Immagini della pagina
PDF
ePub

lice non era baftante, però paffarono l'opera nel cortile della Santa Cafa dell'Annunciata, e proprio nelle ftanze dove hora è il Banco, e vi tiede fin nell'anno 1592.e qui feli diede il titolo di Monte della Pietà.

Conofcendo poi i Governatori di quefto Munte il luogo già detto effere neceffario alla detta Cafa, mentre che i Signori Gouernatori di quella volevano fabricare un'habitatione à parte per quelle donne efpofte,che per la viduità, ò per altro cafo fon coltrette à tornare nel Confervatorio. Loreftituirono, & havendo cumulo baftante di denato per le molte elemofine ricevute con licenza de' Superiori prefero à pigione il palazzo d. 1 Signer Duca d'Andria, che come laisse stà nella piazza di s. Severino, & iui elcrcitauano l'opera.

Nell'anno pofcia 1597. hauendo comprato queño luogo, che era ii palazzo de' Conti di Montecal

[ocr errors]

uo,còl disegno, e modello di Gio: Battista Cavagni famofo architet to in quei tempi fi diede principio à quefta gran fabrica, che nè più bella,nè più magnifica fi può defiderare,nè più perfetta. Ellendo terminata, c douendofi fare la Cappella nel cortile,che vi si vede,vi fal posta la prima pietra follennemen. te benedetta dal Cardinale Altonfo Gefualdo Arcivescouo di Napo li,coll'intervento del Conte d'Oli varcs,in quel tenipo Vice-Rè, e di tuttii Regii Miniftri.

L'architetto devefi lodare di sómo giuditio, perche oltre la diuifione così ben'intefa de' luoghi, & officine, oltre al non effervi un pal. mo di terra ofcura, & infruttuofa difignò la cafa, non folo per l'ope ra, che era in quel tempo, mà per l'accrefcimento, che poteua hauere,come in fatti è fucceduto, eflen • do hoggi quest'opera ia più grande che veda,non folo in Napoli, mà per tutta l'italia,

Si può vedere per prima in quefto gran palazzo la Cappella,che in genere fuo nè più ricca, nè più polita fi può defiderare. La porta ella è tutta di marmo,ne' lati di quefa in due necchie vifi vedono due belliflime ftatue, una che rappre fenta la ficurtà, che quietamente dorme appoggiata sù d'una colon. na. L'altra la carità, che accoglie, alcuni cftenuati Bambini: opera delle più belle ch'habbia fatto Pic tro Bernini.

La ftatua che fi vede sù l'architrave della Vergine addolorata che tiene in feno il fuo morto Giesù con due Angeli, che fanno à i lati, è opera di Michel'Angelo Naccarini. Dentro tutte le dipinture à fresco, che fi vedono fcom. partiti da flucchi dorati, e che con belli pensieri esprimono la vita del noftro Redentore fon'opere tutte di mano di Belifario.

La tavola dell'Altare, doue ftà con bel flima maniera cipr flà la

pietà della Vergine nel vedere il Luo Figliuolo morto,con altre Marie, e S.Gio: fù dipinta da Fabritio Santafede.

La tauola grande, che ftà nel lato dell'Evangelio,che in fe contie nela Refurrettione del Salvatore, e dove in un foldato, che dorme, vedefi elprello il ritratto dell'Autor:,è opera dell'ifteflo Fabritio.

Sorto di questa tavola vi è la memoria in marmo del Cardinale Otrauio Acquauiua Arciuefcouo di Napcii, che lasciò quefto luogo herede della fua fupellettile, che afcendeva al valzente di 20. mila fcudi viene foftenuta da due fac. chini di marmo,che nè più belli,nè più spirito veder i ponno,e fono opera del Cavaliero Colimo Fanfaga.

Al dirimpetto della tauola della Refurrettione ve ne è un'altra fimile, nella quale ftà efprella la Vergine Allunta con gl'Apoftoli di fot to molto al viuo:opera di Ippolito

Bor

Borghese, detto per fopranome lo Spagnolo.

[ocr errors]

Ericca poi di belliffimi apparati, e di tutti quelli argenti, che ne' giorni feftiui la ponno rendere maeftofamente adorna.

In questa casa vi ftà aperto un publico banco, & è de' più ricchi, che vi fiano nella nostra Città, ritrovandofi in ello quafi due milioni in contanti.

Nelle stanze di detto banco, & in tutte l'altre del negotio vi fi ve dono diuerfe dipinture à fresco, e delle più belle, e confiderate ch' habbia fatte Belifario.

Si può vedere il guardarobba;de pegni fenza intereffe così d'oro,come d'argento,di rame,e d'ogni forte di panno, che veramente è cofa curiofiffima, nè fi può imaginare la grandezza da chi non la vede.

Il Monte impegna da dieci docati in giù senza intereffi, & in quest'opera vi tiene di continuo impiegati da 200. mila fcudi in

« IndietroContinua »