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lo trattò.coll'ifteffo Padre che fundaffe in Napoli una cafa della sua Congregatione per l'utile che potevano ricevere i poveri infermi, & agonizanti dalla carità di quei Padri. Fù conchiufa la fundatione, & à 28.a'Ottobre del 1588. il Padre Camillo con altri fuoi compagni vennero in Napoli, e per qualche tempo fi trattennero in una cafa à pigione. Pallarono poi nella Chie la di S.Maria d Agnone (Monatterio dilimeffo) poi D. Ruberta Carrafa, D. Coftanza del Carretto, e D). Giulia delle Caftella donarono alli Padri feudi 15.mila, colli quali có. prarono molti palazzi in quefto vico de' Mandeli, e particolarmente. quello della famiglia Galeota, di Mario,molto grande, & ivi fundarono, e la loro habitatione, e la Chiefa doue al prefente fi vede,

Nell'anno pofcia 1638. in circa coll'ajuto de' complatearii,e d'altri devoti furono buttate giù le cafe, che stavano auuanti la Chiefa, e fi for

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formò questa piazza.

Quelta parte di strada, cioè dal Monafterio del Divino Amore fin paffata la Chiefa di s. Giorgio dicefila Vicaria vecchia, che dà il titolo all'ottina Orione,e così nomi nafi, perche qui stava il Tribunal della Vicheria, e proprio nell'en⚫ trare nel vico degl'Orimini, che hoggi fono le cafe della famiglia Campeli,& in una cafa ftava ilTri bunale civile,nell'altro criminale, e dall'una all'altra li pallava per un pontoc fino alli 17. di Ottobre del 1688 A ve¿cuano l'armi Regie Aragoneû nellafla, ed anco quello del gran Giuftitiere di quei tempi, e quefto nel detto tempo furno confumate da un fieritmo incen. dio, che s'eccitò in una bottega di fpetiale, che vi ftava di fotto per molti barili di terebinto, oglio di lino, ed altro bitume. E da quellɔ luogo fù da D.Pietro di Toledo tra• fportata nel Caftel di Capuana(come fi difle), e qui è d'avifàifi una cu

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tiofità, & è nella ftrada avvanti del vicolo de gl'Orimini vi fi vede una pietra quatrata,era la base della colõna sù la quale fi faceva ceffione di beni, come stà avvanti de' Regii Tribunali, e questa base stà fotto terra,come fi vidde nell'accomodar la firada.

Tirando avvanti à deftra, vedefi la porta minore dell'antica Chiefa di s.Giorgio maggiore, benche col tempo hà da effere la porta princi. pale,havendo mutata forma, come fi dirà,

Questa Chiefa per antica traditione fi hà, che fufle ftata edificata nel tempo dell'Imperador Coftantino il Grande, perche in quei tem pi era facile(cred'io)da quel pio, primo Imperador Chriftiano ottenere qualche elemofina, e fovven tione per erigere qualche Chic fa.

Dalla fua prima fundatione de dicata venne al Santo MartireGior gio, pofcia fù ella restaurata quanPPS

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do vi fu trasferito il Corpo di s. Se vero,& in molti antichi iftromenti vien chiamata Chiefa Severiana, ò per la caufa fudetta della Translatione del fuo Corpo dall'antico ci• miterio di s.Gennaro fuori le mura. E questa una delle quattro Parocchie maggiori della Città,e vi è un' antica traditione, che il detto Santo fe ne fufle fervito per Cattedra le, argomentandolo da una Sede Vefcovale di marmo, che hoggi fi ferba nella Cappella Laterale dalla parte dell'Epistola, benche di quete,e fimili fedi fe ne veggano nella Chiefa di S. Maria della Rotonda, & altre, come antecedentemente G diße.

Quefta antica Chiefa è abbadia le, & è prebenda da tempo immemorabile aanessa ad uno de' Canonicati Diaconali della noftra Cattedrale, che dà titolo di Abbate di S. Giorgio, ecapo del Collegio de Preti,che in effa fi vede,e che ne' tépi andati v'amminiarauano i Sa

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cramenti,e la fervivano. Hoggi peroidetti Preti altro in questa non fano,che fepellire coloro, che muojono nell'ottina, & ad affiftere alla follenne procellione del Corpus Do mini,attefo che nel mese di Giugno dell'anno 1618.il Canonico Abbate, Edomadarii, e Confrati coll'af fenlo della fanta memoria di Papa Paolo Quinto, e del Cardinal Detio Carrafa noftro Arcivescovo, cócederno à gl'efattiffimi Preti della Congregatione de' Pii Operarii utilillima in Napoli, poco prima fundata da Carlo Carrafa nobiles. della piazza di Nilo, adeffandofi la Congregatione i pefi, che havevano da fodisfare gl'Edomadarii in detta Chiefa.

Nell'anno 162 2.ottennero i Pa dri da Roma coll'affenfo dell'Arcivefcovo l'amminiftratione di tutti i Sagramenti, che haveva il Paroco, riferbandofi l'Abbate alcune prerogative, in legno del diretto domi. nio, come dall'inftromento della Pp 6

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