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furono trovati trà le ruine della Città di Lefina, quando ruinò per lo tremuoto accaduto in tempo del Rè Alfonfo Primo, vi è la tefta di s. Barbara Vergine, e martire, e due corpi interi de' Santi Innocenti quali furono portati da Monsừ Leutrecco, quando egli venne alla conquista del Regno; mà effendo cgli morto pervennero in potere di Girolamo Pellegrino, e da questa donati furono à questa Chiesa . Vi fono anco altre Reliquie,e frà que fte due,una di s.Anna,l'altra di San Filippo Neri, quale benche picciole ftan collocate in due famofee mezze ftatue d'argento.

• La volta di questo fagro Teforo ftà dipinta à fresco dal Corentio. Il pergamo è molto bello,e paffa to quefto,nel muro della croce, Cis proprio nella cappella de' Pifani vi fi vede una belliffima tavola di marmo, dove à balso rilievo fi vede elpreffa la depofitione del noftro** Redentore colla Vergine, & altre Rr 5

fi.

figure,che piangono. Opera di Gi

rolamo Santacroce.

Seguono appreffo di quest'altre cappelle ornate di bianco marmo, doveli vedono molte vaghe tavole dipinte da diversi nostri dipintori Napoletani.

Nella Cappella poi laterale all'Altare maggiore dalla parte dell'Epiftola, della famiglia Caracciola de' Conti d'Oppido vi è un fan mofiffimo fepolcro di Gio: Anto• nio Caracciolo colla fua ftatua al naturale, & altre, come anco la tavola di marmo, che ftà nell'Altare, nella quale i vede à mezzo rilievo la fchiodatione del noftro Redentore della Croce,tutto opera,e del le maravigliose, del noftro Santa

croce.

Negl'Altaretti di marmo, che ftanno ne' pilaftri della nave maggiore. Le ftatue che vi fi veggono, fono opere tutte de' noftri artefici, frà quefti del nostro Gio:di Nola, e più di ogn'una s'ammira la statua

di S.Girolamo,preffo la Sacriftia. Si può calare poi dalla scala, che ftå fotto dell'Organo dalla parte dell'Evangelio,e calando à deftra vedefi un'altra scala, per la quale fi cala ad un lucido focco:po, ò confeffione, che ferve anco per cimite rio. Questo è tanto ampio, quanto è la Croce, Coro,e Cappelle laterali dell'Altare maggiore, e ftà eretto tutto fupra molte colonne. Have un'altra feala fimile à questa, dall', altra calata al dirimpetto.

Si paffa nel cortile, dove fi vede una bella förana perenne, &imarmi di questa erano del fonte, che ftaua nei famofo giardino d'Alfonfo Secondo, all'hora Duca di Cala bria, figliuolo di Ferdinando Primo, e questo giardino stava presso diquefta fanta Cafa. Hoggi ridot to in habitationi, chiamandofi la Duchefca dal detto Duca di Calabria,che l'arricchi di molte,e molte delitie.

In questo cortile vedefi un bel
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frontifpitio dipinto. Questo è l'ingreffo al Confervatorio delle figliuole efpofite,che s'han da collocare, e di quelle che non volendo faper del mondo fi fon date à fervire Dio da Monache, e nell'anno 1684. è stato eretto nel cortile minore preflo di questo un luogo colla fua Chiefa per quelle Monach:, che viver vogliono da Riformate, e con iftrettezza di Regola.

Diffi nel cortile minore,che da quefto per una grotte,ò fupportico vifi paffa, che anticamente veniva detto della Pace, per una Chiefa, della quale,intera vifi vede la por tafundata dal Rè Alfonfo Primo d'Aragona, e la diede in governo alli Padri di S. Maria della Mercede, poi cliendo ftata conceduta alla fanta Cafa è fata diroccata per farvi fabricare fopra la Cappella del Teforo, e quel che vi è rimasto difotto ferve per la feuola di grammatica à gli Chierici della Chiefa, & ad altri efpofiti, che vogliono imparare lettere. Tor

I

Tornando nel cortile maggiore à lato di detta fontana vedefi il luogo del publico Banco da detta' fanta Cafa eretto, e l'ampia fcala, per la quale vafi all'hofpedale,che fi può dire il più bello, che fia in Europa, e per l'ampiezza, e per la fituatione,effendo che può mantenere da 2000.infermi, & io poffo dire d'haueruene veduto in certo tempo da 1 200. in questo fi ricevono febricitanti,e feriti, nè vi manca commodità che fi poffa, ò fappia defiderare, e fono l'infermi con ogni puntualità, & attentione ferviti,& oltre di quefto mantengono nel Borgo della Montagnela un' altro hofpedale per li convalefcenti,& in ogn'anno à fuo tempo ne aprono un'altro nella Città di Pozzuoli,per dare i remedii a' poverelHi,delle fufe,c de bagni.

Dentro di quefto cortile medefimo vi fono tutte le officine, e per ainmaffare il pane,e perlo macello. Vi è anco una farmacopea,che è del

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