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gemme, & altro venutoli da tutto L'orbe, mà quello che più in questo moleo s'ammirava era, una quantità di libri che paffavano 80.volumi tutti in carta imperiale, alti più d un palmo l'uno, & in elli li vedeva per ogni carta attaccato un femplice con una colla composta d'una mistura,che attaccava tenaciffimamente l'erba alla carta,senza far perdere all'ifteffa erba il colore,e di quefti femplici ve n'erano quanti se ne havevano potuto havere de più ftravaganti, e più giovevoli all'humana falute da tutti i luoghi pratticabili del mondo, in modo che mandò un huomo à pofta à raccoglierne nell' lodie. V'erano mumie ftravagantiffime,in fine cofa più bella veder non fi poteva nell'Europa. Quefto mufeo dal buono Ferrante fù lafciato col fideicommiffo, passò al fuo virtuofo figliuolo Francefco, il quale non folo fedelmente lo confervò, mà l'accrebbe in molte cofe. Effendo Ec 6 poi

poi paffato ad alcuni affini,che haverebbero voluto in Ferrante più nobiltà, che virtù cercorno d'abo lirne la memoria diffipando un cosipretiofo teforo,in modo che hog. gi non vi sono rimasti che l'armarii, e certi miferabili avanzugli forfe per non perdere la cafa, effendo difpofto dall'ifteffo Ferrante, che rimovendofi da quefta cafa il mufeo la cafa ricada ad un luogo pio. Di quefto fe ne farebbe perduto affatto la memoria, fe non ne parlaffero i libri,ed i registri mandati alle Stampe dal detto Ferrante, e da Francefco fuo figliuolo.Parte della robba, che qui fi confervava è andata fuori,e parte fe ne vede ancora in potere d'alcuni curiofi Napo letani,ccme à fuo tempo fi vedrà.

Alle spalle di quefto si nobil Palazzo vedefi un'altra ftrada aperta prima della firada già detta di Rivera, ò d'Alcalà, popolata da commode,e nobili habitationi,e la prima che vi fi vede à finiftra, quando

fi vuole andar giù verlo il Monaftero di D. Alvina fù ella fabricata da Signori Duchi di Gravina, nel mentre fabricar facea il fuo famofo palazzo, palsò pofcia à diverfi padroni, e per ultimo al Dottor Giuseppe Valletta, che l'hà resa illuftre con multi ornamenti degni d'effer veduti.

Per primo ha ridotto uno de belli giardini, che fi veggono dentro delle mura della noftra Città ad una nobil, e delitiofa coltura. La cafa fi vede adornata di molte ftatue antiche.

Le flanze fi vedono ricche di molte buone dipinture d'artefici di ftimata riga,e frà quefte vili ve- de la macchia, mà finita,del tanto rinomato S. Girolamo,d'Agostino Caracci,e di molti mezzi bufti, che hanno tefte antichiffime,e da farne conto,e frà queste la testa di Giulio Cefare d'alabaftro Oriétale,di Mạrco Aulerio di Coftantino, di Marcello, d'Apollonio Tianco cotan

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to celebrata dall'erudissimo Anticario Gio: Pietro Bellori nel libro

dell'imagini di filofofi antichi, veramente queft'ultima tefta è degna d'effere offeruata da fifonomici. Vi è una nobile fuppellettile d' argento,e d'altre materie, la quale benchefiano fatture moderne ponno effer vedute come nobili, e dili catamente lauorate. Mà il più bel lo poi che in detta casa si vede, è la libreria, che compofta viene da 18.m. volumi in circa in tutte le fcienze, e fono libri Greci, latini, volgari italiani,Francefi,Inglesi, e d'altre lingue delli migliori editioni, che sono ufciti nelli fecoli delle Stampe, in modo che vi si fà conto nella raccolta d'effervi stati fpefi da 30.m.fcudi. La cortefia del padrone ammette ogn'uno che an. dar vi vuole ad offervarla, ed à ftudiarvi,onde non vi è forastiero defiderofo d'haver buone notitie, che non vi vada à vederla, effendoci andato anco il Marchefe di S.Ste

S.Stefano Vicerè di Napoli, per lo che il padrone hà contratto amicitia con tutti i Letterati d'Europa.

Si è data quefta notitia per i curiofi,che vorrano calarvi, come anco fi farà in tutti gli altri vichi, che ne i lati della strada principale fi troveranno, che però tornando al Palazzo del Duca di Madaloni.

Tirando avvanti,paffando il pri mo vico à finiftra fe ne trova un altro,che termina alle cifterne,dove dalla Città fi conferva l'oglio, e nel principio di questo vico ftava l'antica porta Puteolana, ò Cu. mana, che poi come fi diffe fù detta Reale trafpcrtata da D. Pietro di Toledo nel capo della nuova strada, e dicefi dello Spirito Santo, e das quefto luogo principia la Città vecchia, cioè dall'antepenultima am. pliatione fatta da Carlo II.

S'entra nella bella piazza della cafa Profeffa de’Padri Giefuiti, che auvanti have un ampio ftradone, che termina alla Chiefa di Mont

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