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sia un nervo destinato al senso, e quantunque nato da nervi spinali non vada soggetto alla volontà (1).

Da quanto abbiamo sin qui detto sulle opere dello Scarpa si rileva, che valutando complessivamente le Opere chirurgiche maggiori e minori da lui pubblicate, non avvi parte importante della chirurgia operativa che egli non abbia accresciuta od illustrata. Alieno del pari che il di lui maestro Morgagni dal pubblicare corso compiuto di anatomia o di chirurgia, diresse unicamente le sue cure a supplire alle mancanze che gli si offrivano nell' uno e nell' altro ramo, rendendosi non poco benemerito della scienza e dell' umanità.

(1) In una lettera scritta dal prof. Weber allo Scarpa, ed arrivata in Pavia poco dopo la di lui morte, si legge quanto segue

« CELEBERRIMO A. SCARPAE

» S. P. D.

» E. H. WEBER.

Epistolae Tuae de gangliis deque origine et essentia nervi >> intercostalis attentionem multorum anatomicorum moverunt. » Treviranus (Die Gesetze und Erscheinungen des Organischen » Lebens. Bremen, 1832. B. 2, p. 39) sententiam Tuam, ra» mos communicantes inter N. Sympathicum et NN. Spinales cum » posterioribus radicibus nonnisi nervorum Spinalium cohaerere, probabilem ducit.

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» Rappius, cujus libellum (Die Verrichtungen des fünften Hirnnerven-paars: von Withel Rapp, Professor der Anatomie und Physiologie zu Tubingen. Leipzig 1832) gratae mentis signum » dono a me recipias, pluribus locis Tuis nititur observationibus.

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» Fuerunt tamen etiam alii, qui sententiam illam in dubium » vocarent. Inter hos Retzius potissimum, Professor Anatomiae Holmiensis, appellandus est. Hic enim in ephemeridibus physiologicis Meekelianis (Archiv. fur Anatomie und Physiologie » herausgegeben von J. J. Meekel B. 6, 1832, p. 260) obser»vationes anatomicas de nervo sympatico equi factas viris do>> ctis communicat, probareque studet, in equo ramos cum N. Sympathico communicantes ex anterioribus (seu inferioribus) » etiam radicibus nervorum spinalium emitti. Observationis ana>tomicae illustrandae causa iconem adjicit tab. 1, fig. 10, quam » Tibi nunc trado.

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» Observationes meas anatomicas et physiologicas, mox latina » lingua edendas, quam primum ad finem perductae erunt, Tibi » mittam.

Vale, Vir celeberrime, et me in posterum quoque bene» volentia Tua digneris.

» Scripsi Lipsiae d. vIII mens. Oct. MDCCCXXXII ».

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Corso elementare di fisica di Ranieri GERBI, pubblico professore di fisica nell I. R. Università di Pisa. Pisa, 1823-1825, presso Nicolò Capurro. Volumi cinque di pag. 301, 323, 407, 384 e 400, in 8., con figure.

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Elementi di fisica generale, ed Elementi di fisica particolare dell' ab. Domenico SCINA, pubblico professore nella R. Università di Palermo. Palermo, 1828-1830, dalla tipografia reale di Guerra. Volumi quattro di pag. 372, 351, 385 e 381, in 8.o, con figure (*).

I.

ARTICOLO PRIMO.

Considerazioni generali.

Non avvi astrusa questione matematica, cui non possa

corrispondere una fisica questione ancora più astrusa, ove alle difficoltà dell'analisi quelle si aggiungano di saperla bene applicare, ed ove si esiga che alla sicura padronanza del calcolo si associi somma squisitezza di sperimentare. La via per altro, che scorge alle cognizioni dipendenti da siffatte ricerche, sia pure troppo scoscesa ed alpestre per condurre per essa chi solo comincia la carriera scientifica; ma chi si mette a sua guida gli narri almeno quale sia stato il frutto di quel difficil cammino. Egli è così che i

(*) Avevamo già steso questo primo articolo e pressochè ultimato anche il secondo, quando ne fu dato a sapere, che il prof. Gerbi ha testè riprodotta la propria opera, e che di quella del P. Scinà se ne fa presentemente una nuova edizione in Milano (dalla Società tipografica de' Classici italiani, con permissione dell' autore). Dal primo volume di questa vediamo, che non trattasi, se non che di una fedelissima ristampa, corretti solo alcuni errori gramaticali. E riguardo al professore di Pisa vediamo, che i mutamenti principali consistono nell' avere innestate ne' luoghi opportuni le nuove scoperte e le nuove opinioni. In conseguenza di che crediamo di non ritardare la pubblicazione degli articoli nominati, riserbandoci a far conoscere in seguito le aggiunte di quest' ultimo.

fisici, riguardo all'abbassarsi od elevarsi dei liquidi entro gli angusti cannelli, stavano paghi ad una dimostrazione desunta da tale principio, che, al dire dell' Haüy, pareva tanto evidente, cosicchè fu d'uopo che i calcoli di Clairaut li conducessero, quando men l'aspettavano, a riconoscerne la falsità ma d'allora in poi nessuno più tace e di quei calcoli, e dei susseguenti di Laplace, e dei recentissimi di Poisson. (1) Che se le matematiche applicate possono portar mutazioni alla fisica elementare, quanti perfezionamenti, quante ampliazioni non deve attender la stessa dalle ricerche puramente sperimentali! Un fortissimo ingegno desta a Londra l'elettrico per mezzo del magnetismo; si costruisce a Firenze una macchinetta elegante, donde nel modo il più semplice si traggono sicure le vive scintille (2); ed a Parigi colla grandiosità degli apparati si decompone l'acqua copiosamente, si provano sensibili scosse, e si costringe l'elettroscopio a manifestare una tensione, cercata indarno in Inghilterra e in Italia: ecco una nuova serie di fenomeni importantissimi; ecco un novello legame tra l'elettrico ed il magnetico, che certamente occuperà un posto distinto ne' venturi trattati di fisica. A questa scienza portano inoltre mutamenti non pochi anche le altre scienze sorelle. Ond' è, per esempio, che dalla chimica viene adesso assicurata, che la soffice magnesia ha ceduto essa pure lo splendente metallo, fino ad ora celato; cosicchè può annoverarlo con tutta franchezza fra i componenti di quei corpi, di cui tanto si occupa.

Le matematiche applicate, le sperimentali ricerche, e le scienze affini sono adunque altrettante fonti, dalle quali la fisica deve sempre aspettarsi, anche ne' suoi elementi, un successivo incremento.

II. Quanto poi abbia ad esser lo stesso lo proverebbero ad evidenza i molti rami in difetto, i varj fatti non ancora fra loro annodati, e le controversie tuttora indecise. Non ci fermeremo però a numerare queste spiche non per anco mietute; tanto più che la natura tiene in serbo,

(1) Dell' opera di Poisson vedi l'analisi nell' aprile p. p. di questa Biblioteca, pag. 92.

(2) La descrizione delle calamite elettriche può vedersi nell'Antologia di Firenze, aprile 1832, pag. 58, non che nel tomo LXVII, agosto 1832, della Bib. Ital., p. 184.

senza dubbio, i germi di nuovi cesti, sconosciuti del tutto, ma pronti sicuramente a pullulare l'un dopo l'altro, com'è sempre avvenuto da che la stessa ha cominciato a dischiuderne i suoi tesori. Un argomento, meno diretto in vero, ma assai più bello per dimostrare quale ingrandimento attender dobbiamo, e per dimostrare di più con quanta rapidità abbia il medesimo ad effettuarsi, è riposto appunto in questo andamento costante. Del quale raccor possiamo copiosissime prove tosto che ne piaccia rivolgere il pensiero al modo, con cui la fisica è andata giganteggiando Ida due secoli in poi.

E qui la penna correrebbe volonterosa a tracciarne in breve la storia: ch'è sempre dolce il ricordare i primordj e gli avanzamenti della scienza, oggetto de' proprj studj. Se non che troppo temiamo di dilungarci dalla meta, cui siamo indiritti. Al qual timore noi cediamo non senza rincrescimento: imperocchè per accondiscendere alla nostra tendenza non avremmo che a porgere un saggio della estesa, non meno che dotta Introduzione, premessa dal professore Scinà a' suoi Elementi di fisica. Egli ne racconterebbe come il Galileo entrasse pel primo nella laboriosa carriera dell' osservazione e degli esperimenti, additata da Bacone, da Copernico, da Ticone, e Keplero. Ne racconterebbe quali avventurosi auspizj traesse la moderna fisica dalle prime fatiche di quel grande Italiano; come, addottrinati dagli ammaestramenti di lui, di tanta preziosa suppellettile l'arricchissero e Viviani, e Castelli, e Torricelli, e come Firenze stabilisse quell' Accademia del Cimento, che venne in grido sì alto. Ei ne direbbe di più come i suoi libri, la sua fama, le sue persecuzioni valessero a scuotere anche gl' ingegni stranieri, ond' ebbero a sonare sì chiari nella dottrina dell'aere i nomi di Pascal, di Ottone Guerrike, e di Boyle. Cosicchè « se ogn'altra cosa mancasse (t. I, gen. p. XIII), il telescopio, il barometro, l'igrometro, il termometro, la macchina pneumatica, e tanti altri utili stromenti basterebbero a somministrarci un argomento certo ed evidente, che con Galileo la vera fisica si nacque, e dopo lui ebbe accrescimento e fiorì (1) ». E

(1) Nell' indicata Introduzione (di XCII pagine) si trovano sviluppati maestrevolmente non pochi argomenti: tali sono, ad esempio, le regole da adoperarsi nell'arte difficile di osservare

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da questi primi, ma grandi e franchi passi, conducendoci ad ammirare la sublime semplicità dell' unico principio, al quale il Newton ridusse le leggi dell' intero universo, una magnifica serie ne mostrerebbe di quelle ricchezze, che accumulò la fisica per l'opera e l'influenza di soli due uomini.

Nè valga il dire, che la natura è troppo lenta ed avara nel produrre gli altissimi ingegni. Chi ne volesse muovere siffatta obbiezione rammenti in prima, che, mentre il grande Pisano componeva gli occhi all' ultimo sonno in Arcetri, a Woolstrop stava per aprirli colui, che dovea crescere alle scienze più presto che altri mai; rammenti gli stupendi progressi fatti dalle dottrine del calorico, della luce, dell'elettrico e del magnetico per opera di tanti e tanti valentissimi fisici; rammenti in fine que' numerosi scienziati, che a' dì nostri, con tanta insistenza e con tanto successo, penetrano ne' più riposti arcani della natura. Un solo sguardo agli annali scientifici di questi ultimi anni basta a mostrare di quanto si sia la scienza arricchita dopo la pubblicazione dell' ultima delle due opere enunciate di sopra; e noi nutriamo fiducia, che i nostri leggitori avranno a caro, se ristaremo alcun poco a farne un rapido cenno.

III. Non pochi lavori, già antecedentemente tentati, vennero affrontati di nuovo, e quindi estesi, corretti, perfezionati. Per ordine dell' Accademia delle scienze di Parigi s'istituirono importanti ricerche d'intorno alla forza elastica del vapore ad alte temperature, e, nel tempo stesso, si verificò la celebre legge di Mariotte sino alle ventisette atmosfere. Il Thenard dissipò l'illusione, prodotta dalla luce, che sembrava spremuta dai fluidi aeriformi compressi; ed il Bellani ha fissata nel vapore, che insieme all'aria s'introduce nelle fredde e basse cavità di alcuni monti, la

e di sperimentare; il modo di comparare i fatti per iscoprire i loro reciproci legami, e riunirli d' intorno ad un principio certo; i canoni fissati dal Newton per trovare le leggi naturali e stabilire le teorie; i vantaggi che la fisica ha ricavati dalle matematiche; la differenza essenziale tra le cause occulte degli antichi e le cause ignote, alle quali si riducono presentemente i fenomeni; ed altri. In alcune altre cose, a dir vero, non ci accordiamo coll' autore: ma di queste verrà occasione di parlare più

avanti.

Bibl. Ital. T. LXX.

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