imponderabili, fra i quali si presenta tosto la luce. La sua diretta propagazione porta l'autore a parlare delle ombre e della diffrazione, contemporaneamente alla quale espone il principio delle interferenze; in seguito fa conoscere le proprietà della luce riflessa e rifratta; dopo di che lo intrattengono la dispersione di detta luce, gli anelli colorati, i colori dei corpi, la doppia rifrazione e la polarizzazione; e termina favellando della visione, e quindi dell'occhio e degli ottici stromenti. All'ottica tiene dietro il calorico. E in primo luogo si fa carico l'autore della facoltà di quest' agente di dilatare i corpi, come pure del calorico specifico di questi, venendo poi ai cambiamenti di stato fisico dei medesimi ed al calorico che in tali passaggi diventa libero o latente. La propagazione dell' ente di cui parliamo porge materia ad altri due capi, coi quali finisce il presente breve trattato. È molto più esteso il seguente dell' elettrico, come quello, fra le altre ragioni, che in sè comprende anche quanto spetta al magnetico. L'intero trattato è diviso in tre parti, la prima delle quali (elettricità per istrofinio) chiude il terzo tomo delopera; la seconda è destinata all' elettricità per contatto, ove si distinguono gli effetti degli elettromotori in elettrici (che noi diremmo fisici), fisiologici e chimici; nell' ultima si tratta della reciproca azione de' fili conduttori, dell'azione esercitata su questi dal globo terrestre e dalle calamite, non che dell'azione che su queste esercitano i fili medesimi. Gli ordinarj fenomeni magnetici, e il magnetismo terrestre terminano questa parte che viene seguita da una breve conclusione relativa ai così detti fluidi imponderabili. Tutto quanto si è detto riguardo a questi costituisce il preambolo allo studio dell'atmosfera, e dei fenomeni che avvengono in essa. La macchina pneumatica conduce a riconoscere le principali proprietà fisiche e chimiche dell'aria atmosferica; e queste cose sono seguite da ciò che risguarda lo stato igrometrico dell' atmosfera, la sua temperatura, l'elettricità sua, e gli stromenti atti ad indicare le affezioni, alle quali va essa soggetta, vale a dire il barometro, l'eudiometro, l'atmometro, l'igrometro, il fotometro (del termometro se n'è già parlato), l'etrioscopio e l'elettrometro atmosferico; indi vengono i fenomeni atmosferici, distinti in meteore lucide, meteore acquee, e venti. Siccome poi l'aria è l'ordinario veicolo del suono; per questa ragione in seguito alla medesima si parla dell'acustica, considerando la formazione dei suoni, la loro propagazione ed intensità; la loro riflessione e la comparazione dei medesimi. Ed al trattato dell'aria tiene dietro quello dell'acqua, la quale viene esaminata ne' varj suoi stati di fisica aggregazione, nello sgorgare che fa dai vasi, e nel suo movimento pei condotti e pei canali. Con questo termina l'opera. VIII. Rimane adesso che si esterni il nostro giudizio d'intorno a siffatte maniere di ordinare i fenomeni dalla fisica contemplati. Memori di quelle idee, alle quali fummo educati nell'illustre scuola di Pavia, noi siamo d'avviso che sia più d'ogn' altra filosofica quella distribuzione, nella quale i fenomeni vengono classificati a norma della causa, da cui dipendono principalmente, e nella quale le diverse cause sono prese ad esame colla successione che viene indicata dai loro reciproci legami, incominciando dalla più generale. Precedano adunque, in via di prolegomeni, le principali proprietà generali della materia, e le dottrine fondamentali dell' equilibrio e del moto; e poi seguano tutti que' fenomeni che dipendono, più che da ogn' altra causa, dall' attrazione, distinta in universale e molecolare. Ma quest'ultima non è mai libera nella produzione de' proprj effetti chè, poderosissimo antagonista di lei, respinge il calorico le materiali molecole da quell' avvicinamento, cui fortemente essa le chiama, muta continuamente il volume dei corpi, e li fa passare dall' uno all'altro stato di fisica costituzione. Il calorico per conseguenza occupi il posto secondo; e le sue tante relazioni colla luce portino a trattare poscia di questa (1), riserbando in ultimo l'elettrico, promiscuamente al quale si parli pur anche del magnetico, come vogliono le moderne scoperte. Ben, sappiamo che, così procedendo, alcune poche dottrine farebbero divertire qualche volta dal rettilineo principale sentiero. A toglier per altro un simile inconveniente non abbiamo che a raccogliere giudiziosamente e parcamente in apposite appendici siffatte dottrine: tale sarebbe il caso dell' acustica, che (1) Il chiarissimo professore Configliachi suole anzi intromettere alcune parti dell'ottica a quelle del trattato del calorico, facendo precedere la propagazione di questo da quella della luce, verrebbe in seguito a quanto si riferisce alla coesione, come quella che intieramente dipende dall' elasticità dei corpi; e tale sarebbe il caso della meteorologia, la quale, a guisa di un gran corollario, starebbe in ultimo affatto, come quella, che per la varietà de' fenomeni che in sè racchiude, abbisogna di pressochè tutta la fisica. Premessi questi principj, ognun vede come non possiamo pienamente concordare col valente professore di Pisa. L'acqua non è che uno speciale soggetto, sul quale operano gli agenti della natura nominati di sopra: e però la più parte delle sue proprietà considerate nel 6.° capitolo, insieme alle analoghe di ogni altro liquido, vanno, a parer nostro, collocate nel trattato del calorico. L'aria è dessa pure uno speciale soggetto, e non deve quindi occupare un posto simile a quello dalla luce occupato. La luce stessa, collocata in seguito alla meteorologia, rende questa difettosa, non potendo in sè comprendere le meteore che da quella dipendono. E così dicasi delle altre conseguenze che derivano dal confrontare coi nostri pensamenti il piano seguito dal Gerbi. Se però questo non ne sembra il migliore, non pretendiamo di non riconoscere in lui la possibilità di servire ad una buona istruzione. Qualche dubbio abbiamo piuttosto riguardo al piano dello Scinà. Il professore di Palermo crede di ridurre la scienza ad un ordine stabile e certo, e di tutti collegare i fenomeni, raccogliendoli sotto le tre classi di fenomeni celesti, atmosferici e terrestri (p. LXXVI). Per tale maniera il luogo, in cui avviene un fatto, sarà quello che gli assegnerà il posto che deve occupare tra gli altri, e non l'indole e la natura sua propria. Di modo che importerà poco, ad esempio, che la scintilla elettrica ed il fulmine non differiscano che in grandezza ed energia: essi saranno fenomeni da riporsi in classi distinte, perchè avvengono in luoghi diversi. Se non che per fenomeni terrestri intende propriamente lo Scinà le vicende e le rivoluzioni prodotte sulla superficie del nostro globo dagli agenti luce, calorico, elettrico, atmosfera ed acqua (p. LXXXIV). Ma siccome lo studio di queste ad altre scienze si addice, così l'autore non vede nella fisica che due grandi trattati, il sistema del mondo e le meteore. Le dottrine dell' equilibrio e del moto sono i preliminari al primo di essi; quelle degl' imponderabili lo sono al secondo; e questi, unitamente all'atmosfera ed all'acqua, servono d'introduzione alla geografia fisica, all' idrografia ed alla geognosia. Così le fondamentali nozioni di meccanica o saranno manchevoli per una buona istruzione, o conterranno precetti inutili rispetto al piano prescelto; il corpo principalissimo della fisica particolare, oltre al presentare anch' egli un simile inconveniente, non sarà più che un gran lemma da premettersi ad un grande problema, che poi non può sciogliersi che in piccola parte; e dalla fisica generale verrà estirpata l'idrodinamica per metterla sul limitare di scienze, alle quali non dobbiamo accostarci. IX. Potremmo dire alcune cose anche sugli appigliamenti, talvolta troppo minuti, coi quali si attenta quest'ultimo autore di unire fra loro i parziali trattati. Ma più del modo con cui gli stessi si van connettendo, importa il collocamento delle rispettive loro parti. Oltre di che riesce pure di non lieve interesse, che tutte le parti dell'opera conservino certa proporzione fra loro. La discussione per altro di siffatte questioni ne condurrebbe ad alcune particolarità, e noi ci siamo proposti di riserbare tutte le considerazioni speciali per un articolo secondo. G. Resti Ferrari. 240 APPENDICE. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATURA E BELLE ARTI. C. Plinii secundi historia naturalis ex recensione HARDUINI, et recentiorum adnotationibus. Tomi VII Augusta Taurinorum, 1832, typis Jo et VIII. sephi Pomba, in 8.° P. Virgilii Maronis opera ex recensione Chr. Gottl. Heyne, recentioribus WUNDERLICHII et RUHKOPFII curis illustrata. Tomus quartus. Ibidem, 1832, in 8.o - Sono questi i volumi XCV XCVI e XCVII di quella pregevolissima collezione, che noi abbiamo più volte commendata, e che a vantaggio degli studiosi ed a gloria del Piemonte e dell'Italia tutta meriterebbe d'essere superiormente incoraggiata, tanto più ch' essa formerebbe un buon fondo, come dicesi, o un buon nocciuolo librario in tutti gli stabilimenti d'istruzione. Ci sia permesso in questo luogo l'arrestarci un istante sopra il Plinio, V del quale abbiamo appunto alle mani due grossi volumi. Aveva fors' ella l'Italia, in mezzo a tante edizioni in essa ripetute e a tanti commentarj, un Plinio perfetto, un Plinio compiutamente illustrato, un Plinio sul qual potessero gli odierni naturalisti istituire un confronto tra le antiche e le moderne dottrine, senza che più loro rimanesse alcuna cosa a desiderare? No certamente; e i benemeriti editori torinesi ce l'hanno dato, ed hanno posto per questo a contribuzione le opere de' più grand' uomini de' nostri tempi, dei Cuvier, dei Desfontaines, degli Ajasson de Grandsagne, dei Geoffroy S. Hilaire, degli Schneider, ecc. In questo modo il signor Pomba può vantarsi di averci fornito un |