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fimilmente in questo s'estinse la fua famiglia.Vi G veggono vaghif suni intagli d'arabefchi,e ben confiderate tatue: opera del noftro Gio:Merliano.

Si può calare à vifitare la Chiefa antica,che fpira divotione, e sotto dell'Aitate maggiore fatto di mar mo alla moderna vifi conferuano.i fanti Corpi di S Severino detto l' Apoftolo dell'Oriente, e di s.Sofio Levita,e vi fi legge

Ilic duo fanita fimul, divinaque

corpora patres

Sofius unanimes, & Severinus habens.

Vi li conferva ancora il corpo di S.Severino Vefcouo,mà alli Mona. ci non è noto dove particolarmen te ne ftia.

La tauola, che in detto Altare fi vede, è opera d'Antonio Solario detto il Zingaro.

Da questa Chiefa fi può paffare. à vedere il Monafterio,il quale non è fcarfo di curiofità.

Hà quefto quattro chioftri. Il primo li può dire cortile,effenḍavi le stanze de' procuratori così della cafa, come degl' altri Monafterii del Regno,che per quel che occorre qui itanzano, & una parte ne ftà dipinta da Belifario Corentio in tempo che egli era in età d'anni

Ottanta.

Il fecondo è antico. Il terzo fimilmente è antico, e due braccia con qualche parte del terzo vi fivede dipinta la vita, e miracoli del Patriarca S.Benedetto,e tutti i vol. ti delle figure fono ritratti de' Mo- . naci, e d'altri Signori di quei tempi, e con tanta viuezza, e finitura che pajono viui, e miniati, ancorchela maniera imiti la greca.

A finiftra preflo la porta, per la quale fi và al chioftro nuouo fi ve• de il ritratto al naturale del dipintore, che stà con un pennello ins mano, e questo fù Antonio Solario Venetiano detto ilZingaro, quale fiori circa gl'anni 1495.

Nn 6

Rel

Nel giardino di quello chioftro vifi vede un platano dal tempo che questo luogo fù concello a'mo. naci, che farà da 700.anni, e fi vc. de crefciuto in tanta altezza, che le cime havendo fopravanzati i dormitorii vedono il mare.

Da questo chioftro fi paffa al nuovo per davanti del refettorio molto bello,e ben'architettato, e del capitolo,il quale ftà dipinto da Belifario.

In questo chioftro vi fi veggono con gran magnificenza gl'archi appoggiati fopra colonne di fini maru di carrara, d'ordine dorico. Il pavimento ftà laftricato fimilme te di marmi bianchi,e pardigli. Frà l'una colonna, e l'altra vifono ba lauftri fimilmente di marmi.

I dormitorii fono nobiliffimi pofti in quadro, che hanno in fe quantità di ftanze,e fopra tutto vi è un'ampillimo belvedere,che chiamaro galeria, dal quale fi gode di tutta la Città, del nostro ameniili.

mo

mo cratere,e di quante ville, e col. line cingono la noftra bella Parteпоре.

Quefto luogo così nella Chiefa, come nell' habitationi hà patito gran danno nel già detto tremuoto in modo che à rifarlo vi fon baftati 9. m. feudi.

Questo Monafterio poi nelle fue ricchezze fà fpiccare la pietà de' noftri antichi Regi, e de' Napole

tani.

Continuando il camino nella Arada maclira à deftra fi vede il fa thofo Monte della Pietà, che della pietà Napoletana fi può dire indice chiaro.

Circa gl'anni 1539. eflendo la pravità ufuraria degl'Ebrei in Napoli crefciuta in un fegno,che non folo fi rendeva di grave danno a' poverelli, mà anco fi cominciava à diffondere ne' Ċittadini Chriftiani, che però dal grand'Imperador Carlo Quinto furono cacciati dalla Città, e Regno. Questa cacciata

di cosi perfida razza riusciua in qualche parte dannofa a' Napole tani bifognofi, si per non haver pronto chi poteffe impreftar loro qualche cofa col pegno,sì anco per non potere prontamente riscuoterei pegni,che i giudei havevano in mano. Aurelio Paparo, e Nardo di Palma amici della patria,e piiffimi Napoletani, non folo de' proprii denari rifcoffero la rubba,che in pegno tenevano i giudei,mà con una carità grande aprirono nella ftrada della Selice prello il quartiere dell'ifeli Giudei,(che fin'hora la Giudea chiamata ne viene) un luɔgo per confervare si la robba rifcoffa,si anco per fovvenire in quanto Gi poteva i poverelli, improntando loro qualche fumma col pegno,mà fenza interelle.Quett'opera così pia intigò molti nottri commodi Cittadini à parteciparne col fouuenirla,& à tale effetto formarono una Confraternita. In breve i vide creLiuta à fegno, che la casa della Se

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