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fione di modernarla di ftucchi, furono le dette travi tolte,e ridotte le finestre nella forma moderna, attefo che prima erano lunghe. Questa Chiefa è ricchissima di va• rie fepulture,e memorie antiche regiftrate dal noftro Cefare d'Enge nio, e da Pietro di Stefano, e però in quefta Chiefa vi fi vedeva una quantità maravigliosa di ricchiffi me coltre di velluti, e di ricchiffimi drappi d'oro, e de broccati ricci fopraricci, che nella nave di mezzo fene poneuano trè ordini per par. te, e due nelle navi minori, oltre, quelle, che adornavano la Croce, in modo che tutta la Chiefa veniua adobbata di coltre. Hoggi coll' occafione de'ftucchi sono states tolte via quafi tutte, & i pilaftri s' adornano con cortine di ricamo alla moderna, e tele d'oro, e folo dalle coltre le più ricche vengono adornate le navi minori. Si devono bensì fommamente lodare quefti si buoni Padri dell'haver

mo

modernata la Chiefa, e non tolto. ne l'antiche memorie di honorati perfonaggi, efe bene qualcheduna n'è stata rimoffa, eftata in altro luogo collocata, in modo che tut te quelle, che fono notate nella Napoli Sacra del noftro Engenio tutte vi fi ponno trovare.

Si può ben'entrare ad offervar le parti di detta Chiefa. Vedefi l'Altar maggiore conftituito fotto d'un ampia tribuna, tutto di mar. mi pretiofi, vagamente commefli col disegno,& affiftenza del Cavalier Fanfaga, e far vi si doveva una famosa Cuftodia, che era un Tepio foftenuto da due ftatue, che rapprefentavano il Dottore Angelico S Tomafo, & il Patriarca S. Domenico, come fe ne vide il belliffimo modello, mà non s'effettuò per la morte del Cavaliere.

Dai lati di queft'Altare, vili vedono due fcale di marmo, per le quali fi cala in un'altra Chiefa, che flà fotto del Coro, & have una fa.

mo.

གིས་གསོ་་ཆེན་ ནམས་

mola porta di marmo, che efce alla piazza già detta, quale Cappella è della nobiliffima famiglia de Gueguara,de iSignori Duchi deBovino Dalla parte dell'Evangelio, ve defi la Cappella del Rofariò, con un Quadro dipinto dal nostroGio: Berardino Siciliano, e questa è de Signori Prencipi di Stigliano Care rafa.

Nella Cappella che fegue appreffo, che era di Diomede Carrafa,Cardinal d'Ariano, figliuolo di Francefco Carrafa Duca d'Ariano, edi Giulia Urfina. Fù quefto cariffimo al Pontefice Paolo Quarto Moriquefto in Roma d'anni 60. à 22.d'Agosto dell'anno 1560. Vi cra la fua memoria colla fua ftatua giacente fopra,fatta dal Santacroce, nè io ho potuto per molta diligenza fatta nell'archivio de' Frati, come à questa memoria fiano ftate guafte l'infegne Carrafa, l'infcrittione, emutate in quelle della famiglia Spinella, nè come à que

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questa fia paffata la Cappella, la quale dedicata veniva al Gloriofo Protomartire S. Stefano, e vi cra una pretiofiffima tavola, nella quale stava efpreffo il detto Santo Japidato,dipinta dall'infigne Leo. :nardo Guelfo, detto il Piltoja, mà è stata tolta via, nè li sà cosa ne fia stata fatta, nè meno dagl'iftel Frati.

Nella Cappella de'Signori Pi nelli, che ftà nel muro della cro ce, dall'ifteffa parte dell'Evange lio,vi è una tavola, nella quale ttà efpreffa la Vergine dall' Angelo annuntiata: opera di Titiano Ve. cellio, chiarissimo dipintore circa gl'anni 1546.

Sopra le Cappelle di questa par te vi fi vedono trè fepolcri quà trasferiti da i Frati,quando vollero trasferire il Coro, che ftava nel mezzo della Chiefa, dietro dell'Al tare maggiore, dove detti fepolcri ftavano fontuofamente lavorati.ll primo è di Filippo quartogenito

di Carlo Secondo Rè di Napoli, e fù quefto Principe d'Acaja; di Tatanto,& Imperator di Collantinopoli, il quale pafsò da questa vita å 26. di Decembre del 13327 e fù icon pompa Regale qui fepellito.

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Il fecondo è del Duca di Duraz zo Principe della Morea, Signore dell'honor del monte di S. Angelo,e Conte di Gravina. Fù questi ottavo genito di Carlo Secondo, mori ne? 5. d'Aprile dell'anno

13356

Il terzo è di Bernardo del Balzo Conte di Montescagioso, e d'Andria, gran Giuftitiero del Regno. Nella Cappella che ftà attacca cata al pilaftro, che ftà dirimpetto à quella del Principe di Stigliano, che fù di Fabio Arcella Arcivefco- vo di Capua. Vi fi vede una bellif fima ftatua tonda, che rappresenta la Regina del Ciclo col fuo Furto Giesù in braccio, e con due altre flatue laterali. Opera del noftro Gio: da Nola.

Nel

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