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marioa preffo del Carmine, e que ft'acque veniuano dalle colline di Capo di Monte, della Montagnola,& altre, poi effendo ftato quefto luogo chiufo dentro le mura fù à queft'acque dato altro camino, per Parenaccia, che termina al Ponte della Maddalena,come à fuo luogo fi vedrà.

Altri vogliono, che fi dichi Lavinaro, perche qui anticamente fi lavavano i panni lini, mà se fusse ciò vero prenderebbe la fua voce da lavatoi,che dal noftro volgo dicoli lauaturi, e dalla laua comunemen te prendefiil nome di lavinaro. Lo vogliono comprobare con i lavatoi, che stanno nella fontana detta di fopra,mà quefto luogo di Lavinaro fi trova affai prima,che quefta fontana fuffe stata eretta.

Quefta ftrada termina alla Chiefa del Carmine prima della pefte dell'anno 1656.che in quefta ftrada principiò, è proprio in un vicolo à finiftra detto del Pero, ò vica

rot.

rotto. Era così populata, che quafi : appena vifi poteua fpuntare, non vi era vicolo, che pieno non fuffe didonne, che filauano lane. Da quefta ftrada ancora principiarono i tumulti populari nell'anno 1647. hora ftà così fpopulata, che molte cafe fono andate giù.

Entrati in quefta ftrada, e girando à deftra vedefila strada detta di S.Maria della Scala, perche và à terminare alla Chiesa di S. Maria della Scala, la fundatione della quale variamente và fcritta, màla vera fi è che i cittadini di Scala,Città nella Cofta d'Amalfi di continuo, es con molti priuilegii negotiauano in Napoli, & havevano in quefto luogo,che ftaua fotto le mura della Città l'habitatione, e vi edificaro-· no quefta Chiefa col titolo della loro Patria intitolandola S. Maria di Scala, ponendoui l'ifteffe infegne della fudetta Città, che è una Scala,come fe ne vedono molte Pofcia cflendo mancati i Scalefi, fù Giornata 111.

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gouernata da quattro Macftri, che in ogn'anno ficliggono da quattro vicoli,che liftanno d'intorno,& in detta Chiefa vi fono le Cappelle delle comunità, come degl'Ortolani,e botecari di verdure,di quei che vendono frutta, degl'Organari, & altre. Stà hora dal Cardinale Alfö fo Gefualdo ridotta in Parocchia, e vedefi nobilmente abbellita. I vicoli à finiftra, che tirano verfo del Mercato fi dicono,l'Horto del Cote, perche qui prima della penultima ampliatione era un giardino, & horto di Diomede Carrafa Conte di Madaloni, e questo Territorio fù dato à cenfo à diuerfi Napoletani, per edificarvi le loro habitationi, &i vicoli, che da questa strada de riuano hebbero diuerfi nomi.Il pri mo dicefi di S. Maria della Gratia,! per una Chiefa con questo titolo dedicata alla Vergine, il fecondo dicefi de' Parrettari,e corrottamente Barrettari, perche qui anticamete fi facevano quelle pallette,che fi

fcagliano dalle baliftre, quando no era in tanto ufo lo fcoppio, il vico paffata la Chiefa dicefi dell'Olmo, perche qui ftaua piantato un'olmo, fotto del quale i vecchi Mercadanti di feta, di quel tempo, de' quali questo luogo abbondaua,d'Etate vi fi tratteneuano all'ombra per icreatione. Fù detto ancora anticamente piazza de'Pacchiarotti,come in molti antichi inftrométi fi legge,& hebbe questo nome da molte genti de' contadi vicini, che v'habitauano, che dal noftro volgo fi chiamano pacchiani.

Vedefi à destra la Chiefa di S. Maria Egittiaca fundata doppo quella della Maddalena ( come fi diffe), dalla Regina Sancia nell'anno 1342. per effere incapace quella

della Maddalena.

Era questo una picciola Chiefa intitolata S. Maria Cerleto. Il luogo dicevafi Campagnano, e vierano l'habitationi de' Bonifacii tamiglia nobile, mà hora eftinta nel

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la piazza di Portanoua, & in quefte cafe fù fabricato il Monafterio.Non vi fi riceueuano altre donne, che quelle che lasciare voleuano le laidezze del mondo, hora le Monache fono della confpicua nobiltà della noftra Città. Quefta Chiefa nell'ano 1684. è stata abbellita, e riftaurata col disegno, & affiftenza di Dionisio Lazari nella forma che fi vede, aprendouila piazza prefente col buttar giù molte cafe,che l'im pediuano.

In questa Chiefa vi fono molte Reliquie,e frà l'altre.

L'intera tefta, con due offi delle coscie, & un dito di S.Maria Egit tiaca.

La tavola, che in effa fi vede, in cui efprefla ne ftà la Regina de'Cieli col fuo Figliuolo, che le dorme in feno, con altre figure di fotto, è opera di Pietro Frangione.

La tela nella quale fi vede dipin ta S. Anna,la Vergine, con altre fi gure, è opera delle più famofe, che તે

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