre piegandofi in alchuna parte fa ráno torte:béche fuffino inumerabili:cosi sola la uirtu e dirita perche sempre procede come equale diftantia da glextremi.Et euitii torti perche torcono inuerfo alchuno extremo.Et fimelmente come in quella capagna e impoffibile potere trouare al buio la linea del mezo & continuare in quella fanza torcere.coffi fanza el lume della ragione e impoffibile nella uita humana trouare la mediocrita della uirtu & in quella perfeuerare fanza transcorrere in alchuno extremo doue fono euitii.llperche caminando al buio non fi troua la linea del mezo laquale e fola una o fe pur a cafo fi troua non fi mátiene ma dellaltre lequali fono molte e facile a trouare fan za alchuno lume.& facile anchora a declinar duna in unaltra fempre errando ilperche fapienteméte dixe He fiodo greco poeta che el uitio fi poteua pigliare tutto infieme.Ma alla uirtu non uoleua idio che fi ueniffi fan za fudore.Et Archefila achademico philofopho diceua che la uia che guida allo inferno e facile perche uifiua cho glocchi chiusi.i.sanza lume di ragione perho che ogni peccato procede da ignorantia che non e altro che priuatione di ragione.llperche Dauid parlando dellopere & actioni del peccatore dixe. Fient uiæ eorumte nebre. Et certo le uie del peccatore fon tenebre:perche in quelle non difcerne la uerita.Credo hauere affai a pertamente dimoftro perche il poeta chiama la uia della uirtu dirica:& perche il fonno la fa fmarrire:ilperch procediamo auanti.MA POI CHIO fu appie dun colle giunto la doue terminaua quella ualle. Intendiamo prima fecondo il fenfo hiftorico che caminando per la feluofa ualle trouo aloncótro un monte in forma che era neceffario o torcere il camino uolendo fchifare la montata del colle:o falire el colle defiderando chel cami no fuffi diritto. Nó fi uiene alla uirtu fe non per la falita del monte ilperche Bafilio dixe:A fpra primo & pene in uia & fudoris continui & laboru plena eft uia quæ ad uirtutem ducit:Quãobrem nec cuius uis eft propter arduitaté illam capefcere neccapefcenti facile ad cacumé eius afcendere.E adunq el monte la contemplatio ne:& nella fonimita e el fole cioè la fapientia.Et come Virgilio pone el ramo doro che e la fapientia in fu lalte za dellalbero circondato dalle ualli:coffi Danthe pone el fole nella fommita del monte Virgilio pone le coló be per la contemplatione:guida Enea infino al ramo doro perche uolano in alto & altroue dice:Ergo alte ue ftiga oculis.Adunque pellalbero & per le colombe & per quefto uerfo dimoftra lalteza che Danthe dimoftra pel monte.Mentre che guardo nella ualle non uide fe non tenebre perche nelle cofe terrene non fi uede il fo le.i.la fapientia.Ma uedefi nel monte.i.nella eleuatione dellanimo alle cofe diuine.Onde Dauid eleuaui ocu los meos ad monté.Sotto quefto figmento intenderemo quel medefimo che per la lectera.y.da se trouata ex preffe Pytagora Sannio philofopho:Ha quefta lectera nel principio una fola linea infino che giunga al pun to della forcha.Quiui fi diuide in due & luna ua dirictai fula dextra:laltra torce a finiftra. Ilche cofigura tutta la uita humana:pche qfi una fola uita e di tutti gli huomini ifino a gliani della difcretione pche non e imputa to ne a perfecta uirtu ne ha intero uitio cofa che fi faccia nella prima eta doue efcufabile ignorantia fanzaue ra electione.Adung qui el poeta per la uia della felua intese la prima parte della gia deca lectera. Dipo el fine della ualle trouo che la uia ftata infino a qui una fi diuidea in due & luna feguitaua a diri&turap lerta del colle laltra torcea a finiftra appie della radice di quello.Giunto adunque ad quefto biuio: come ifino a qui era ito nelle tenebre:coffi alhora comincio a uedere ei lume del fole elquale gia pcoteua le fpale del monte & ad qllo uedutolo faddrizaua.Impho che giunti che siano a gliani della difcretióe comicia a rilucere i noi el lume della ragione elql ci moftra el monte giarifplendente & inuitaci ad'falirlo. Ilche fignifica che la ragione ci aditiza alla cótemplatione & cognitione delle cofe diuine nelle quali confifte el noftro fommo bene.Creo idio a fua imagine & fimilitudine no il corpo noftro ma lanima ilpche e innata in quella fommo & feraphico amore di cogiungerci con quello.Et per tale amore fi defta la ragione che infino a quefto tépo era ftata cbbria & fonno lentia & innamorata merita effere illuftrata dal cherubico lume col quale uede & conofce idio qro e capace fua natura.Pofe adunque el monte per tale côtemplatione. Due cose sono nel monte:impho che e leuato & piu preffo al cielo. Ilche ciamonifce che ogni noftra inquifitione & ricerca debba effere delle cofe alte & cele fte & non infime & terrene.Item e erto perche inuero ad tale cótemplatione non fi uiene fanza difficulta. Ne folo quefto poeta ha pofto el monte per tale contemplatione ma anchora molti fcriptori de le facre lecterelo meteno in fimile figura & maxime el poetico propheta Dauid nel pfalmo doue dicendo. Quis afcendit in montem domini aut quis ftabit in loco fancto eius ideft.Chi falira nel monte del fignore oueramente chi fta ra nel luogo fanéto fuo niente altro domanda se non chi uerra ad quefta cognitione.Lui faliua el monte con laiuto del fole elquale glene moftraua perche fanzá el fole cioe fanza la ragione laquale e uera guida della uir tu humana & regina dellanimo noftro non fi corge la uia che ci mena alla cotemplatione.Quefto fole e quel lo elquale ci conduce a faluamento per ogni calle cioe uia.Imperhoche neffuna noftra actione puo effer per fecta fe la ragione non ce la moftra & non giudica coffi effere.Ne puo in alchuno modo lhomo o opare nella uita actiua o inueftigare nella cotéplatiua in forma che coseguiti el debito fine se noco la ragione.Dellaquale quádo accadera piu diftinctamente tractaremo.Ne e cofa nuoua che lui ponga el fole per la ragione perche anchora apreffo de facri fcriptori ene occidat fol fuper iracondiam ueftram. ALORA FV LA PAVRA un pochocheta.Optime imperho che quandolatagione comincia rilucendo in noi a dimoftrarci el monte cioe ja ftrada che ua al fin della falute non ceffa altutto la paura. Imperhoche benche habbiamo ueduto la uia

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