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dentro vagamente dipinto la mag gior parte dal pennello di Francefco di Maria,e da altri valent'huomini in diverfi generi di dipintura: l'adornano molte belle ftatue di marmo, e ità accrefciuto de nuovi ftanzoni,e viftofffime galerie. La foppellettile pretiofa, e frà quefti molti quadri,fon degni d'effere veduti. La porta fù disegno del Cavaliero Cofimo Fanfaga.Viva per più fecoli il padrone per goderfelo, el fendo meriteuole per le fue rare,es gentiliffime virtù degno d'ogni

bene.

Allato di quefta cafa vedefi un quadrivio, e dalla destra un famofillimo ftradone che và à terminare alla gran strada del caftello,anticamente detta delle correggie com meglio fi dirà.

Havendo Don Pietro di Toledo aperta la gran strada di sopra.D.Parafan de Ribera Duca d'Alcalà Vice-Rè, che principiò il fuo gouerno nell'anno 1559. Signore d'una Dd 3

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foprafina bontà, e generofiffimo, apri quest'altra ftrada quafi fimile à quella di fopra che termina fimilmente alla Porta Reale,e chiamoffi un tempo la strada Riuera, hoggi dicefi di Mont'Oliueto. Aperta, e terminata che fù come in quella di fopra vi furono fabricati belliffimi edificii, effendo che in quei tempi cran quafi tutti giardini del Monafterio di Mont'Oliveto,& in fatti da fotto il palazzo del Duca à deftra fino alla ftrada de profumicri, òguantari avvanti la Chiefa di S. Maria la nova tutte quafi le cafe pagano il cenfo a' Monaci per lo fuolo,come anco dalla parte di Toledo dalla Corfea, e delli già detti profumieri, e per dare qualche notitia del curiofo,che in detta ftrada fi vede.

Paffato il vicolo di fotto della cafa fudetta del Duca, vedeli las Chiefa di S. Anna della natione Lombarda. In questo luogo anticamente v'era un'ameno giardino,

chiamato il bel giojello, nome che rimafe al vicolo fudetto, & à quello che và per dietro la Chiefa, & è da crederfi che fuffe ftato un terreno fertiliffimo, perche effendo rimafto una particella di questo giardino alli Monaci, che ftà alle spalle del le cafe dirimpetto alla porta minore della Chiefa di S. Anna, che fi può dire in un foffo dà li primi d' ogni altro giardino i ficchi che noi chiamano ottate,e saporitissimi, c groffi,e per dar contezza della fun datione.

La natione Lombarda haveva una belliffima Cappella nella Chiefa del Carmine,mà perche vi fi ftava con qualche foggettione nell' anno 1581. con Breve di Gregorio XIII. Pontefice,erelle à proprie fpefe quefta, dedicandola alla Glorio. fa Madre della Vergine S.Anna, titolo della Cappella già detta.La cu pula,e l'altre dipinture à fresco,che vi fono,fon'opera di Gio: Balducci. La tavola che ftà nel mezzo dell' Al

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Altare maggiore, dove efpreffi f veggono la Vergine Santiffima col fuo Putto in braccio. S. Anna, San Marco,e S.Abrogio;è opera del no.stro Fabritio Santafede. I due quadri lateralià detta tauola, in uno de quali ftà efpreffo S. Francefco, nell'altro una Santa Vergine, fono ftimati del Bassan vecchio, e veramente fon cofe degne d'effere vedute.

da

Nel Cappellone dalla parte dell'Evangelio vi è un quadre opera di Gio: Lanfranchi. Fù questo gran huoma perertofa di S. Martino,mà per non ère ftato d'accordo con i Mona, egli à quefta Chiefa lo dono. uano espressi la Vergin

vede.utiffima

col fuo Figliuolo in tio. S Genaro,e S. Brunone, effe poi paf fata la Cappella alli Samuli, Ve. netiani. I Padronimo rutare il S.Brunone in o dal pennello di Luca Giordani, il quale così bene imitò la maniera di Lan

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fran

franco, che non è poffibile che fi poffa conofcere da chi nol sà. Nella prima Cappella della nave dell'iftefla parte, tutti i quadri, che vi fi veggono,cioè quel di mezzo,dove stà espressa la Vergine Santiffima con l'Apoftolo S. Pietro, & un altro Santo, li due laterali, in, uno de quali è il Signore, che cava S. Pietro dall'onde, nell'altro che li dà le chiavi. I due piccioli che stan fopra di questi, in uno con la figu• ra di S.Francefco, nell'altro di San Domenico, & il tondo che ftà nella volta, dove stà efpreffa la crocififfione di S. Pietro, fon'opere del noftro famofo Carlo Sellitto,e fon cofe che nè più belle, nè più ftudiate fi ponno defiderare.

Paffata la Cappella de Correggi, nella quale vi è un quadro che le cero dipingere in Roma, nè fî-sà l'

Autore,

Viene la Cappella de i Finaroli, doue vi fono trẻ quadri di Michel' Angelo di Caravaggio, e quel di Dis

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