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Aà una fatua giacente vestita alla Regale col manto sparso di gigli dorati,e corona in tefta;e perche l'infcrittione ftà guasta hà dato diverfaméte da dire à noftri Scrit tori. Alcuni vogliono che fia di Giovanna prima figliuola di Carlo Illuftre,come fi diffe,che in vendetta d'havere fatto frangolare Andrea Ungaro fuo marito, Carlo Terzo la fè morire nel medefimo modo, enell'ifteflo luogo. Altri chefuffe ftata afogata fotto d'un guanciale nella Città di Muro, che poi fuffe ftato trasportato in Napoli il fuo cadavere, dove ftic. de per molti giorni infepolto. Altri fcrivono che questo fia non di Giovanna, mà di Maria di Valois, figliuola di Carlo Côte di Valois, cmoglie di Carlo Illuftre Duca di Calabria, e lo fundano in quello che fcriffe Teodorico Secretario del Pontefice Urbano Sefto, che dice, che Giovanna fuffe ftata menata, dal Rè carcerata nel Caftel di $

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Angelo del monte Gargano, e che ivi mentre stava facendo oratione in una Cappella del medefimo Caftello fù da quattro Vngari frá golataje fepolta pofcia nella Chiefa di S.Francelco, che la medefima Regina per fua divotione haveva nel detto monte fatta edificare, dove fin hoggi le ne vede il fepol cro de marmi colla fua ftatua, & una breviflima infcrittione, che, confitte in due fole lettere punta. te. R. & I., che dir vogliono Regi na Joanna.

In alcuni fi trova fcritto il feguente Efaftico, che dicono effere quello che stava in detto fepolcro, che così dice

Inclyta Partenopes, jacet hic Regina Joanna Prima,prius felix,mox miferanda nimis, quam Carolo geni tä, multavit Carolus alier qua morte illa virum fuftulit ante fuum mccclxxii.xxii, Maii v.indic.

Però quelta io la ftimo apogra fa, si per lo ftile, che non è di quei

tem

tempi,sianco perche mi pare inve rifimile haverle eretto un cosimaetolo fepolcro, e poi ponervi un' infcrittione così fvergognata. Nel pavimento vi era una gran quantità di fepulture, hoggi la maggior parte fono state tolte via. Vilono in quefta Chiefa molte belle Reliquie, e frà l'altre de' capelli,e del latte della Beata Vergi ne,una gamba col piede dell'Apoftolo S.Andrea,del dito di S. Gio: Battista,un braccio, e cofta con altre molte Reliquie di S. Lodovico Vefcovo di Tolofa, fratello del Rè Roberto,un braccio di S. Caterina Vergine,e martire,la tefta di S.CriAlina Vergine, e martire, delli ca pelli, dell'habito di S. Chiara, del gutture, e cofta di S. Elifabetta fi gliuola del Rè d'Vngheria, di San Girolamo,di S.Anna,di S.Antonio Abbate,di S.Stefano Protomartire, della Maddalena,& altre, che vi si confervano.

In questa Chiefa vi è una quan

tità d'argenti,' e molti di questi, antichi,fatti in tempo del Rè Roberto. Vi è ancora una famofiffi. ma,c gran Cuftodia d'argento,che s'arma folo nella fefta follenne,che fi fà del Sacramento, e questo è quanto fi può dare di notitia di questa Chiefa.

Nell'ufcirne à deftra, vedefi il campanile tutto di duriffimi tra• vertini di Caferta, quale fù principiato nel Gennaro del 1328. & effendo ftato fatto tutto quello che è di travertini, reftò per la morte del kè imperfetto. Il remanente, che in effo fi vedeè stato fatto à fpefe del Monafterio.

Ufciti nella strada, tirádo avváti dalla parte deftra, attaccata alla Cafa Profeffa, vedefi la Chiesa di S. Marta, la quale fi vanta fundata dalla Regina Margherita, madre, di Ladislao Rè di Napoli, circa l'anno 1400. e per renderla più frequentata vi ereffe una Confraternità, dove s'afcriffero i primi

Signori del Regno, e fin hora vifi conferva preflo del Sacrifta un famofo libro in pergameno,dove no folo detti Signori s'annotavano, må vi facevano dipingere l'infegne delle loro famiglie, & è degno d'effere veduto; perche dà notitia dell'armi vere di molte famiglie: eftinte, e di molte altre, che fono ftate variate. Ne' tumulti poi popolari dell'anno 1 646.reftò questa Chiefa frà le trincee Regie, e populari, fù faccheggiata, e data al fuoco,che la confumò,e con questa occafione fi perderno molti quadri, e particolarmente quello dell'Altare maggiore, che era una tavola della Refurrettione di Lazaro,che ufciva involto nel lenzuolo dal fepolcro, che dava meraviglia à gl'Apoftoli. Eravi ancora Martaje Maddalena buttate à piedi del Redentore: opera del noftro Cefa-· re Turco,& opera dagl'intendenti ftimatiffima. Dalle carti, che andavano à torno ne è stato ricavato un

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