Immagini della pagina
PDF
ePub

Quelli fra gli antichi che ammettono l'antispasto lo pongono fra le dipodie. Secondo loro esso è il rovescio del coriambo, civè composto di un giambo e di un trocheo ~-, -~. Ma questo piede non può avere un valore ritmico suo proprio e, come vedremo, deve la sua origine alla inesatta interpretazione di alcune serie ritmiche.

[ocr errors]

La dipodia trocaica di questa forma era detta dagli antichi epitrito e riguardata come piede semplice. Il λóyos éπíτρitos è il rapporto di 3:4; dividendo adunque questo piede in un trocheo e uno spondeo secondo la figura metrica, l'arsi sarebbe di tre tempi e la tesi di quattro, e quindi le due parti starebbero nel rapporto predetto. Ma questa interpretazione, che supporrebbe un piede di sette tempi, è contraria alla teoria di Aristosseno, che esclude questa grandezza, come tale che non ammette alcun rapporto ritmico, nè il 3:4 nè il 5:2 nè il 6:1. Bensi lo ammettono Psello, al §9, ed altri scrittori, seguendo probabilmente una teoria posteriore, fondata sopra la forma metrica anzichè sul valore ritmico. Ma questa asserzione non vale contro l'aperta testimonianza di Aristosseno ""), confermata dal senso nostro che non tollera battute di sette ottavi. Considerando che l'epitrito trovasi unito d'ordinario a tripodie dattiliche ed ha carattere grave, solenne, profondamente diverso dal ritmo trocaico, l'interpretazione ritmica più verisimile non è quella di riguardarlo come una dipodia trocaica irrazionale 11-0 unita a dattili ciclici, ma come un piede di otto tempi, omogeneo a veri dattili. Sarebbe adunque una dipodia dattilica, rappresentata da un appa

(1) El. rhythm., p. 302: Τὸ δὲ ἑπτάσημον μέγεθος οὐκ ἔχει διαίρεσιν ποδικήν· τριῶν γὰρ λαμβανομένων λόγων ἐν τοῖς ἑπτὰ, οὐδείς ἐστιν ἔρρυθμος· ὧν εἷς μέν ἐστιν ὁ τοῦ ἐπιτρίτου, δεύτερος δὲ ὁ τῶν πέντε πρὸς τὰ δύο, τρίτος δὲ ὁ τοῦ ἑξαπλασίου. ARISTIDE, p. 35, ricorda l'epitrito come ammesso da alcuni: προστιθέασι δέ τινες καὶ τὸ ἐπίτριτον.

di quattro tempi giusti:

rente trocheo con la lunga di tre tempi e da uno spondeo Unito pertanto ad una tripodia dattilica ne continuerebbe il ritmo a questo modo :

[ocr errors]

I Piedi maggiori.

V'erano alcuni piedi composti tutti di sillabe lunghe, i quali si usavano in componimenti eseguiti in un tempo così largo, che ogni lunga era protratta per Tový fino al quadruplo del suo valore ordinario. Negli Estratti di Aristide ne troviamo indicati tre, che sono:

1) lo spondeo maggiore, σñоνdeîos μeizwv,

2) il giambo orthios, laußos operos

لا

3) il trocheo semanto, тpoxaios onμavtós, L

ovvero

Si dissero spondeo, giambo, trocheo, perchè le loro parti stanno nella stessa relazione come le parti di questi piedi semplici. Nello spondeo l'arsi dura quanto la tesi come nello spondeo semplice. Il giambo orthios ha, secondo gli antichi, la prima sillaba in tesi e le altre due in arsi; il trocheo semanto le due prime in arsi e l'ultima in tesi; quindi fra arsi e tesi havvi lo stesso rapporto del giambo e del trocheo. Però questi due piedi duravano tanto tempo, che non

(1) L'epitrito è rappresentato dallo schema al ritmo dattilico; per es.:

e corrisponde

bastavano a segnarli due soli colpi (σημεία) uno per l'arsi e l'altro per la tesi, come nei piedi semplici corrispondenti, ma si battevano con tre segni, due di arsi e uno di tesi. In questi piedi ha luogo la più semplice applicazione della τονή, la quale protrae equabilmente le due parti del piede senza alterarne il rapporto. Questi piedi lenti e gravi si usavano negli inni religiosi "").

I Piedi metrici.

I piedi ricordati finora hanno tutti un valore ritmico e perciò sono i veri elementi semplici del verso e del periodo, corrispondenti alle moderne battute. In essi la figura metrica può variare senza che il valore intrinseco venga alterato; p. es., l'anapesto può essere espresso dalle quattro figure metriche rimanendo sempre lo stesso piede. Per converso una stessa figura metrica può prendere un diverso valore ritmico secondo il

-1,

[ocr errors]

(1) Di questi piedi prolungati abbiamo parecchie testimonianze antiche; per es.: Fragm. parisina (Cod. 3027), § 12 (W): διαφέρουσι δὲ οἱ μείζονες πόδες τῶν ἐλαττόνων ἐν τῷ αὐτῷ γένει ἀγωγῇ· ἔστι δὲ ἀγογὴ ῥυθμοῦ τῶν ἐν (τ)αὐτῷ λόγῳ ποδῶν κατὰ μέγεθος διαφορά. Π giambo fu detto ὄρθιος probabilmente perchè usato nel νόμος ὄρθιος, un canto in tono alto e a voce spiegata. Il trocheo fu detto onμavτós dal modo di batterlo: ARISTID., p. 38: σημαντός δὲ ὅτι βραδὺς ὢν τοῖς χρόνοις ἐπιτεχνηταῖς χρῆται σημασίαις, παρακολουθήσεως ἕνεκα διπλασιάζων τὰς θέσεις. ARISTIDE B, p. 98, descrive bene il carattere dello σπονδεῖος μείζων con queste parole: εἰ διὰ μηκίστων χρόνων συμβαίη γίνεσθαι τοὺς (ἐν ἴσῳ λόγῳ) πόδας, πλείων ἡ κατάστασις ἐμφαίνοιτ' ἂν τῆς διανοίας. διὰ τοῦτο χρησίμους ὁρῶμεν ἐν τοῖς ἱεροῖς ὕμνοις, οἷς ἐχρῶντο παρεκτεταμένοις τήν τε περὶ ταῦτα διατριβὴν μίαν καὶ φιλοχωρίαν ἐνδεικνύμενοι τήν τε αὐτῶν διάνοιαν ἰσότητι καὶ μήκει τῶν χρόνων εἰς κοσμιότητα καθιστάντες ὡς ταύτην οὖσαν ὑγίειαν ψυχῆς.

posto in cui cade la percussione; p. es., lo spondeo potrà corrispondere al dattilo, all'anapesto, al giambo e al trocheo irrazionale 4, 5; una lunga e due brevi varranno quanto un dattilo o un anapesto, ecc. Ma i grammatici, i quali non curando il significato ritmico dei piedi fondarono un sistema metrico sul numero delle sillabe e sulle quantità rispettive, crearono una serie di nuovi piedi mediante tutte le possibili combinazioni di lunghe e di brevi, anche le più ripugnanti al senso ritmico. Trovarono, per esempio, il trocheo e il giambo con la lunga sciolta e crearono il Tρiẞpaxúc, trovarono l'anapesto sciolto e crearono il piede di quattro brevi o proceleusmatico; vollero dividere i versi in piedi di egual durata senza badare alla percussione e crearono l'antispasto, il peone secondo e terzo, e via via. Per distinguerli dai piedi ritmici questi si chiamano piedi metrici, e non si possono ignorare, sia per la importanza storica che hanno nella teoria, sia perchè molti dei loro nomi si usano ancora per significare le diverse figure metriche.

I piedi metrici cominciano da due sillabe e vanno fino a sei, e ognuno se li può ricostruire mettendo lunghe e brevi in tutte le combinazioni. Però quelli fino a quattro sillabe sono comuni, e i loro nomi in molta parte si usano ancora; i maggiori sono più rari e meno importanti. Ecco i piedi fino a quattro sillabe come li troviamo nel greco Dracone e nei latini Diomede e Mario Vittorino :

[blocks in formation]
[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors]

Piedi trisillabi.

τριβραχύς, χορεῖος, πυκνός, teuthasius,

μολοσσός, ἵππιος, Chaonius, Vortumnius, extensipes,

βακχεῖος, παρίαμβος, Oenotrius, tripudians,

παλιμβάκχειος, προπομπικός, πομπευτικός, Theseleos, Saturnius,

δάκτυλος, πολιτικός,

ἀνάπαιστος, ἀντιδάκτυλος,

κρητικός, ἀμφίμακρος,

ἀμφίβραχυς, σκολιός.

προκελευσματικός,

δισπόνδειος,

[merged small][ocr errors][merged small][merged small]

Piedi quadrisillabi.

[merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small]

3113

1131

1133

ἰωνικὸς ἀπ ̓ ἐλάσσονος,

1311

παίων τέταρτος,

ἐπίτριτος ἢ ἵππιος πρῶτος,

ἐπίτριτος δεύτερος,

ἐπίτριτος τρίτος,

ἰωνικὸς ἀπὸ μείζονος,

511

ἐπίτριτος τέταρτος.

Dei piedi di cinque sillabe Dracone e Mario Vittorino non indicano nemmeno i nomi, che ci furono conservati dal solo Diomede:

orthius,
pariambus,

κάνω parapycnos,

Piedi pentasillabi.

22-2

13325

mesomacros,
antispastus,
pyrrichioanapæstus

« IndietroContinua »