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che l'età era avanzata,e non faceva tutto di fua mano. E queste due volte anche stavano tocche nelle pitture della difgratia del tremuoto come fi disse.

La Cupula, nella quale ftava efpreffo il Paradifo come fù detto, & i quattro angoli, ne' quali meravigliosamente ftan dipinti i quattro Evangelifti, che fembrano quattro miracoli dell'arte, fono opera dell'immortal pennello del Cavaliere Gio:Lanfranchi.

L'Altare maggiote de ricchi, & maeftofi marmi tù principiato col disegno, e modello del Cavaliero Colimo Fanfaga; mà perche questo grand'huomo pafsò à miglior vita è stato in molte parti da altri va• riato non fenza qualche danno, in modo che non fi può dire vero diLegno del Cavaliere, e questo è sta to il motivo di non vederli fin ho ra terminato.

Faffando poi per fotto l'organd dalla parte dell'Evangelio vi li ve

de

de la Cappella della Madonna, ne lati della quale fono due famofiffi. mi reliquiarii, dove fi confervano 160.Corpi di fanti Martiri,parte interi,& altre reliquicinfigni, e frà queste la testa di S. Barnaba Apoftolo, e quattro tefte delle compagoe di S.Orfola. La volta di queita Cappella fù dipinta dal noltro Francefco Solimena, e fù la prima opera ch'egli fece à frefco, effendo in età d'anni 18.

Segue appreflo la nobile cappella della Famiglia Carrafa de i Signori Duchi di Madaloni dedicata al Crocififo, tutta ador nata di belliffini marmi; la ftatua del Signore in croce, che in ella fi vede con l'altre di forto, fono ope ra del noftro Francefco Mollicas accorato feultore in legno. La cu pul che ftà sù di qusite due Cappelle, dove fi vede efpreffa la fommertone di Faragone. La vulta, e l'angoli furon dipinte dal Cavahere Gio:Battilla Binafca.

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Da quefta fi paffa al cappellone della nave maggiore, dedicato à S.Ignatio ricco di fei groffe colonne di marmo africano,e di breccia di Francia, e d'altri vaghissimi or• namenti fatti col modello, e difegno del Cavalier Colimo, che da meraviglia.le due ftatue di marmo, che fanno nelle necchie più del naturale, che rappresentano Davi de, e Geremia statue stimate dall' intendenti di ftudio, e perfettione fono di mano dell'ifteffo Cavalie re; però questo si bel cappellone fù in molte parti maltrattato dalla volta che cadde; il quadro mag. giore che in detto cappellone fi vede, dove ftà efpreffo S. Ignatio inginocchiato avvanti del Signore,che apparisce con la Croce in sù le spalle:è opera del noftro Girola. mo Imparato. I trè quadri che ftá. no fopra dove stanno efpreffe alcu ne attioni del Santo, fono ftati di pinti dall'eccellente Giofeppe di Ribera detto lo Spagnoletto, ben

che

che hoggi non vi fiano stati riẻ posti.

Segue appreffo la ricca Cappel la tutta di ben lavorati marmi,fatta à fpefe del Reggente Ferrante, Fornaro Luogotenente della Camera. Le ftatue che in effa fi vedono fono opera di Michel'Angelo Naccarini. Il quadro, nel quale ftà efpreffa la Nafcita del noftro Redentore:è opera del noftro Impara• to. La Cupula,e la volta à fresco fu dipinta da Belifario Corentio in tépo che egli era giovane,& è delle più belle opere,che egli in vita fua habbia fatto. L'arco che corrispōde alla nave ftà dipinta à fresco, e l'altro che fegue dal noftro Cava. lier Giacomo Farelli.

Segue appreffo à questa l'altra Cappella fimilmente ricca de marmi, che fù fatta à fpefe del Regio Configliero Afcanio Mufcettola. Le ftatue di marmo che in eßa fi vedono, fono opere di Pietro Bernini,e del Margaglia. Il quadro di Ff 3

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mezzo dove stanno espressi là Ver. gine con molti Santi Martiri, è opera del noftro divotiffimo Gio: Berardino Siciliano, che non fapeva dipingere il volto della Vergi ne,fe non inginocchioni, per riverenza,e le dipinture à frefco, che vi fanno cesinella volta,come nella Ludella,fono dell'ifteffo.

Lafacciata della porta da den. tro adornata di vaghillimi marmi mischii commeili. Il vano di mez⋅ z havea da ellere dipinto dal no. ftro Luca Giordani, e di già havea fatto le macchie.

Si palla poi dal lato dell'Epiftola, e la prima Cappella preffola porta laterale tutta incroftata di finiffimi marmi fimile à quella del 1 Martiri,che liftà dirimpetto,fatto à spese di Gio: Tomafo Borrello, che dal fuo gran patrimonio fù ac crefciuto il monte per fovvenire i poveri vergognofi, qual monte si governa dalli Fratelli della Congregatione detta de Nobili, eretta

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