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per la Sacriftia di broccato, che fin hora vi fi confervano, gli donò trè feudi che furono, Teverola, Aprano, e Popona con la giurifdittione civile,e criminale.

La Chiefa fudetta fù ella fabri cata all'antica,& era in quefto modo. Vedevafi il Coro modernamente pofcia adornato con dipinture, • stucchi posti in oro, haveva nelle fpalle la Sacriftia, e per due porticelle che ftavano à lato dell'Altare maggiore s'univa alla Chiefa,e nell'ulcire vi fi vedevano due aditi di Cappelle. Quello dalla parte dell' Evangelio andava nella Cappella de Tolofi, quello dalla parte dell' Epiftola andava alla Cappella della Noja, e fi poteva ancora andare al Chioftro,& alla Sacriftia.

Entrati per questi aditi, vi ftaua dietro la muraglia maeftra della naue maggiore, uno come corridore,così dall'una parte, come dall'altra,e quello dalla parte dell'Evan gelio haveva la fua ufcita nella

Cap

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Cappella de Signori Aulos, che è una delle due che stavano in detta parte con l'ingreffo dalla nave della Chiefa. Quello dalla parte dell'Epiftola haveva l'elito nella Cappella prima di S. Francesca Romana,poi del B.Bernardo Tolomei.

In questi due corridori, come fi diffe, ogn'uno haueua così da un lato, come dall'altro diuerfe Cappellette di marmo,ftatue,& infcrittioni di diverse famiglie nobili, e cittadine.

Nella nave principale toltone le quattro Cappelle, che stavano due per parte preflo la porta maggiore, cioè quella de Piccolomini,e d'Aulos, dalla parte dell'Evange lio quella di Mastrogiudice,e quella del Beato Bernardo, dalla parte dell'Epistola ch'havevano l'adito dalla Chiela, come fi diffe, il rimanente del muro fino à gl'aditi già derti non haueua altre Cappelles fe non che nel mezzo. Dalla parre drit'Euangelio due belli fepulcri

con

con le loro ftatue giacenti di fopra,uno era dell'Abbate Ferdinando Brancaccio, e l'altro di Gio: Paolo Arnoldo Vefcovo d'Averfa,e frà quefti due fepolcri vi era un'Alterino fimilmente di marmo, sù del quale fituata vi stava una statua, tonda della Vergine con il fuo Putto Giesù in braccio,che da alcuni fi ftimava effere opera del Roffellino.

Nell'altra parte dell'Epißola vi fi vedevano due Altaretti di bian co marmo, in uno vi stava fituata una ftatua tonda alnaturale, che elprimeva S. Antonio da Padova: opera del noftro Girolamo Santacroce. Nell'altro vi era collocata la ftatua, che esprimeva S. Gio: Battifta:opera del noftro Gio: di Nola, e quefta (come fi dice) fù la prima ftatua ch'haveffe fcolpita in marmo, effendo che prima fcolpiua in legno. Nel mezzo di detti due Altaretti vi fi vedeva una cassa fepolcrale con due bellisfime ftatue giacenti di fopra, opera dello steffo

Santacroce.

La

La Cappelletta di S. Antonio era della famiglia Barattuccia quella di S.Gio: dell'Arnolda.

Benche questa Chiefa fuffe stata da diuerfi Abbati modernata al posfibile con foffitte dorate con or. gani maeftofi,e con finestre,e cornicioni alla moderna. Il P. Abbate Chiocca volle ridurre per prima il maggiore Altare alla moderna, che dicono alla Benedettina ifolato effendo ftatii Benedettini negri i primi ad ufarlo.

Era l'antico Altare tutto di biachi marmi, opera nobilmente fatigata dal Merliano, & era in quefto modo. Preffo dell'Altare bene intagliato vi fi vedevano due porte fimilmente di marmo, che davano l'adito al Coro. A i lati di queste due porte vi erano due ben lavorate urne adornate d'alcune Figure ton. de, e particolarmete d'alcuni amo. rini, che piangendo spegnevano le loro faci fopra dell'urne, & in una di dette urne vi era la memoria di

Gut

Gurrello Origlia Fundatore, e nel l'akra d'Alfonfo Secondo benefat tore. Per modernarlo (come fi diffe) tolfevia i detti marmi, collocando le due urne di Gurrello,e d'Alfonfo preffo del quadro, che stà nel muro di mezzo del Coro,e col disegno di Gio: Domenico Vinaccia polto in opra da Bartolomeo,e Pietro Ghet ti fcultori vi fù collocato l'Altare, che al prefente fi vede di pretiofi marmi commessi. Li marmi però bianchi,che ftan collocati dietro di detto Altare fono dell'antico lavorati dal Merliano.

Dietro del Coro vi era la Sacri Aia, la quale perche non riusciua molto comoda, quando in detto Coro s'officiaua, il detto Abbate la mutò in questa forma.

Nel terzo Chioftro,ch'è chiamato il Chioftretto,vi era il cenacolo, ò Refettorio egregiaméte dipinto, e difpofto anco nelli ftucchi da Giorgio Vafari con diuerfe hiftorie della facra Scrittura, e d'altres

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